Analisi

La Conservazione Sostitutiva come nuovo business per i commercialisti

L’adozione delle tecnologie digitale consente non solo di ridurre i costi, ma anche di fidelizzare i clienti o allargare il portafoglio dei servizi offerti. Ecco come, in un’analisi della School of Management del Politecnico di Milano

Pubblicato il 20 Mar 2013

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L’Osservatorio ICT & Commercialisti della School of Management del Politecnico di Milano studia da tempo le dinamiche di investimento e l’utilizzo della tecnologia presso gli studi commercialisti.

Come abbiamo avuto già modo di illustrare, molti professionisti hanno ancora un approccio piuttosto “timido” nei confronti dell’informatica vista in diversi casi come un “male necessario” o più spesso come un modo per automatizzare le procedure e “fare le cose” più velocemente di prima.

In realtà, l’informatica non è solo un modo per rendere più veloci determinati processi e ridurre i costi (ottica dell’efficienza), ma anche un modo per trovare nuovi business e fidelizzare i cliente.

Un esempio, citato dagli stessi ricercatori della School of Management del Politecnico, è la Conservazione Sostitutiva, ovvero quell’insieme di regole e procedure informatiche che permettono appunto di archiviare con validità legale un documento in digitale.

In base alle analisi dell’Osservatorio, la Conservazione Sostitutiva non ha fatto particolare breccia fra gli studi professionali: solo il 12% del campione la ha adottata, mentre il 39% è intenzionato ad adottarla nel prossimo futuro.

Ma facendo un’analisi ulteriore su chi ha adottato la Conservazione Sostitutiva si scoprono fatti interessanti: il 34% di chi usa la Conservazione Sostitutiva la propone anche ai propri clienti. Al contrario, solo il 2% di coloro che non la utilizza, la offre ai propri clienti.


In altre parole, chi non usa la Conservazione Sostitutiva non la percepisce come strumento di business. Ma chi la usa, ne fa “anche” uno strumento di business.

Significativa in questo senso è l’opinione raccolta da uno studio della Provincia di Roma, secondo il quale “la Conservazione Sostitutiva serve per entrare e restare nei processi del cliente”. In sostanza, uno strumento per allargare il business e fidelizzare il cliente.

Sono del resto queste le motivazioni più importanti citate dagli intervistati: il 47% offre ai propri clienti la Conservazione Sostitutiva per fidelizzarli; il 51% per fare efficienza sulla gestione dei documenti dei clienti, ; il 44% vede un mercato innovativo non ancora ben servito e il 17% lo usa per affrontare la concorrenza con nuovi strumenti.

E per quali motivi invece la Conservazione Sostitutiva non viene offerta? Molti dicono che costa troppo (58%) e che non è interessante (49%). In realtà non sembra così

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