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Nasce a Milano Le Village di Crédit Agricole: aziende e startup insieme per accelerare l’innovazione

Arriva in Italia il format collaborativo sperimentato con successo in Francia da Crédit Agricole: il Gruppo bancario, le aziende partner e le startup selezionate lavorano fianco a fianco per crescere e creare innovazione. Il Sindaco, Gabriella Scapicchio: «L’obiettivo del Village è accelerare business già avviati tramite il matching con investitori e con corporate, e mediante il supporto all’internazionalizzazione»

Pubblicato il 19 Feb 2019

Alessandra Luksch

Direttore, Osservatori Digital Transformation Academy e Startup Intelligence, Politecnico di Milano

startup

A dicembre è stato presentato ufficialmente il Village di Crédit Agricole di Milano, un ecosistema in cui il Gruppo, grandi aziende e startup collaborano insieme per innovare. Il concept, nato nel 2014 a Parigi, conta ben 28 spazi di lavoro in tutta la Francia, dissemina numerosi spazi satellite all’estero e contribuisce allo sviluppo economico del territorio in cui si trova, accelerando lo sviluppo di startup, secondo il modello dell’open innovation.

Dopo la crescita in Francia con circa 600 startup ospitate nei Village, oltre 400 partner istituzionali e industriali coinvolti e più di 200 milioni di euro raccolti dalle startup ospitate nel solo 2017, il progetto è ora sbarcato in Italia guidato da Gabriella Scapicchio, Sindaco del Village ed ex Head of Innovation Lab di Agos.

Gabriella ha raccontato l’esperienza di questa nuova sfida professionale e la nascita del Village in occasione del primo Workshop della Digital Transformation Academy 2019, svoltosi lo scorso 7 febbraio presso il Politecnico di Milano e dedicato al tema “Organizzazione e Governance dell’Innovazione Digitale”.

11 startup nel Village di Crédit Agricole di Milano

Il Village di Milano ospita ad oggi 11 startup selezionate da una rosa di 120 coinvolte inizialmente e declinate su 6 aree di innovazione Food, Fashion, Forniture & Design, Fintech, Future Mobility e France. «Le prime tre corrispondono alle eccellenze italiane su cui è indispensabile fare innovazione per mantenere la competitività internazionale; il Fintech è un ambito strettamente legato al Gruppo, così come la Mobility, dal momento che FCA Bank fa parte di Crédit Agricole», spiega Gabriella, che aggiunge: «alla fine abbiamo selezionato 17 startup, di cui al momento solo 10 contrattualizzate, tramite il nostro Comitato di selezione, composto da soci del Gruppo, partner e enabler».

Questi ultimi, insieme alle startup, sono proprio gli “abitanti” del Village, che funziona mediante un meccanismo virtuoso di Economia Circolare. «La Banca, Agos, Cacib (Crédit Agricole Corporate & Investment Bank), Indosuez e Crédit Agricolè Vita posseggono il 100% dell’equity del Village, contribuendo anche con una membership in proporzione ai propri volumi di fatturato. A questo primo “zoccolo duro” del Village si aggiungono le altre BU del gruppo Crédit Agricole che non entrano in equity ma contribuiscono con una Membership Fee ed i partner Corporate che contribuiscono a sostenere il Village con una fee annuale. Ad oggi abbiamo 11 partner, ma puntiamo ad averne 16 e sempre mediante partnership durature». Chi contribuisce economicamente al Village, infatti, deve essere anche un “in kind” che fornisce prodotti, asset, servizi, ma anche risorse umane e mentorship. A queste relazioni si affiancano anche quelle con entità che hanno già realizzato incubatori interni e che suggeriscono quindi al Village startup che sono pronte a diventare aziende e che hanno già approcciato la filosofia del Gruppo.

«Obiettivo del Village è quello di fare accelerazione di business già avviati, quindi di ospitare startup che ambiscono a diventare eccellenze nelle 6 aree di innovazione tramite il matching con investitori e con corporate con cui collaborare e mediante il supporto nell’internazionalizzazione. Uno dei nostri KPI è ovviamente l’aumento del fatturato delle startup. Nel Village di Parigi, per esempio, quasi triplica in un anno!», spiega il Sindaco, che continua: «non si tratta di attività di real estate, il nostro scopo non è quello di affittare tutti gli spazi. Anzi, ne manterremo sempre un 20% libero per i nostri partner e enabler che vengono a trovarci».

Le startup ospitate vengono così supportate in tutte le attività di Business: il Village fornisce servizi legali di base, servizi di tipo fiscale, il supporto di uno studio di commercialisti, tutti gli asset fisici e la formazione ed il supporto nella gestione della loro azienda. «È un modello di economia circolare, simile a un consorzio, in cui l’obiettivo non è il profitto ma raggiungere il break even point», racconta Gabriella, che ha vissuto questo ultimo anno alla guida del progetto del Village in modo molto frenetico ma anche stimolante e sfidante.

Un team multidisciplinare

«Quando nel 2014 è stato aperto il Village di Parigi ho sognato di andare a lavorare anche io all’interno di un ecosistema simile, ma non pensavo che ne venisse aperto uno a Milano e che ne sarei addirittura diventata il Sindaco!», racconta Gabriella con emozione. L’incarico le è stato assegnato a fine 2017 in occasione di uno dei meeting bimestrali di tutti i Direttori Generali di Crédit Agricole Italia ed è stato portato avanti dalla Manager insieme a un team multifunzionale, di persone appartenenti a tutte le BU del gruppo, formatosi negli ultimi mesi del 2018. «Si tratta di 15 persone che spesso hanno sacrificato il proprio tempo libero per vedere realizzato il Village. Anche io, d’altronde, ho gestito questo progetto come una vera e propria startup: ad esempio abbiamo redatto insieme lo statuto, l’atto costitutivo della società, abbiamo trovato l’immobile e progettato il setup oltre alla programmazione di tutte le attività di lancio». Gabriella, insieme al team del Village, ha anche scelto tutti i partner dopo aver svolto colloqui con circa 60 aziende corporate italiane multinazionali; e hanno portato avanti i colloqui con startup e la relazione con gli abilitatori. «Ovviamente l’esperienza all’Innovation Lab di Agos è stata fondamentale per me, soprattutto per quanto riguarda la gestione del tempo, delle idee, dei rapporti funzionali, che sono molto più difficili di quelli gerarchici. Quindi per me gestire il team del Village non è stato difficile dal punto di vista organizzativo, il progetto ha infatti funzionato molto bene», conclude il Sindaco.

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