GUIDE E HOW-TO

Telemedicina: che cos’è, come funziona, esempi in Italia

Dalle visite mediche a distanza fatte via internet, al teleconsulto tra medici, fino ad arrivare alle applicazioni web e mobile per la per la trasmissione di informazioni relative al percorso di cura e alla rilevazione dei parametri vitali dei pazienti: ecco come la Telemedicina abilita i servizi erogati sul territorio grazie all’utilizzo di tecnologie innovative

Pubblicato il 07 Ott 2021

telemedicina

La Telemedicina prende forma dall’incontro tra la medicina tradizione e il digitale. Negli ultimi anni nel nostro Paese è progressivamente cresciuta l’attenzione per i progetti di assistenza medica online, ma è con l’emergenza da Covid-19 che la Telemedicina ha attirato l’attenzione degli operatori del settore, anche nell’ottica di offrire prestazioni da remoto ai pazienti non malati di Covid.

Ma facciamo un passo indietro per cercare di inquadrare meglio il tema e capire i benefici e gli ambiti di applicazione della Telemedicina.

Che cosa è la Telemedicina e come funziona

Secondo quanto riportano le linee di indirizzo nazionale del Ministero della Salute, per Telemedicina si intende una “modalità di erogazione di servizi di assistenza sanitaria, tramite il ricorso a tecnologie innovative, in particolare alle Information and Communication Technologies (ICT), in situazioni in cui il professionista della salute e il paziente (o due professionisti) non si trovano nella stessa località”. La Telemedicina comporta la trasmissione sicura di informazioni e dati di carattere medico (in diversi formati: testo, suoni, immagini o altre forme) necessari per la prevenzione, la diagnosi, il trattamento e il successivo controllo dei pazienti. Sempre secondo il Ministero della Salute, i servizi di Telemedicina vanno assimilati a qualunque servizio sanitario diagnostico/ terapeutico. Tuttavia la prestazione erogata in Telemedicina non sostituisce la prestazione sanitaria tradizionale nel rapporto personale medico-paziente, ma la integra per cercare di migliorare efficacia, efficienza e appropriatezza.

Guarda il video – “Le sfide e le opportunità della Telemedicina in Italia”: il punto di Chiara Sgarbossa, Direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano

Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), con Telemedicina si indica “l’erogazione  di  servizi  di  cura  ed  assistenza,  in  situazioni  in  cui  la  distanza  è  un fattore  critico,  da  parte  di  qualsiasi  operatore sanitario attraverso  l’impiego  delle tecnologie  informatiche  e  della  comunicazione  per  lo  scambio  di  informazioni  utili alla  diagnosi,  al  trattamento  e  alla  prevenzione  di  malattie  e  traumi,  alla  ricerca  e alla  valutazione  e  per  la  formazione  continua  del  personale  sanitario,  nell’interesse della salute dell’individuo e della comunità”.

Le prime sperimentazioni della Telemedicina sono nate per rispondere a una specifica esigenza: garantire un’assistenza adeguata anche a coloro che si trovano in aree geografiche remote e poco servite o in situazioni disagiate. In Italia, una delle prime applicazioni risale al 1976 quando, utilizzando la linea telefonica, furono trasmessi degli elettrocardiogrammi a distanza.

In generale sono stati la volontà di mantenere un servizio assistenziale efficiente con alti standard qualitativi e l’aumento della prevalenza delle cronicità, nonché l’esigenza di tenere sotto controllo la spesa sanitaria, a dare il la per portare avanti negli anni la sperimentazione di nuovi modelli di cura.

Quando è nata la Telemedicina

La Telemedicina ha trovato le sue prime applicazioni negli anni ’60. È del 1964 il programma della Nasa Integrated Medical and Behavioral Laboratories and Measurement Systems che puntava a monitorare i dati biometrici degli astronauti per lungo tempo lontani dalla Terra e fornire un supporto a distanza in caso di emergenza medica attraverso la possibilità di guidare i compagni di viaggio nella diagnosi e in un eventuale primo intervento. Probabilmente uno dei primi e più famosi usi della telemedicina in ambito ospedaliero è invece quando, tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60, un collegamento televisivo a circuito chiuso è stato stabilito tra il Nebraska Psychiatric Institute e il Norfolk State Hospital per realizzare consulti psichiatrici.

Progetti di successo della Telemedicina italiana

Due progetti italiani nell’ambito della Telemedicina che stanno riscuotendo successo sono quelli sviluppati dalle startup DaVinci Healthcare e Careapt.

