Il 5G darà lo sprint alla digitalizzazione dell’economia e della società italiane: lo hanno ribadito i protagonisti dell’innovazione in Italia presenti all’evento “Strategie per la crescita digitale del Sistema Paese” promosso da Noovle, l’azienda di consulenza strategica specializzata nelle soluzioni cloud e tecnologie innovative. Giunto alla terza edizione, l’appuntamento sulla Gigabit society che si svolge a Roma ha messo a confronto attori dell’industria e della PA (qui tutti i partecipanti tra cui: Vincenza Bruno Bossio, deputata PD; Antonio Palmieri, deputato FI; Fabio Rizzotto, Associate VP & Head of Local Research and Consulting Idc; Emanuele Spampinato, Vice Presidente Assintel; Cristiano Radaelli, vice Presidente Vicario Anitec-Assinform; Laura Castellani, Responsabile Infrastrutture e Tecnologie Regione Toscana; Benedetta Squittieri, Assessora all’Innovazione Comune di Prato; Lorenzo Gubian, direttore Sistemi informativi di Azienda Zero, Regione Veneto; Francesco Sacco, docente strategia aziendale Università dell’Insubria e SDA Bocconi).
5G, tecnologia abilitante per l’industria del futuro
Le comunicazioni mobili di nuova generazione emergono come la tecnologia abilitante per una trasformazione profonda dell’industria: velocità di trasmissione dati superiore, con latenza quasi azzerata, alta affidabilità e capacità di sfruttare molteplici frequenze rendono il 5G lo standard eletto della Internet of Things, della Manifattura 4.0, dell’intelligenza artificiale, dell’auto connessa e autonoma, della smart city , della telemedicina e, potenzialmente, di una serie infinita di applicazioni tarate sulle esigenze del mercato.
“Il focus di quest’anno è sul 5G come elemento tecnologico abilitante per i servizi digitali del prossimo futuro e sulle soluzioni concrete per il territorio”, ha affermato il Ceo di Noovle, Paolo Vannuzzi. “Il modello cloud oggi consolidato per l’attuazione di numerosi progetti, anche nell’impresa e nella Pubblica amministrazione italiana, trae nuova forza dal supporto delle reti di comunicazione 5G perché questa tecnologia accorcia la distanza tra il dispositivo connesso e il dato raccolto”. La possibilità di estrarre valore dal dato produce per le organizzazioni pubbliche e private una conoscenza velocemente applicabile al business che permette di “ricalibrare” dinamicamente i servizi, rispondendo in modo più efficace alle richieste dell’utente finale. Il 5G permette anche di “integrare informazioni oggi frammentate in silos portandole in un ambiente omogeneo”, ha sottolineato Vannuzzi, dando realizzazione concreta a progetti come le smart city e la manifattura digitale.
In ambito Industria 4.0, il Ceo ha messo in evidenza il progetto Smart district 4.0, realizzato da Noovle con Lum Enterprise (spin-off dell’Università Lum Jean Monnet) e il supporto del Ministero dello sviluppo economico, il cui obiettivo è la declinazione dei progetti di digitalizzazione in un contesto reale, le piccole e medie imprese operanti nelle filiere tradizionali del territorio pugliese (Meccatronica, Tessile, Abbigliamento, Calzaturiero e Agroindustria). Le imprese vengono accompagnate verso una maggiore digitalizzazione dei processi con progetti concreti e soluzioni innovative mirate sulle necessità locali.
Il 5G offre vantaggi come la velocità di trasferimento dei dati fino a cento volte più veloce degli standard attuali, la riduzione della latenza quasi a zero, la capacità di gestire un volume di dati mobili mille volte superiore e fino a un milione di dispositivi connessi per Kmq. A livello di rete la differenza la fa la tecnologia di slicing, che permette di destinare singole porzioni di rete a applicazioni diverse, in un’ottica di ottimizzazione, personalizzazione e specializzazione che per gli esperti è la vera grande innovazione del 5G rispetto agli standard mobili precedenti.
Occorre una strategia per la crescita digitale
La tecnologia da sola, però, non basta: per realizzare le promesse della digital transformation “serve una strategia“, ha indicato Vannuzzi. Noovle insiste sui benefici dell’effetto-rete, ovvero del coinvolgimento di tutti i protagonisti del digitale, dalle organizzazioni pubbliche all’impresa privata alle università. Fondamentale il trasferimento tecnologico dal mondo della ricerca all’industria e la capacità di pensare in 5G, per realizzare servizi “nativi” e tarati sulla realtà del tessuto imprenditoriale o sulle necessità delle pubbliche amministrazioni.
Secondo le stime presentate da Idc al convegno “Strategie per la crescita digitale del Sistema Paese”, nel 2020 le organizzazioni pubbliche e private in Europa sborseranno 272 miliardi di dollari per la digital transformation (+37% su 2017), ma per evitare investimenti improduttivi occorre definire le direzioni della spesa, superare le logiche di innovazione che creano silos e lavorare su una mentalità nuova basata sulla sperimentazione, la cooperazione e l’apertura.
In Italia la grande occasione offerta dal 5G è quella di un salto di qualità per la competitività economica tramite la creazione di nuovi servizi digitali da vendere sui mercati internazionali. In questo modo l’Italia non si limiterebbe a fare da aggregatore o consumatore di soluzioni sviluppate da altri, ma potrebbe fornire soluzioni digitali originali anche da esportare. Ancora una volta ciò richiede una strategia, hanno sottolineato i partecipanti all’evento Noovle: una politica industriale a livello di paese con una forte volontà del governo di promuovere la digitalizzazione e l’innovazione Made in Italy.