Industry 4.0

Closed Loop Manufacturing, il digitale chiude il cerchio tra progettazione e fabbrica

Siemens punta a integrare due mondi da sempre separati, lo sviluppo del prodotto virtuale (PLM) e l’ambito MES/automazione di fabbrica. «È un passo cruciale per realizzare Industry 4.0, ed è alla portata anche delle PMI», spiega Giuliano Busetto, Country Leader Digital Factory e Process Industries & Drives di Siemens Italia

Pubblicato il 21 Giu 2016

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Un digital twin, un “processo gemello digitale” che segue in parallelo tutto il ciclo di vita fisico del prodotto, dalla progettazione al confezionamento, con riscontri continui tra due mondi che finora hanno sempre faticato a integrarsi: il design e l’ambiente di fabbrica. È il “closed loop manufacturing”, la visione con cui Siemens si è presentata al recente SPS IPC Drives Italia, l’annuale fiera dell’automazione industriale a Parma. Un concetto di cui si parla da anni ma che nella pratica finora non è mai stato pienamente realizzato. Ma ora, spiega Giuliano Busetto, Country Leader delle divisioni Digital Factory e Process Industries & Drives di Siemens Italia, l’evoluzione tecnologica finalmente consente applicazioni complete di questo genere, e il colosso tedesco nella sua offerta dispone di tutti i tasselli necessari.

«Siemens ha sviluppato soluzioni coordinate tra loro per tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto, integrando automazione, software industriale e Information Technology», ha detto Busetto alla conferenza stampa di anteprima di SPS IPC Drives Italia 2016. «Offriamo pacchetti completi come la Digital Enterprise Software Suite per le esigenze delle grandi imprese industriali, e soluzioni alla portata delle piccole e medie aziende, anch’esse chiamate, nel loro far parte delle filiere manifatturiere, a un’evoluzione digitale in ottica Industry 4.0».

Nel dettaglio, Siemens descrive la Digital Enterprise Software Suite come una piattaforma di prodotti, servizi e competenze lungo l’intero ciclo di vita del prodotto, dall’idea, alla progettazione, pianificazione e ingegnerizzazione dei processi produttivi, fino alla produzione e servizi connessi. La componente tecnologica comprende Teamcenter, NX e Tecnomatix per il PLM (Product Lifecycle Management), Simatic IT per il MES (Manucturing Execution System) e Simatic e Sinumerik per la Totally Integrated Automation, a loro volta integrati tramite il TIA Portal.

L’industria manifatturiera e di processo italiana è un mercato molto importante per Siemens, il secondo dopo la Germania, sottolinea Busetto, tanto che le due divisioni Digital Factory e Process Industries & Drives costituiscono oltre la metà dei 1800 milioni di euro di fatturato del colosso tedesco in Italia.

Il focus tradizionale è sui costruttori di macchine, ma nell’ultimo anno si evidenziano la forte crescita nel settore packaging, il consolidamento nell’automotive, in cui Busetto cita Fiat Chrysler Automobiles («oggi tutti gli stabilimenti italiani hanno tecnologie di progettazione e automazione nostre»), e la fabbrica Maserati di Grugliasco, dove il time-to-market dei nuovi modelli è stato dimezzato a 16 mesi, triplicando nel contempo il numero di auto prodotte con configurazioni diverse. Inoltre sono da segnalare lo sviluppo di altri vertical come food e beverage, e la collaborazione con il Politecnico di Milano: «Abbiamo bisogno di un nuovo profilo di ingegnere, capace di integrare competenze ICT con quelle più tradizionali di meccanica ed elettronica».

Le imprese industriali sono oggi chiamate ad affrontare profondi mutamenti: l’integrazione crescente dei processi di produzione e lo sviluppo dei prodotti con sistemi software innovativi e potenti hardware aprono una nuova era industriale, ha detto Busetto, che è anche presidente di ANIE Automazione, l’associazione dei produttori italiani di tecnologie per l’automazione di fabbrica. «Industry 4.0 è una grande opportunità per l’Italia. La creazione di una copia digitale perfetta del prodotto, del processo e della fabbrica, da condividere tra i vari attori della produzione, è indispensabile per questa trasformazione, ma Siemens con il Closed Loop Manufacturing va oltre».

L’obiettivo come accennato è conciliare due mondi informativi che sono sempre stati separati, lo sviluppo virtuale del prodotto (CAD/PLM), e l’ambito MES/automazione che copre il processo reale in stabilimento. «Senza questo passo non si può realizzare l’Industry 4.0, ma finora il problema era di data communication, di far comunicare i due mondi. Siemens invece vuole estendere il data model del PLM, con cui si crea la versione digitale del prodotto, al mondo “real time” della linea di produzione – ha spiegato Roberto Zuffada, del dipartimento Technology and Innovation della Divisione Digital Factory di Siemens -. Poi il feedback dei dati dell’esecuzione in fabbrica consente al modello digitale di riallinearsi continuamente con quanto avviene appunto durante le lavorazioni reali: così si chiude il cerchio e per questo si parla di “closed loop manufacturing”».

Un discorso che ha senso se sono coinvolti tutti i componenti delle supply chain manifatturiere, e quindi anche le piccole e medie imprese, in particolare i costruttori di linee e macchine. Ma questo sarà possibile perché le soluzioni di digitalizzazione produttiva sono oggi appunto alla portata anche di una piccola e media impresa, conclude Busetto.

«Un esempio su tutti è la soluzione completa e unica della catena CAD-CAM/CNC per l’Additive Manufacturing (la stampa 3D applicata ai processi produttivi, ndr) che, sotto la spinta di cicli di innovazione più brevi e della produzione di massa di prodotti personalizzati, sta assumendo sempre più rilevanza nella produzione di nuove geometrie e forme con tecnologie additive e sottrattive, oltre che nella ricerca di nuovi materiali».

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