DaVinci Healthcare viene lanciata ufficiale a gennaio 2019, il suo obiettivo: avvicinare l’utente medio al mondo della sanità, supportandolo nel prendersi maggiormente cura di sé. L’utilizzo del servizio di Telemedicina è molto semplice. Una volta registrati al sito web o sulla app scaricabile da iOS o Android ed aver risposto ad una serie di domande relative alle necessità personali, il dottore contatta il paziente all’orario prestabilito. Il consulto potrà avvenire via messaggi, chiamate audio e video, e una volta concluso sarà rilasciato il referto. Contatto consulto e pagamento avvengono tutti via web all’interno della piattaforma DaVinci.

ParkinsonCare è il progetto di Telemedicina realizzato da Careapt, startup del gruppo Zambon, e, come dice il nome, è specificatamente pensato per l’assistenza da remoto di pazienti cronici affetti da malattie neurovegetative. Grazie alla collaborazione con Confederazione Parkinson Italia Onlus il servizio è stato reso gratuitamente durante il lockdown registrando, a luglio a 2020, dopo appena tre mesi, 4.500 chiamate, 3.389 interventi di teleassistenza, 235 video-consulti con neurologi e altri professionisti del team multidisciplinare.

Più risorse per la Telemedicina

Enti di ricerca, università, società scientifiche, fino ad arrivare al Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e al Ministero della Sanità, stanno lavorando per supportare la diffusione della Telemedicina sul territorio italiano. Ne è un esempio l’iniziativa del Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali dell’Istituto Superiore di Sanità che dall’inizio dell’emergenza nazionale da Covid-19 sta collaborando con le realtà operative sul territorio italiano fornendo il suo supporto alla realizzazione di soluzioni concrete, rapide da applicare e aderenti alle norme vigenti e tali da offrire le migliori garanzie di sicurezza sanitaria sia per i pazienti che per i professionisti.

Proprio la consapevolezza sulle potenzialità della Telemedicina acquisita durante l’emergenza pandemica è alla base della scelta di annoverarla, nero su bianco, tra le attività da finanziare comprese nel Pnrr. Allo sviluppo di reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale sono stati infatti allocati 7 miliardi di euro. Con questo intervento si intende “rafforzare le prestazioni erogate sul territorio grazie al potenziamento e alla creazione di strutture e presidi territoriali, il rafforzamento dell’assistenza domiciliare, lo sviluppo della telemedicina e una più efficace integrazione con tutti i servizi socio-sanitari”, si legge sul documento. “I servizi di telemedicina, contribuendo ad affrontare le principali sfide dei Sistemi Sanitari Nazionali – si legge ancora –, rappresentano un formidabile mezzo per: contribuire a ridurre gli attuali divari geografici e territoriali in termini sanitari grazie all’armonizzazione degli standard di cura garantiti dalla tecnologia; garantire una migliore ‘esperienza di cura’ per gli assistiti; migliorare i livelli di efficienza dei sistemi sanitari regionali tramite la promozione dell’assistenza domiciliare e di protocolli di monitoraggio da remoto”.

Vantaggi della telemedicina per pazienti e medici

Come detto, con la Telemedicina è possibile migliorare l’erogazione dei servizi sanitari attraverso una maggiore collaborazione tra i vari professionisti sanitari coinvolti nel percorso di cura e i pazienti. In generale, come si può intuire, gli strumenti di Telemedicina consentono di assistere i pazienti, visitarli e fare consulti da remoto; inviare e ricevere documenti, diagnosi e referti in modo immediato a distanza; tenere costantemente monitorati i parametri vitali dei pazienti in cura.

Entrando nel merito dei benefici legati ai progetti di Telemedicina se ne possono citare in particolare quattro:

1. Equità di accesso

Grazie alla Telemedicina è possibile raggiungere anche pazienti che si trovano in aree scarsamente raggiungibili come le comunità montane, le piccole isole o le aree rurali poco collegate alle città.

2. Migliore qualità dell’assistenza garantendo la continuità delle cure

Con la Telemedicina è possibile garantire un’assistenza sanitaria in sicurezza, evitando ai pazienti di recarsi presso gli studi dei medici e degli specialisti, o presso le strutture di cura, e viceversa permette ai medici di seguire da remoto le persone che hanno in cura.

Questo aspetto è ancora più decisivo quando si parla delle patologie croniche, che se gestite in continuità assistenziale, anche grazie all’integrazione tra ospedale e territorio, permettono una gestione più razionale del paziente presso il suo domicilio.

Inoltre, poter contare sui servizi di Telemedicina, consente ai pazienti di usufruire anche del supporto medico-terapeutico delle strutture di eccellenza presenti sul nostro territorio, a prescindere dalla loro ubicazione. È il caso ad esempio del Centro Neurologico Besta e dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.

