Open Innovation

L’innovazione condivisa è un must: come e perché valorizzare le idee dei dipendenti

Una strada poco percorsa dalle imprese italiane è quella che favorisce l’innovazione che nasce dall’interno. I benefici sono molti: coinvolgere le proprie persone nel disegnare il futuro significa generare motivazione, superare i silos aziendali, premiare lo spirito imprenditoriale e agire più rapidamente, favorendo la contaminazione fra competenze diverse. Un esempio? L’Hackathon interno di Generali Italia

Pubblicato il 21 Mar 2017

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Che le imprese debbano costantemente trasformarsi e innovare per garantirsi un futuro di successo è noto. Ma come fare? Quale strada intraprendere? Di certo, oggi il processo tradizionale, quello che parte dalla Ricerca e Sviluppo interna e segue poi un approccio lineare e chiuso, è giunto al capolinea. I più autorevoli esperti di management lo confermano: è ora di aprire gli orizzonti e impostare un processo di innovazione collaborativo e condiviso. È il paradigma dell’Open Innovation, di cui molto si parla negli ultimi tempi.

Semplificando, uno dei principi alla base del modello è che le imprese avranno successo se saranno capaci di sfruttare al meglio le nuove idee provenienti dall’interno e dall’esterno. Molto spesso, però, questo aspetto bidirezionale viene trascurato. Si focalizza cioè l’attenzione solo sul mondo esterno, in particolare sulle start up, una fucina di innovazione che è diventata cruciale soprattutto per approcciare la trasformazione digitale delle imprese tradizionali. Invece, è altrettanto importante spingere l’innovazione originata all’interno dell’impresa verso l’esterno, secondo un percorso outbound (o inside-out), coinvolgendo i dipendenti.

A differenza di quanto accade all’estero (e in particolare nella Silicon Valley e nel mondo delle dotcom), non sono molte le aziende italiane che si muovono in questa direzione. Lo ha fatto Generali Italia, che ha organizzato il 16 e 17 marzo un Hackathon interno, un contest per lo sviluppo di idee innovative che ha visto impegnati 160 dipendenti e agenti suddivisi in 20 squadre, ciascuna affiancata da un tutor esperto.

Per la storica compagnia assicurativa, impegnata in un impegnativo percorso di trasformazione e digitalizzazione (solo un anno fa si è conclusa la fusione con Ina-Assitalia e il Gruppo Toro, che raccoglieva i brand Augusta e Lloyd), cambiare passo è più che mai necessario per guardare al futuro e affrontare un mercato in profonda trasformazione. «L’Hackathon per noi è un momento fondamentale – conferma l’AD di Generali Italia, Marco Sesana -. Cerchiamo di generare innovazione in modo condiviso con i nostri dipendenti e con i nostri agenti. Bisogna prendere il meglio che il mercato offre e il meglio delle idee che vengono generate a tutti i livelli dell’organizzazione, per poi portarle rapidamente sul mercato». Del resto, così fanno le aziende più innovative: solo per fare l’esempio più noto, alcune funzioni Facebook di che oggi noi utilizziamo quotidianamente, come il “Like button” e il Tag derivano proprio da Hackathon interni.

Entusiasmo e coinvolgimento, energia per l’innovazione

Sono andata a Venezia a seguire l’evento – 24 ore no stop di lavoro – e ho potuto respirare l’entusiasmo dei partecipanti, protagonisti per un giorno di un’esperienza unica, coinvolgente e divertente, che di sicuro resterà per loro indimenticabile (basta guardare Facebook e Twitter). Non so quante delle idee che hanno vinto la competizione diventeranno prodotti apprezzati dai clienti. Ma di certo, l’Hackathon genera un’onda creativa, una grande motivazione nelle persone coinvolte, mettendo in circolo energia positiva che contagia anche coloro che non sono presenti, attraverso i social network e i racconti del lunedì davanti alle macchinette del caffè. Il metodo dello sviluppo di un progetto in 24 ore aiuta a trasformare le modalità di lavoro, attiva nuove modalità di collaborazione interna, di sharing delle informazioni. Insomma, uno strumento potente per attivare il cambiamento e innescare un circolo virtuoso dell’innovazione.

Anche sul fronte delle competenze, i benefici sono notevoli. Intanto, il percorso di selezione serve a scoprire talenti, spesso nascosti in un grande gruppo, un tesoro prezioso e inesplorato. Si privilegiano persone con un mindset innovativo, curiosi, con voglia di sperimentare e un approccio imprenditoriale, in grado cioè di assumersi la responsabilità del proprio agire, attivarsi, promuovere iniziative in autonomia.

​L’Hackathon è dunque una bella esperienza di Open Innovation, un’opportunità per aziende che vogliono davvero migliorarsi. Perchè sia davvero efficace, è bene affidarsi a degli esperti in questo ambito e ricordare che le iniziative di questo tipo creano valore se non rimangono episodi isolati, ma vengono inserite in un processo sistematico e strutturato, nell’ambito di una visione più ampia.

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