Produttori, distributori e retailer devono ripensare le loro catene di approvvigionamento, rendendole un vero e proprio elemento di differenziazione per soddisfare al meglio le esigenze dei clienti, e non un mero centro di costo. È così che la pensa Inna Kuznetsova, la manager che, con quasi 20 in IBM alle spalle e molteplici incarichi executive, da giugno di quest’anno ricopre il ruolo di Amministratore Delegato di ToolsGroup, realtà globale che fornisce software di pianificazione e ottimizzazione della Supply Chain.
Who's Who
Inna Kuznetsova
La disruption delle catene di approvvigionamento
Intervistata sull’attuale crisi della logistica e sulle strategie da adottare per trasformare un momento complesso in opportunità, la CEO, dal suo punto d’osservazione privilegiato, ha condiviso alcune riflessioni.
Sulla base della sua esperienza e alla luce di quello che è successo negli ultimi due anni e mezzo quali sono le principali sfide della Supply Chain?
«Le Supply Chain in tutto il mondo stanno vivendo pesanti interruzioni e una vera disruption. Si verificano ritardi e carenze di materie prime, componenti e risorse, complici la variabilità della domanda dei consumatori durante e dopo la pandemia, le chiusure di porti e terminal legati al Covid-19, l’aumento dell’inflazione e gli eventi geopolitici. La comparsa del cosiddetto bullwhip effect (in italiano “effetto frusta”) – un ritardo tra il segnale di variazione rilevato nel mercato e le modifiche da applicare a livello di produzione e distribuzione – amplifica l’impatto negativo sui livelli di servizio e sui ricavi. La necessità di accumulare più scorte e l’aumento dei tassi di interesse accrescono la necessità di avere capitale circolante. E tutto ciò, in conclusione, spinge a dover ripensare le catene di approvvigionamento».
Ultimamente si parla spesso di reshoring o onshoring (in opposizione all’offshoring), quale strategia per affrontare contesti sempre più incerti, qual è la sua idea in merito?
«Se è vero che l’onshoring può ridurre i tempi di consegna, lo è altrettanto che non sempre è fattibile, né risolve tutti i principali problemi. La scelta del sito produttivo dipende da molti fattori, dall’approvvigionamento delle materie prime alle competenze della forza lavoro, dalla ricerca dei fornitori giusti alla costruzione degli impianti, fino ad arrivare all’implementazione dei controlli di qualità. A seconda del settore, il processo può richiedere anni e non sempre si ottengono i risultati sperati a causa di fattori oggettivi come la disponibilità di acqua, energia, infrastrutture e forza lavoro qualificata.
Anche se implementato con successo, l’onshoring può abbassare i tempi di consegna, ma non garantire la produzione e distribuzione dello stock corretto, né ridurre i rischi nel caso in cui i nuovi fornitori vadano incontro a interruzioni. Oggi è evidente la necessità di ridisegnare le Supply Chain tenendo conto di due fattori: riduzione di ridondanze e rischi, nonché pianificazione avanzata della domanda e allocazione della fornitura per rispondere rapidamente ai segnali del mercato. L’onshoring è solo una delle tattiche, ma non è certo una bacchetta magica».
Secondo lei quanto la digitalizzazione, con le tecnologie AI e IoT in prima linea, può supportare le aziende nella creazione di Supply Chain resilienti e al tempo stesso reattive alla variabilità della domanda?
