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Amazon, in forte ascesa il business cloud «Presto un branch office anche in Italia»

Tutto esaurito il primo evento italiano di AWS, la divisione che vende servizi di IaaS, definita da Gartner “straripante leader del mercato”. «In Italia alta domanda anche dalle grandi aziende», spiega il Territory Manager Nicola Previati. Le testimonianze di Gucci, Lamborghini e Vodafone

Pubblicato il 13 Gen 2014

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Nicola Previati, Territory Manager Italy di Amazon Web Services

In vent’anni di vita (li compirà proprio quest’anno) Amazon è diventata uno dei marchi più conosciuti al mondo grazie all’e-commerce, di cui è stata uno dei “pionieri”. Ma il suo business a più rapida crescita, che in qualche anno potrebbe diventare di importanza simile all’e-commerce, è un altro: il cloud computing.

La divisione Amazon Web Services (AWS), che vende servizi di IaaS (infrastructure as a service), va infatti a gonfie vele: «AWS è lo straripante (overwhelming) leader del mercato cloud IaaS, con oltre cinque volte la capacità computazionale dei suoi 14 concorrenti messi insieme», dice Gartner. Secondo Morgan Stanley la divisione potrebbe decuplicare in dieci anni il suo fatturato, dai due miliardi stimati nel 2012 a 24 miliardi, mentre gli analisti di Evercore attribuiscono già ora ad AWS un valore di mercato di 50 miliardi, stimando per il 2015 un fatturato di 8 miliardi.

Uno dei motivi di queste rosee prospettive è che la domanda di servizi IaaS non viene solo dalle startup, come comunemente si crede. Tra i suoi clienti AWS annovera GE, Shell, Samsung, Dow Jones, Unilever, Nasdaq e la CIA, e in Italia realtà come Unicredit, Vodafone, Gucci e Lamborghini. Anche nel nostro Paese infatti l’interesse per i servizi di AWS è molto forte, come dimostra il primo “AWS Summit” organizzato dalla divisione in Italia qualche settimana fa, a Milano, che ha registrato il “tutto esaurito” ben 10 giorni prima dell’evento.

La manifestazione comprendeva tra l’altro un “Lab” con 40 postazioni per provare i servizi AWS, e uno spazio espositivo con i partner italiani Reply Storm, Zero12, 4me, beSharp, Miriade, Logon Technologies, Safenet, Tableau, ed è stata l’occasione per presentare il primo canale tematico di AWS in italiano (su BrightTalk), e il nuovo programma AWS Activate, per aiutare chi inizia a usare i servizi AWS con training, supporto, credito, offerte dei partner.

Il Territory Manager: «In Italia investiremo molto nel canale»

«Registriamo una forte crescita dell’uso dei nostri servizi in Italia, dove per ora c’è solo una struttura Amazon Italia, ma creeremo anche un branch office di AWS, perché alcuni clienti hanno bisogno di essere supportati – ci ha spiegato Nicola Previati, Territory Manager per l’Italia di AWS -: parlo soprattutto di grandi aziende con infrastrutture IT molto consolidate, che oltretutto sono meno portate delle startup a utilizzare questi servizi in self-service». Il discorso startup comunque rimane importante: «Il nuovo programma AWS Activate si rivolge soprattutto alle nuove realtà sostenute dai Venture Capital e incubatori con cui collaboriamo, per esempio H-Farm, ShakeChat, Twenty Lines».

In Italia, continua Previati, AWS investirà molto nel canale: «Ci interessano partner con forti competenze di cloud computing in senso lato, di due tipi: system integrator (consulting), e poi technology partner che sono essenzialmente ISV. Un esempio è 4me, che offre la sua soluzione di content management sul nostro marketplace: si può comprare come SaaS puro, o come istanza ad hoc su AWS». AWS in Italia cerca anche figure da assumere direttamente: «Ci interessa un buon background tecnico anche per i ruoli commerciali».

Nel nostro Paese Previati non vede trend particolari: «Il più importante è che nelle grandi aziende per determinati progetti si inizia a ragionare come le startup, sperimentando progetti innovativi che grazie al fatto di essere fatti in cloud hanno costi di potenziale fallimento molto bassi. Un’altra tendenza interessante vede alcune aziende basare su infrastruttura cloud anche applicazioni mission critical: un esempio è Imperia & Monferrina, che in occasione di una fusione ha cambiato sistema ERP, adottando Oracle E-Business Suite su infrastruttura AWS».

Per quanto riguarda la sicurezza, «il cliente sceglie la Region e i dati rimangono lì (AWS ha diviso i suoi data center nel mondo in otto Region, ne parleremo più avanti, ndr): questo è già un buon punto di partenza per essere compliant con gran parte delle normative. Poi un concetto molto importante è la condivisione delle responsabilità: di alcuni strati rispondiamo noi, di altri risponde il cliente, per esempio la gestione dell’OS».

«Ogni giorno aggiungiamo l’infrastruttura per supportare un’azienda da 7 miliardi»

Tornando all’evento di Milano, Carlos Conde, Senior Manager Solutions Architecture di AWS, ha fatto il punto sulla proposizione di valore del cloud di Amazon: «Abbiamo lanciato i primi servizi cloud nel 2006, e ora abbiamo centinaia di migliaia di clienti in 190 Paesi. Il nostro servizio IaaS per eccellenza è AWS EC2 (EC2 sta per Elastic Computing Cloud, ndr), che fornisce un’infrastruttura web per disporre di macchine virtuali completamente on demand, ma offriamo oltre 30 tipi di servizi in cinque aree: Compute & Networking, Storage & Content Delivery, Database, Deployment & Management, e App Services».

