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La rinascita di BlackBerry

Con la nuova versione del server BES, la società accelera sull’innovazione e apre la propria piattaforma per rispondere al trend del BYOD. Un’opportunità offerta alle numerose aziende, soprattutto medio grandi, che hanno già in casa il server BlackBerry, oltre che alle PMI. Intervista ad Alberto Acito, managing director South East Europe

Pubblicato il 24 Lug 2013

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Cosa ha fatto BlackBerry negli ultimi mesi?

Abbiamo lavorato all’evoluzione della piattaforma. C’è voluto del tempo per mettere a punto una soluzione capace di salvaguardare i valori di sicurezza e affidabilità che da sempre caratterizzano la nostra soluzione e nel contempo accogliere le istanze che possono renderla adatta alle esigenze dei prossimi anni. Con la versione 10 pensiamo di esserci riusciti, superando i limiti della precedente architettura di connessione terminale-server aggiungendo modalità dirette, ma anche garantendo le stesse prerogative di controllo del passato. Questo perché nelle aziende non sono mai venuti meno i problemi di sicurezza, ma occorre conciliarli con i dati privati degli utenti e quindi con la loro privacy. La versione 10 del BES apre l’infrastruttura a nuovi sistemi operativi e affronta il problema della convergenza. Dopo un anno di lavoro pensiamo di aver reinterpretato l’innovazione di 10 anni fa e fissato un nuovo punto di partenza per le sfide dei prossimi anni.

Chi ha interesse nella nuova piattaforma?

Pur non avendoci più investito, quasi tutte le grandi aziende hanno ancora in casa sistemi BlackBerry e server BES. Diamo a esse la possibilità di innovare e continuare a investire su una piattaforma che ha un futuro. Malgrado la consumerizzazione dei dispositivi e l’arrivo di architetture alternative, non hanno mai abbandonato la nostra piattaforma e continuano ad apprezzarne i benefici. Ora possono aggiornarla. Collaboriamo con vendor di dispositivi, società di consulenza e telco per creare le migliori soluzioni per ogni campo. Per molte aziende telco BlackBerry è una soluzione di riferimento; molti operatori stanno promuovendo l’upgrade del BES con programmi appositi e offerte gratuite.

Qual è il senso del supporto Android e Ios offerto sul BES?

E’ una risposta alle esigenze attuali dei CIO. Dopo aver fornito per 10 anni un ambiente regolato ma chiuso, abbiamo pensato di offrire loro con Secure Work Space una soluzione ai problemi creati dalla consumerizzazione dei dispositivi e dal Byod. Consentiamo all’IT avere flessibilità nella scelta dei dispositivi, un’unica console, un unico server per gestire apparati diversi.

Che peso hanno oggi le applicazioni e i terminali?

La piattaforma ha 120 mila applicazioni verticali, fra cui alcune centinaia realizzate in Italia. Ci sono nuove applicazioni di mobile banking con BNL e IWbank e integrazioni tra la nostra piattaforma e Cisco Webex, per la collaborazione. Lo sviluppo software conta più rispetto al passato e lo sosteniamo con un programma che è stato aggiornato anche in Italia. I nostri terminali mobili (Q10 e Z10) restano un’opzione importante per le aziende che per loro esigenza vogliono avere un totale controllo dell’hardware usato dagli utenti. Con una architettura end-to-end i CIO possono stare del tutto tranquilli se, per esempio, il CEO dell’azienda perde il device.

Qual è la situazione in Italia?

Le dinamiche del mercato nelle grandi imprese sono le stesse che nel resto d’Europa. Vediamo un’accelerazione nell’execution dei progetti, anche se, in generale, il mercato italiano è lento per via del contesto economico e della pianificazione della spesa IT. In generale vediamo l’agenda delle imprese italiane non adeguata ai tempi, situazione del tutto opposta a quella dei Paesi emergenti, in cui la tecnologia è vista come leva competitiva importante. Al di là dell’impegno dei system integrator sui grandi progetti, guardiamo oggi con interesse al tessuto italiano delle piccole e medie imprese impegnandoci con associazioni di categoria e telco per portare la nostra tecnologia.

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