«Le tecnologie basate sull’Intelligenza Artificiale aiutano le aziende a pianificare meglio la domanda, ottenere una migliore visibilità sullo stock e implementare un processo di evasione dinamica degli ordini. Contribuiscono a ottenere una migliore adattabilità ai prezzi e alle promozioni, pianificare assortimenti e altri aspetti della gestione di migliaia di SKU (Stock Keeping Unit, i codici che indicano le caratteristiche di un prodotto: prezzo, colore, stile, marca, genere, tipo e taglia) in un mercato in rapida evoluzione. Quando le tecnologie vengono introdotte in modo opportuno, produttori, distributori e retailer acquisiscono risultati misurabili in termini di miglioramento del livello di servizio, di aumento dei ricavi e di riduzione dei costi. E questo noi lo sperimentiamo quotidianamente: supportando tutte e tre le categorie nella pianificazione della domanda, ToolsGroup ha, infatti, una visibilità diretta su come le aziende riescano a differenziarsi dai competitor e ad avere più successo nel garantire quanto promesso ai clienti, grazie alle soluzioni basate sull’AI».
ToolsGroup affronta le sfide della Supply Chain con l’aiuto dell’AI
Entrando più nello specifico, è interessante vedere cosa un’azienda come ToolsGroup sta mettendo in campo per rispondere alle sfide della Supply Chain sotto la guida energica di Inna Kuznetsova.
Quali sono secondo lei i punti di forza di ToolsGroup su cui continuare a lavorare per rafforzare il business?
«ToolsGroup ha sviluppato un motore di Intelligenza Artificiale che supporta l’ambito del demand planning e da oltre 25 anni accompagna produttori e distributori nei loro percorsi di ottimizzazione della gestione di scorte e approvvigionamenti, forte della sua esperienza nel mondo della Supply Chain, del suo ruolo di consulente e della sua innovativa cultura ingegneristica incentrata sul valore per il cliente.
Le nostre recenti acquisizioni nel perimetro del mondo Retail – JustEnough alla fine del 2021 e Onera nel 2022 – hanno esteso il nostro campo di azione, che oggi ci consente anche di proporre dei progetti che consentono di migliorare assortimento e clustering o di individuare promozioni più efficaci, e ancora di avere piena visibilità dell’inventario per una gestione degli ordini più efficiente. Non solo, garantiamo ancora più flessibilità nel rispondere alle interruzioni del mercato. Forniamo un valore unico ai retailer integrati verticalmente in grado di ottimizzare la loro Supply Chain, in ottica end-to-end, dall’origine al punto vendita o all’evasione degli ordini eCommerce.
Tutto questo avendo alle spalle esperienza sulle tecnologie di Artificial Intelligence, una miscela di competenze di data scientist, tecnologi ed esperti di Supply Chain, e una profonda conoscenza dei settori in cui operiamo, produzione, distribuzione e vendita al dettaglio».
La storia di ToolsGroup è fatta di acquisizioni, partnership e collaborazioni, e una presenza a livello globale: quali sono gli obiettivi per il 2022?
«Da sempre ci concentriamo sul miglioramento costante del valore che offriamo ai nostri clienti. Per il 2022 abbiamo intenzione di semplificare ulteriormente la User Experience per rendere le nostre soluzioni ancora più facili da usare e a portata di un pubblico più ampio. Stiamo integrando le nostre nuove funzionalità nei segmenti Retail e stiamo sperimentando nuovi modi per supportare i rivenditori integrati verticalmente. Contestualmente, continuiamo a sviluppare nuove funzionalità per il settore manifatturiero, per potenziare le nostre soluzioni per la pianificazione della domanda, ad esempio grazie all’integrazione con sistemi ERP come Microsoft Dynamics, e ad accrescere il nostro ecosistema di partner per fornire soluzioni in grado di rispondere a un insieme più ampio di esigenze».
Nel ruolo di CEO di ToolsGroup quale leadership adotterà? Quale obiettivo si prefigge?
«Abbiamo intrapreso un percorso che accelererà la nostra crescita, e per farlo serve più che mai poter contare su un management in grado di essere presente sia nella gestione delle attività quotidiane, sia a livello più strategico. Puntiamo molto su questo aspetto, e stiamo costruendo un team di professionisti, globale e diffuso, che sia in grado di supportare questo percorso con convinzione e che abbia non solo una profonda conoscenza della Supply Chain, ma anche delle migliori metodologie del settore e della tecnologia moderna».