Quest’offerta, continua Conde, permette di trasformare l’IT aziendale in funzione dei driver oggi imposti dallo scenario economico: variabilizzazione dei costi, economie di scala, elastic capacity, velocità e agilità, focus sul business, e riduzione dei rischi dell’innovazione. «Per quanto riguarda la variabilizzazione dei costi, i nostri servizi si pagano in funzione dell’uso, e non occorrono investimenti iniziali, mentre per le economie di scala basti dire che ogni giorno aggiungiamo all’infrastruttura AWS una quantità di server pari a quella che ci serviva per supportare Amazon.com quando era un business da 7 miliardi, e che dal 2006 abbiamo ridotto le tariffe di 38 volte».

L’elastic capacity, sottolinea Conde, è il pilastro fondamentale dell’offerta AWS. «Se ci si costruisce l’infrastruttura da soli si hanno rigidità, sottoutilizzi e insufficienze nei momenti di picco della domanda: noi diamo la capacità di cui il cliente ha bisogno in ogni momento, con tempi d’erogazione molto inferiori rispetto alle soluzioni “in casa”, e la possibilità di scalare sia verso l’alto, sia verso il basso». Conde ha poi parlato di una serie di casi per dimostrare che AWS ha clienti in un’ampia gamma di settori, dall’healthcare al finanziario (Unicredit), dall’hospitality al media/advertising, dall’hi-tech (Samsung) all’oil&gas (Shell), fino alla distribuzione del software: «Su AWS Marketplace sono disponibili quasi mille soluzioni di terze parti, preconfigurate per girare su AWS».

Sicurezza: responsabilità condivisa tra vendor e azienda utente

Del fondamentale tema della sicurezza dei dati dei clienti in cloud ha poi parlato Dob Todorov, Principal Security e Compliance Architect EMEA di AWS. «Un primo elemento di garanzia è l’organizzazione della nostra infrastruttura globale, che è divisa in Regioni, Availability Zone ed Edge Location». Le Region sono dieci nel mondo, ciascuna è un insieme indipendente di data center AWS, e a sua volta si divide in diverse Availability Zones indipendenti, che non condividono failure point e sono connesse su una rete a bassa latenza. Il cliente può scegliere la Region (di solito in base alla vicinanza agli utenti finali, e alla conformità a normative e compliance): «Per esempio, se si intende sviluppare un’applicazione per utenti italiani o europei, la Region più indicata è l’Irlanda». Le Edge Location (una è a Milano) poi servono a ridurre la latenza e migliorare le performance per gli utenti finali nelle immediate vicinanze.

Amazon, continua Todorov, fornisce garanzie in termini di sicurezza fisica dei data center, firewall, autenticazione, crittatura a vari livelli, ma il concetto fondamentale è che la responsabilità della sicurezza, come sempre nell’IaaS, è condivisa tra fornitore e cliente: sostanzialmente la gestione di tutto ciò che è sopra al livello hypervisor (cioè sistema operativo, middleware e applicazioni) rimane al cliente, anche se questo può affidarsi a terze parti o alla stessa Amazon. «E’ fondamentale distinguere tra sicurezza del cloud e sicurezza nel cloud».

I casi Gucci, Lamborghini e Vodafone

Come accennato, all’AWS Summit hanno parlato anche diversi clienti italiani. Per Gucci il Learning e Development Director Worldwide Davide Paganoni ha raccontato lo sviluppo di un corso di formazione online. «Avevamo l’esigenza di sviluppare gli skill di gestione del talento dei nostri manager: l’80% di loro è all’estero, quindi il programma doveva essere globale, e volevamo qualcosa di innovativo, quindi abbiamo fatto un’App per iPad, basata su un caso aziendale tipo “gioco di ruolo”, con esercizi di hiring, performance management, attribuzione di obiettivi: fruibile in wi-fi, gira su AWS, su cui l’abbiamo sviluppata e resa operativa in poche settimane».

Lamborghini invece aveva un problema di rilancio della presenza online, spiega il Digital Marketing Manager Roberto Ciacci: «Il quadro di partenza era molto critico, con infrastruttura obsoleta, non scalabile, banda fissa, niente supporto IT interno e tempi del progetto strettissimi: con AWS in 38 giorni abbiamo messo in linea il nuovo sito, con aumento annuo del 346% del traffico, capacità di gestire i picchi (Fiere e Saloni, lancio di nuovi modelli), e una riduzione del 25% del costo per visita».

Quanto a Vodafone, ha utilizzato AWS per rifare il servizio di ricarica online, ha spiegato Giuseppe Vironda, Head Online Sales & Services Vodafone Italy. «Dovevamo rilanciare un servizio che fino a un anno fa richiedeva di registrarsi online, inserire i dati anagrafici, e compilare 31 campi con 6 passaggi e 7 click: oggi è multicanale – su desktop, smartphone, app, Facebook – richiede 2 passaggi, 2 click e cinque campi da compilare, possiamo gestire la forte variabilità degli accessi nel giorno e nella settimana, ed è molto semplice introdurre modifiche e promozioni. Risultato: abbiamo aumentato il conversion rate di 4 volte, e il parametro NPS di 10 punti, superando quota 70».

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