Interviste

Commercialisti, l’incontro con il digitale non si può più rinviare

È vicina la scadenza del 31 marzo, che prevede l’estensione dell’obbligo della fatturazione elettronica agli Enti pubblici che non sono stati coinvolti nella prima scadenza del 6 giugno 2014. Ma i professionisti contabili ancora faticano a comprendere pienamente quale ruolo giocare e quanto sia fondamentale mettere a disposizione le proprie competenze. L’intervista ad Andrea Cortellazzo, Dottore Commercialista e Promotore di Menocarta.net

Pubblicato il 20 Feb 2015

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Andrea Cortellazzo, Dottore Commercialista e Promotore di Menocarta.net

I commercialisti ancora oggi nella maggior parte dei casi vedono il loro ruolo legato meramente alla revisione dei conti e alla gestione di tutti gli adempimenti fiscali. Sono ancorati al passato, a competenze che si riconducono ancora agli anni del dopoguerra quando l’economia viveva profondi cambiamenti ed aveva tassi di crescita e sviluppo straordinari. Ma con la diffusione dell’informatica e l’avvento di internet anche per questi professionisti le cose sono cambiate.

Soprattutto da quando si è cominciato a parlare di fatturazione elettronica obbligatoria verso la PA.

È questo il punto da cui parte Andrea Cortellazzo, Dottore Commercialista e Promotore di Menocarta.net, la rete d’impresa nata a fine 2012 dall’aggregazione di tre aziende del Veneto, tre della Campania, una del Lazio e una della Lombardia. Menocarta.net è conosciuta anche come “rete di Filiera “ del settore “ICT per professional services”, e si rivolge principalmente a Dottori Commercialisti, Aziende ed Enti quale partner tecnologico e di processo per progetti aziendali di digitalizzazione e conservazione sostitutiva a norma.

«Anche se sono passati 14 anni da quando sono stati emanati i primi decreti in merito alla Conservazione Sostitutiva a Norma e in particolare in tema di Fatturazione Elettronica – uno dei passaggi fondamentali risale al 2004 con il primo decreto sulla valenza fiscale della conservazione sostitutiva a norma – in pochi si sono posti il problema di arrivare preparati all’obbligo della Fatturazione elettronica verso la PA», afferma Cortellazzo, secondo cui sarebbe stato opportuno sfruttare proprio questi anni per stimolare in maniera convincente un’evoluzione culturale.

Lo stato dell’arte a oggi, quando ci troviamo tra le scadenze del 6 giugno 2014 – data in cui è decorso l’obbligo della fatturazione elettronica per Ministeri (inclusi gli uffici periferici e territoriali, tra cui anche le Scuole e l’Arma dei Carabinieri), Agenzie fiscali ed enti nazionali di previdenza – e del 31 marzo 2015, in cui la disposizione sarà estesa anche ai restanti enti nazionali, è poco rassicurante.

«Sono pochi i professionisti e le organizzazioni professionali, in particolare quelle contabili, oggi in grado di argomentare a ragion veduta su questo tema. Ancora meno sono quelli che hanno compreso che dietro alla fatturazione elettronica c’è una sostanziale «standardizzazione e automazione di un processo che deve portare alla gestione automatica degli incassi dei pagamenti verso gli enti pubblici e tra aziende private», continua Cortellazzo, dove fondamentale sarà garantire l’“integrità della fattura elettronica”.

In prima battuta emerge quindi che la categoria dei commercialisti non ha saputo, o non ha voluto, avere un ruolo attivo in questa partita. Quello che manca, di fatto, è proprio una visione d’insieme.

I professionisti in questo contesto oggi possono giocare due ruoli: il responsabile della conservazione sostitutiva o il “sottoscrittore” dei flussi di fatturazione elettronica, verso la PA e nel mondo B2B.

Il primo ruolo è quello più diffuso e riguarda gli ambiti amministrativo, contabile e fiscale. «Un bravo commercialista è perfettamente in grado di ricoprire al meglio questo ruolo, coordinando anche gli eventuali servizi in outsourcing: questo di sicuro è stato ed è tuttora il percorso meno faticoso per la categoria», ci tiene a sottolineare Cortellazzo: non c’è alcun ragionevole motivo che chi è già il responsabile della conservazione di tutte le “carte” di un’azienda o ente non lo possa fare quando si tratta di documenti digitali.

Il secondo caso è quello più di frontiera, «è un ruolo che ci vede strizzare l’occhio al mondo bancario, in cui come categoria possiamo attestare con la firma digitale “l’autenticità” e “l’integrità” del flusso di fatturazione, certifichiamo la conformità dei processi, a monte della conservazione a norma, quale l’intero ciclo attivo aziendale».

In tal senso uno dei servizi più interessanti che i diversi Ordini territoriali dei Commercialisti possono offrire è orientato verso le banche, per le quali potranno svolgere il compito di “selezionatori” sul territorio di un certo numero di professionisti iscritti all’Ordine, con un proprio “certificato di firma digitale remota”, in grado di attestare i flussi di fatturazione elettronica delle aziende: in questo mondo i Commercialisti diventano un vero e proprio tramite tra il mondo B2B e le banche, soprattutto per conto delle PMI, che normalmente hanno rapporti continuativi con gli stessi professionisti, e che viceversa fanno fatica a interfacciarsi con gli istituti di credito.

«Questo servizio/ruolo nasce con l’idea di risolvere una criticità che riguarda l’interazione tra il mondo bancario e le aziende – rincara Cortellazzo -. Si pensi che al momento attuale non esiste nessun istituto di credito italiano in grado di scontare, quindi di anticipare, i flussi di fatturazione elettronica emessi verso la PA, anche qualora una fattura verso un Ministero di qualche milione di euro fosse stata emessa e accettata con tutte le corrette ricevute a corredo. E se ci sono queste difficoltà quando la fattura comporta un obbligo di pagamento per la parte pubblica, figuriamoci quando si parlerà di fatture tra aziende private».

Le aziende soprattutto quelle medio-piccole, ma anche quelle di grandi dimensioni, devono partire col piede giusto e, pertanto, a garanzia del fatto che “l’operazione fattura elettronica” in Italia possa raggiungere gli obiettivi prefissati dal Governo nel breve termine, è fondamentale che i Professionisti contabili mettano a disposizione le proprie competenze. «Per questo – conclude Cortellazzo – è fondamentale che i Professionisti contabili mettano a disposizione le proprie competenze: voler attestare l’autenticità e l’integrità dei flussi di fatturazione elettronica, in particolare a vantaggio del sistema bancario per supportarne le dinamiche dello sconto e dell’anticipo e anche dell’eventuale successiva dinamica di “cessione dei crediti”, sarebbe la conferma di un ruolo per i Commercialisti Italiani di reale utilità per il Paese, ora che la digitalizzazione è diventata una vera priorità e urgenza».

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