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IeS Factory: il progetto che accompagna le imprese che vogliono diventare intelligenti e sostenibili

IeS Factory: il progetto che accompagna le imprese che vogliono diventare intelligenti e sostenibili

Proporre una nuova visione per far crescere le organizzazioni attraverso persone, processi e tecnologie. È questo in estrema sintesi il cuore pulsante di questa iniziativa che attraverso percorsi esperienziali tra fisico e virtuale consente alle aziende di partire dalle idee sviluppate in laboratorio fino a toccare con mano le soluzioni pensate per loro. L’intervista a Roberto Gemma, CEO di Altea Up, e Alessandro Martignoni, Business Solution Manager di Altea Up e responsabile del progetto

Pubblicato il 02 Nov 2022

Accompagnare le aziende lungo un percorso di trasformazione, proponendo una nuova visione di manifattura sostenibile e di fabbrica intelligente. Ecco l’obiettivo di IeS Factory, acronimo di Intelligente e Sostenibile, che ha visto la nascita di un experience center, che estende il concetto di impresa intelligente anche alle organizzazioni meno strutturate e democratizza l’uso delle tecnologie.

Ci hanno parlato del progetto Roberto Gemma, il CEO di Altea Up – il partner capofila dell’iniziativa portata avanti con Alterna e Resiltech, e in partnership con l’Università del Salento e la Regione Puglia – e Alessandro Martignoni, il responsabile del progetto, nonché Business Solution Manager di Altea Up.

Si parla sempre più di fabbrica intelligente, ma cosa rende davvero intelligente un’azienda

«L’errore di fondo che a volte si commette è quello di andare a sovrapporre il concetto di fabbrica intelligente con quello di tecnologia. Si tratta piuttosto di un’attitudine, di un comportamento, le tecnologie permettono di arrivare a un risultato concreto – ha spiegato Roberto Gemma -. Per me oggi fabbrica intelligente significa avere a che fare con un’organizzazione che sa essere resiliente e adattativa, quasi darwiniana, riuscendo a resistere e ad attraversare tempi incerti e difficili come sono i nostri grazie all’adattamento del proprio modello di business. Una fabbrica che sa anche essere profittevole, perché il profitto non può essere una parte secondaria del processo e contemporaneamente sa essere sostenibile, che non è soltanto una questione di sostenibilità ecologica, ma di una sostenibilità dei propri modelli di business, di come si fa il business e di come questo business viene poi reso profittevole».

«Le tecnologie aiutano, permettono di accelerare i processi e di prendere decisioni in tempi rapidi; sono un abilitatore, ma personalmente non le metto mai al centro. Sono per me sempre un elemento che sta a supporto degli esseri umani», ha aggiunto il CEO. «Il nostro obiettivo è mantenere la bussola fissa sul concetto di azienda intelligente. Non è solo questione di digitalizzarsi, ma di farlo per raggiungere uno scopo ben preciso e capire che tipo di impronta si vuole lasciare sul mercato. Ovviamente il dato e la sua fruibilità, la velocità con cui lo si va ad intercettare e manipolare sono, senza dubbio, un supporto alla nostra capacità di adattarci, di abituarci velocemente a un cambiamento, di essere profittevoli e anche sostenibili».

I capisaldi del progetto

«La nostra volontà è molto chiara, vogliamo accompagnare i C-level in un percorso creato su tre fasi – ha raccontato Martignoni -. Non vogliamo creare qualcosa che sia fine a sé stesso o che sia solamente ricerca e sviluppo; vogliamo piuttosto creare una rete che possa far evolvere, conoscere e abilitare la tecnologia a tutti gli utenti in azienda. Incominciare a pensare ai problemi vecchi con nuovi strumenti: questo è importante perché spesso utilizziamo, anche per i nuovi problemi, le vecchie tecniche».

E per farlo sono stati individuati tre passaggi:

  1. La prima fase, inspire, parte dai bisogni e ruota attorno all’idea di confrontarsi e di esplicitare questi bisogni perché possano essere poi condivisi con il resto dell’azienda e possano accompagnare verso la seconda fase la seconda fase.
  2. In questa fase chiamata meet avvengono collaborazioni con le università e si creano dei workshop, dei momenti di incontro per capire qual è lo stato dell’arte di alcune soluzioni, le esperienze analoghe e le esperienze “dei clienti dei clienti”, al fine di creare una rete di impresa.
  3. L’ultima fase è anche più stimolante, l’engagement: l’obiettivo è di portare i futuri clienti o chi vorrà collaborare nell’experience center in cui si creeranno dei prototipi sull’innovazione tecnologica e tutto ciò che sarà possibile applicare al mondo dell’impresa (ottimizzazione della produzione, manutenzione produttiva ecc.).

IeS Factory: un progetto che si fonda sulla collaborazione di diversi attori

«Non vogliamo creare il classico laboratorio dove delle menti pensanti si mettono lì a ragionare e a tirare fuori delle soluzioni che poi magari sono autoreferenziali, fini a sé stesse. La collaborazione è una delle spinte fondamentali verso l’innovazione, l’innovazione fine a sé stessa non credo che in questo momento ci porti da nessuna parte; la cosa importante è includere, condividere le informazioni per permettere a soggetti terzi di aderire alle iniziative senza paura, con la volontà di arricchirsi insieme – ha puntualizzato Gemma -. Ies Factory è un progetto basato sulla collaborazione di tante aziende non sovrapposte e totalmente sinergiche che operano tutte nella stessa direzione. È un po’ lo stesso spirito che c’è dietro Altea Federation. Abbiamo una partnership con Alterna, la società di Altea Federation con un forte know-how sulla tecnologia Microsoft, con Resiltech, e poi c’è il mondo accademico con Unisalento, che ci aiuta sia nella parte di ricerca pura sia attraverso competenze molto importanti. C’è anche la collaborazione con la Regione Puglia che ha fortemente voluto questo progetto, lo ha finanziato e che crede in noi. L’obiettivo di IeS factory è quello di allargarci a delle partnership esterne, includere i nostri clienti per poter fare non soltanto co-innovazione, che è un termine abbastanza utilizzato, ma proprio far nascere delle idee attraverso un’interazione continua».

Un progetto a portata di PMI

«IeS Factory è nato proprio per essere a portata di PMI perché si fonda anche sul concetto di democratizzare l’innovazione, mettere grazie al Cloud l’innovazione a servizio di tutte quelle aree aziendali che ne hanno bisogno. Nel momento in cui l’innovazione crea vantaggio competitivo ed è fruibile, si trova la perfetta sinergia – ha concluso Martignoni -. Tante sono le dimensioni su cui stiamo lavorando: dall’ottimizzazione della produzione alla manutenzione predittiva, con un occhio di riguardo al discorso della cyber security. Ma pensiamo anche al processo di pianificazione collaborativa: quando c’è una partecipazione attiva dei diversi attori aumenta la velocità con cui si portano avanti i processi e si crea innovazione. Grazie a questi fattori intendiamo mettere a terra alcune soluzioni che possono agevolare il lavoro dei nostri C-level. Ci aspettiamo anche di poter coinvolgere da subito nelle tre fasi del percorso che abbiamo disegnato nuovi attori e nuove collaborazioni».

Per chi volesse sapere di più di questo progetto è possibile collegarsi alla piattaforma IesExperience.it.

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