3. Migliore efficacia, efficienza, appropriatezza

Quando si parla di salute, il nostro Paese deve fare i conti con due elementi che caratterizzano la sua popolazione: il 22,8% ha più di 65 anni (dati Istat 2019) e il 40% è affetto da malattie croniche, per un totale di 24 milioni di persone, di cui 12,5 milioni con multi-cronicità (dati Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane).

Basta guardare queste evidenze per comprendere come la Telemedicina sia la risposta per rendere più semplice la collaborazione tra i diversi stakeholder che interagiscono lungo il percorso di cura dei pazienti, migliorare l’interazione medico-paziente e rendere tempestive le azioni da intraprendere, riducendo i rischi legati ad eventuali complicanze, il ricorso all’ospedalizzazione, i tempi di attesa e ottimizzando l’uso delle risorse disponibili.

Ma non si esauriscono qui i benefici: se si adottano piattaforme che semplificano l’interazione tra professionisti e con i cittadini aumenta l’efficienza dei clinici, e di conseguenza si riesce cosi anche a mitigare un’altra grossa sfida della sanità, ovvero la carenza di personale sanitario (clincians shortage), che raggiungerà i 14 milioni nel 2030, secondo le stime della World Health Organization.

4. Contenimento della spesa

Secondo gli ultimi dati Eurostat, in Italia la spesa sanitaria è pari all’8,9% del PIL. E il dato è destinato ad aumentare se si considera che secondo il Rapporto Osservasalute 2018 la spesa sostenuta dallo Stato per l’assistenza dei malati cronici toccherà i 70,7 miliardi di euro nel 2028 (oggi è poco più di 67 miliardi di euro).

Classificazione dei servizi di Telemedicina: quali sono e come funzionano

Sempre secondo le linee del Ministero della Salute, i servizi di Telemedicina possono essere classificati in 3 grandi macro-aree: Telemedicina specialistica, Telesalute e Teleassistenza.

Con la Telemedicina specialistica i pazienti possono fruire di servizi e prestazioni a distanza nell’ambito di una specifica disciplina medica. Rientrano in questa categoria le seguenti modalità di interazione:

  • la Televisita, che prevede l’interazione di paziente e medico/specialista attraverso un supporto video in tempo reale;
  • il Teleconsulto, in cui a interagire sono medici e specialisti per definire una diagnosi o scegliere una terapia. Si tratta di un’attività di consulenza a distanza;
  • la Telecooperazione prevede l’assistenza di un medico o di un altro operatore sanitario a un altro medico o altro operatore sanitario mentre svolge la prestazione.

La Telesalute prevede un servizio di assistenza personalizzato che mette in collegamento diretto i pazienti (soprattutto quelli cronici o gli anziani) con il loro medico, che li assiste nella diagnosi, nel monitoraggio dei parametri vitali,  nella gestione del percorso di cura, attraverso il Telemonitoraggio dei loro parametri vitali a distanza. La registrazione e trasmissione dei dati può essere automatizzata o realizzata da parte del paziente stesso o di un operatore sanitario, e questa modalità d’interazione prevede un ruolo attivo del medico e del paziente.

Infine, con il termine Teleassistenza si indicano tutti quei servizi di socio-assistenza a persone fragili o diversamente abili, presso il loro domicilio, tramite la gestione di allarmi, l’attivazione dei servizi di emergenza o di chiamate  di  “supporto”  da  parte  di  un  centro  servizi.

Applicazioni ed esempi della Telemedicina in Italia (Covid-19)

Prima dell’emergenza, in Italia si investiva ancora molto poco in Telemedicina e, in particolare, in soluzioni di Telemonitoraggio dei pazienti da remoto. Si trattava, nella maggior parte dei casi di progetti di sperimentazione e il livello di utilizzo da parte dei medici era limitato: secondo la ricerca 2019 dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano solo il 5% dei medici specialisti e il 3% dei medici di famiglia utilizzavano queste soluzioni, nonostante oltre la metà fosse interessato a farlo.

I nuovi dati pubblicati dall’Osservatorio mostrano invece come con l’emergenza Coronavirus si siano definitivamente accesi i riflettori sulla Telemedicina. Adesso tre specialisti su quattro ritengono che sia stata decisiva nella fase di emergenza e il 36% si è convinto dei benefici e intende utilizzarla in futuro. I servizi di Telemedicina che più attirano l’interesse dei medici sono il Teleconsulto con uno specialista, il Teleconsulto con un medico di medicina generale e il Tele-monitoraggio, seguiti dalla Teleassistenza e dalla Telecooperazione. Mediamente, secondo i Medici di Medicina Generale, si potrebbe svolgere attraverso strumenti digitali il 30% delle visite a pazienti cronici e il 29% delle visite ad altre tipologie di pazienti, mentre per i medici specialisti queste percentuali scendono rispettivamente al 24% e al 18%.

