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Fashion e processi di trasporto in digitale: a che punto siamo

L’esigenza di visibilità su filiere molto frammentate spinge le case del tessile, abbigliamento e calzaturiero a informatizzare i processi logistici, e in particolare i Documenti di Trasporto (DDT). Una matrice spiega l’avanzamento di 13 progetti studiati dall’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione del Politecnico di Milano

Pubblicato il 28 Set 2016

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Dopo una prima lunga fase in cui ha concentrato i suoi investimenti di digitalizzazione solo sui processi verso il cliente finale, il vastissimo settore del “fashion” (tessile, abbigliamento, calzaturiero, pelletteria e accessori) – uno dei pilastri del “made in Italy” – sta ora introducendo queste tecnologie innovative anche sui processi B2B verso i partner di supply chain, dai fornitori di materie prime e semilavorati alle imprese logistiche e di trasporto.

Proprio a questi temi, nelle scorse settimane l’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione del Politecnico di Milano ha dedicato un report – “La digitalizzazione dei processi nella filiera del tessile-abbigliamento e calzaturiero” – di cui abbiamo già parlato diffusamente in questo articolo, ma su cui torniamo per un approfondimento specificamente dedicato ai Processi di Trasporto.

La necessità di presidiare e gestire una filiera produttiva spesso molto frammentata e distribuita, scrivono i ricercatori, sta spingendo le imprese del fashion (soprattutto le Case produttrici e le Case di moda) a cercare soluzioni che consentano di:

tracciare i flussi fisici della merce in tutti i passaggi tra i diversi attori della filiera (tipico esempio: i flussi in uscita e in ingresso di semilavorati/prodotti finiti tra le Case di moda e i terzisti/fasonisti);

integrare gli scambi informativi legati ai processi di trasporto, ottimizzando e automatizzando il più possibile le attività di gestione della merce in ingresso;

favorire la ricerca, consultazione e archiviazione di tutta questa mole di dati in azienda.

In questo quadro, le aziende stanno dedicando sempre più attenzione alla revisione in chiave digitale dei processi di Trasporto, e in particolare alla Digitalizzazione dei DDT, il Documento di Trasporto. Si tratta di progetti estremamente diversi tra loro, sia dal punto di vista tecnologico, sia da quello dell’impatto sul processo e della tipologia di documenti e attori coinvolti, nonché del livello di maturità. In alcuni casi i progetti sono attivi e consolidati, in altri sono in fase di sviluppo o in programma.

Volendo provare un’analisi generale del fenomeno, il report propone una matrice (vedi figura in fondo all’articolo) che incrocia le modalità di trasmissione delle informazioni sul Trasporto della merce, e le modalità di gestione di tali informazioni entro l’azienda. Nella matrice sono state mappate 13 esperienze di imprese che hanno affrontato (o stanno affrontando) o meno un progetto di Digitalizzazione dei processi di trasporto: Cisalfa Sport/Intersport, Colmar (Manifattura Mario Colombo & C.), Diesel (OTB), Ermenegildo Zegna, La Rinascente, Liu Jo, Moncler, Parah, Patrizia Pepe (Tessilform), Pompea, Sinv e altre due Case Produttrici.

I pareri di Colmar, Liu Jo e Moncler

Questi casi sono approfonditi uno per uno nel report, che a proposito del trasporto cita alcuni pareri specifici. «Lo scambio di DDT elettronici potrebbe rappresentare il prossimo step rispetto al nostro progetto di tracciabilità RFId, permettendoci di rendere ancora più efficiente la gestione della ricezione merce», spiega per esempio Laurent Antoniolini, Operations Director di Colmar. Anche Andrea Veroni, CIO di Liu Jo, vede la digitalizzazione del DDT come evoluzione naturale di un progetto precedente, la digitalizzazione delle Fatture attive, mentre Emanuele Pesce, CIO di Moncler, sottolinea i benefici di visibilità a livello di supply chain: «L’utilizzo del DDT elettronico, condiviso tramite il nostro Portale, consente ai nostri fornitori di conto-lavoro di ottimizzare l’attività di ricezione merce e, attraverso il conseguente aggiornamento – effettuato sempre tramite il Portale – degli stati di avanzamento delle lavorazioni, permette a noi di essere aggiornati riguardo agli stadi lavorativi in cui si trova la commessa».

In generale, scrivono i ricercatori, quel che emerge dell’analisi è che, nella maggior parte dei casi, l’approccio adottato è la Digitalizzazione dei flussi informativi. L’obiettivo principale è ottimizzare e velocizzare il più possibile lo scambio informativo con i partner (soprattutto fornitori di conto-lavoro), con i quali si generano significativi flussi in ingresso e in uscita che è necessario presidiare, prestando al contempo attenzione alla gestione interna di questa documentazione (archiviata normalmente, a fini “strettamente operativi”, in un sistema di Gestione Elettronica Documentale). Non mancano altresì casi di Dematerializzazione unilaterale degli archivi a fini fiscali, anche se non ristretti soltanto alle informazioni di trasporto, ma a tutti i documenti del ciclo attivo/passivo, di cui i DDT spesso rappresentano una quota di volumi non trascurabile.

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