Analisi

eHealth, per gli italiani vuol dire semplificazione e qualità della cura

Secondo Voices from the Blogs i giudizi espressi in rete sulla sanità elettronica sono in 4 casi su 5 positivi, con picchi di gradimento per i servizi di monitoraggio dei pazienti da remoto, perché riducono i tempi d’attesa nel contatto tra medico e paziente e la pressione su ospedali e ambulatori

Pubblicato il 17 Apr 2015

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Gli italiani apprezzano sempre più le potenzialità dei servizi sanitari digitali. A giudicarli positivamente è il 78,6% su un campione di 400mila commenti raccolti in 13 mesi dall’indagine di VOICES from the Blogs – l’Osservatorio scientifico sui social media dell’Università Statale di Milano – che ha indagato in rete cosa pensano gli italiani della possibilità di applicare all’assistenza sanitaria le più innovative soluzioni di Information and Communication Technology.

È interessante notare che l’analisi – presentata nel corso di un incontro organizzato dall’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano – mostra che quando sentono parlare di eHealth gli italiani pensano principalmente ai servizi online (53,9%), come ad esempio la consultazione dei referti, l’effettuazione delle prenotazioni delle prestazioni specialistiche, il pagamento dei servizi.

A seguire c’è la telemedicina (26,3%) – intesa come l’insieme dei servizi erogati sul territorio grazie all’utilizzo di tecnologie innovative a supporto delle visite mediche a distanza via internet, del teleconsulto tra medici, delle applicazioni web e mobile per la per la trasmissione di informazioni relative al percorso di cura e alla rilevazione dei parametri vitali – e il Fascicolo Sanitario Elettronico (10,9%), ovvero l’insieme dei dati e dei documenti sanitari che riguardano ciascuno cittadino e che vengono generati da ciascuna prestazione clinica che gli viene erogata.

Ma cosa si aspettano e cosa piace agli italiani quando si parla di digitalizzazione dei servizi sanitari? Per il 24,2% dei commenti il punto di forza è la possibilità per i medici di monitorare i pazienti da remoto, che comporta la riduzione dei tempi di attesa nel contatto tra medico e paziente, e riduce l’ospedalizzazione e l’utilizzo degli ambulatori presenti sul territorio, laddove non sia strettamente necessario farne uso. Il 21,9% ha indicato la possibilità di semplificare i processi dell’intero sistema sanitario nazionale, il 16,1% il risparmio del tempo evitando le lungaggini amministrative, il 12% il miglioramento della qualità dei servizi sanitari.

L’analisi ha inoltre sondato quali siano i timori riguardo al tema della digitalizzazione in sanità. Ne è emerso che le principali barriere alla diffusione di queste famiglia di tecnologie sono l’età e un diffuso senso di inferiorità nazionale. Il 43,5% ritiene, infatti, che la sanità digitale sia troppo complicata, soprattutto per la fascia più anziana (e quindi più numerosa) dei pazienti. Secondo il 41,8%, poi, l’Italia è ancora troppo indietro per quanto riguarda questo ambito e non in grado di promuovere adeguatamente un effettivo processo di digitalizzazione della sanità. Colpisce, infine, l’assenza di preoccupazioni forti per le possibili violazioni della privacy segno tangibile questo del fatto che quando si tratta della salute cambiano le priorità degli utenti.

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