Come sottolinea Chiara Sgarbossa, Direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità: «L’emergenza sanitaria ha segnato una transizione importante nell’opinione dei medici rispetto agli strumenti digitali di comunicazione con il paziente, soprattutto verso quelli più innovativi come le piattaforme di collaboration e quelle dedicate. Affinché si possano diffondere in futuro sarà molto importante che sia il medico stesso a proporre questo tipo di piattaforme ai propri pazienti, in aggiunta ai canali fisici e tradizionali», afferma.

Rispetto a questo tema è interessante osservare che le soluzioni come Teleconsulto e Televisita sono state indicate come fondamentali per monitorare le condizioni di salute di positivi o sospetti positivi al Covid-19 anche dal 67% dei cittadini italiani, che hanno partecipato all’indagine condotta da Nomisma, nell’ambito dell’Osservatorio “Lockdown: come e perché sta cambiando le nostre vite”. Anche nelle persone è cresciuta quindi la consapevolezza del ruolo che ha la tecnologia, a tal punto che per il 61% degli italiani il digitale giocherà un ruolo importante nella gestione della sanità anche una volta superata l’emergenza Coronavirus.

Le tecnologie a supporto della Telemedicina

I servizi di assistenza da remoto così come li intendiamo noi oggi hanno visto le loro prime sperimentazioni con la diffusione di internet e della banda larga, e a seguire del Cloud.

È grazie a piattaforme di collaboration in Cloud, come Microsoft Teams, che oggi i medici e gli specialisti riescono a raggiungere i loro pazienti e a interagire con loro con le videochiamate, per effettuare visite.. Dall’altro lato, i pazienti con questi strumenti possono condividere in modo sicuro e compliant  alla normativa la documentazione con il medico (come referti e diagnosi pregresse), compilare eventuali moduli, fare domande, e in generale avere un rapporto continuativo con il proprio medico.

Queste piattaforme di Telemedicina permettono anche l’interazione tra i medici e gli specialisti nel caso di consulti e definizione del percorso di cura.

Esiste poi una gamma di piattaforme di Telemedicina multidisciplinari e pluripatologiche che integrano strumenti di gestione del paziente (storia clinica, FSE, terapia, referti, ecc.) con canali di comunicazione multimediale (video, chat, email, SMS, assistenti virtuali, social network, Google home e Amazon Alexa), Intelligenza Artificiale per la valutazione dei sintomi dei pazienti, misurazioni di parametri vitali sincrone ed asincrone. Le piattaforme possono essere Saas o OnPremise e si può accedere anche da Mobile attraverso browser o App.

Un caso di successo esemplare è quello del Polo Ospedaliero portoghese Cova da Beira, che sta utilizzando la soluzione HCAlert di tracciamento della salute basata su cloud, sviluppata dalla società portoghese  di teleassistenza HopeCare, partner di Microsoft, per monitorare i pazienti a rischio di insufficienza cardiaca.

Il sistema di monitoraggio a distanza permette ai pazienti affetti da insufficienza cardiaca cronica di condividere quotidianamente le misurazioni dei parametri vitali (come temperatura corporea, livello di ossigeno nel sangue (SaO2), pressione sanguigna, frequenza cardiaca, peso e attività) attraverso un dispositivo collegato tramite Bluetooth. Una volta raccolti i dati vengono inviati tramite smartphone al sistema centralizzato di HopeCare e archiviati in modo sicuro sulla piattaforma cloud Azure di Microsoft, in conformità con le normative vigenti. In questo modo si evita ai pazienti di doversi recare costantemente in ospedale.

In Portogallo, come nella maggior parte dei paesi sviluppati, l’insufficienza cardiaca cronica è la causa più frequente di ricoveri ospedalieri nelle persone di età superiore ai 65 anni. Per questi pazienti la prognosi è scarsa. Esiste un rischio del 12,5% di morte durante un ricovero, con un’alta probabilità che si verifichino eventi acuti non rilevati dopo che i pazienti sono stati rimandati a casa. Il rischio di morte è del 17% nel primo anno. Una soluzione come quella adottata dall’ospedale Cova da Beira permette di prevenire questi casi estremi: l’ospedale viene informato quando i dati mostrano che le condizioni di un paziente non sono in linea con i parametri impostati, consentendo ai medici di agire di conseguenza. Il personale medico è anche in grado di rilevare tempestivamente e in modo più accurato i primi segni di scompenso e di intervenire per prevenire che in un paziente si manifesti un evento acuto, tarando la terapia o fornendo consigli.

Infine, si sta diffondendo anche l’utilizzo di chatbot basati su Intelligenza Artificiale, che, attivati sull’home page delle strutture sanitarie o degli studi medici, permettono di fornire ai pazienti risposte automatiche studiate sulle domande più frequenti riguardo alle problematiche più diffuse.

Microsoft e il suo impegno in Italia per i progetti di Telemedicina durante il Covid-19

Da sempre impegnata a supportare il percorso di trasformazione digitale della Sanità Italiana, Microsoft ha messo a disposizione tecnologia e competenze per aiutare le realtà che si sono adoperate per gestire la salute delle persone a reagire all’emergenza Covid-19. Sono nati così diversi progetti anche nell’ambito della Telemedicina.

Due delle strutture d’eccellenza del nostro Paese, l’Istituto Neurologico Carlo Besta e l’Istituto Nazionale dei Tumori (INT) di Milano hanno deciso di potenziare la Telemedicina. Grazie alla piattaforma di produttività Microsoft 365 e Teams, hanno attivato un nuovo sistema di visite virtuali che consente l’interazione audio-video e lo scambio di documenti clinici in tempo reale e in sicurezza. La piattaforma di Telemedicina fa leva su una gestione dei dati più intelligente e in totale sicurezza, grazie alle garanzie offerte dal Cloud di Microsoft in conformità al GDPR e alle normative su privacy e cybersecurity. Le due strutture stanno inoltre collaborando con Microsoft per integrare Teams nel loro sistema di prenotazioni e permettere così ai pazienti di scegliere se vogliono fare la visita fisicamente presso la struttura o da remoto. Se il paziente opta per la modalità virtuale, gli viene inviata un’e-mail con il link a cui collegarsi e un reminder.

Anche il San Giovanni Addolorata di Roma si è avvalso della piattaforma Microsoft Teams per supportare l’attività dell’Unità di Crisi attivata per gestire l’epidemia, una task force di 24 dirigenti sanitari e amministrativi che si confrontano ogni giorno attraverso riunioni online per decidere come affrontare la situazione e programmare le attività. Non solo, grazie a Microsoft Teams, è stata avviato il Telenursing (per seguire a distanza i pazienti che risultati negativi a un primo tampone e in attesa di sottoporsi al secondo devono rientrare a casa) e l’esperienza di TeleMidwifery, con cui un gruppo di ostetriche restano in contatto virtuale con le future mamme, dando seguito al corso di preparazione al parto in videoconferenza.

L’Asl Napoli 3 invece sta utilizzando Skype, per portare avanti i percorsi di cura e riabilitazione. In particolare, un team di logopedisti sta proseguendo l’attività con i piccoli pazienti che si collegano da casa e un team di psichiatri sta dando continuità alle terapie attraverso video-sedute con i pazienti.

Infine, entrambe le strutture e l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Milano hanno attivato sulla loro home page l’Healthcare Bot, il chatbot sviluppato da Microsoft per supportare le persone nell’autovalutazione dei sintomi del Coronavirus. L’Healthcare Bot risponde in modo interattivo alle domande dei cittadini e dei pazienti, aiutandoli a capire come comportarsi, per esempio, in caso di sospetto Coronavirus e quali precauzioni adottare, in particolare nei casi dei soggetti a rischio. Il chatbot, che integra un set di informazioni sul Covid-19 relative a valutazione del rischio, triage clinico, FAQ e metriche globali, è un SaaS sviluppato sulla piattaforma cloud Azure che sfrutta l’Intelligenza Artificiale.

Linee guida Telemedicina, cosa dice la normativa?

Il 17 dicembre 2020, la Conferenza Stato Regioni ha approvato le nuove Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni di telemedicina. Con la diffusione dei servizi di consulto medico a distanza, che hanno registrato per ovvie ragioni uno sprint durante la pandemia, si è posta più forte l’esigenza di regolamentare tali servizi. Da adesso infatti le prestazioni sanitarie in telemedicina diverranno prestazioni sanitarie riconosciute. Sarà sempre il medico a decidere se avvalersi o meno di questi strumenti che il documento ufficiale identifica in: televisita, teleconsulto medico, teleconsulenza medico-sanitaria, teleassistenza da parte di professioni sanitarie, telerefertazione; non rientra nell’elenco dei servizi di Telemedicina ufficialmente riconosciuti il triage telefonico.

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