Il Punto

Al via la Fattura Elettronica alla PA. Ecco i benefici per le imprese

La nuova procedura, obbligatoria dal 31 marzo, consentirà ai fornitori di avere certezza che gli Enti abbiano ricevuto le fatture e permetterà di calcolare i tempi di pagamento a partire da una data certa. Interessanti sviluppi si prevedono anche sul fronte B2b: molte imprese potrebbero scoprirsi in grado di inviare anche tutte le loro fatture attive nel formato strutturato, risparmiando tempi e costi del processo. L’analisi del Politecnico di Milano

Pubblicato il 17 Mar 2015

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La Fatturazione Elettronica è una delle colonne dell’Agenda Digitale Italiana. È un’innovazione dalle molteplici implicazioni. È una grande opportunità, per imprese e Pubbliche Amministrazioni italiane. È un’occasione di crescita per l’intero Sistema Paese.

E nel 2014, la Fatturazione Elettronica ha anche superato il suo primo grande “esame”: dal 6 giugno è già diventato obbligatorio, per tutti i fornitori, inviare Fatture Elettroniche agli Enti della PA Centrale.

Dal 31 marzo benefici immediati e più a lungo termine

Il quadro normativo si è andato ulteriormente completando. Ne è un efficace esempio la pubblicazione di alcune risoluzioni dell’Agenzia delle Entrate a seguito dell’emanazione del Decreto Ministeriale del 17 giugno 2014 in tema di Conservazione Digitale “Modalità di archiviazione documentale a fini fiscali” – obbligata nel caso di Fatturazione verso la PA e decisamente raccomandabile in generale come sostitutiva degli archivi fiscali, per via dei risparmi che può portare.

Attraverso queste risoluzioni sono stati chiariti definitivamente alcuni aspetti legati alla modalità di assolvimento dell’imposta di bollo per il periodo transitorio e all’eliminazione dell’obbligo di invio all’Agenzia delle Entrate dell’impronta dell’archivio informatico già conservato.

Sempre in tema di Conservazione, è stato pubblicato anche l’elenco ufficiale dei Conservatori Accreditati da AgID: tra questi, le PA potranno scegliere i fornitori cui affidarsi per il servizio di Conservazione Digitale. In questo percorso, siamo ormai prossimi a un’altra data “epocale” nella rivoluzione digitale che il nostro Paese sta lentamente ma inesorabilmente affrontando: il 31 marzo di quest’anno scatta l’obbligo di Fatturazione Elettronica verso tutti gli Enti della PA italiana, che si estenderà anche a tutti i Comuni, alle Province, alle Regioni, alle Università, agli Enti della Sanità ecc. Peraltro, lo scorso 9 marzo è stata pubblicata una Circolare interpretativa del Dipartimento delle Finanze che ha definito, con maggiore chiarezza, il “perimetro” delle Amministrazioni coinvolte dall’obbligo di Fatturazione Elettronica.

Proprio al fine di supportare le PA in questo percorso di cambiamento e per aiutarle ad arrivare “preparate” a questa importante scadenza, l’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione ha sviluppato – in collaborazione con AgID, Forum italiano Fatturazione Elettronica e eProcurement e Forum PA – il Quaderno del Fare … BENE Fatturazione Elettronica nelle PA. Un compendio sintetico, ma completo, di “istruzioni per l’uso” pensato per le PA che guardano alla Fatturazione Elettronica come a un’occasione per recuperare produttività e crescere in efficacia, permettendo di andare a concentrare le (sempre poche) risorse a disposizione dove veramente servono. Inoltre per fare il punto della situazione, l’Osservatorio ha organizzato un convegno proprio il 31 marzo a Bologna. 

Il cambiamento riguarda profondamente la PA, tuttavia l’obbligo di Fatturazione Elettronica ricade sulle imprese. Tutti i fornitori che fatturano alla Pubblica Amministrazione devono dotarsi di sistemi, servizi o soluzioni per comporre una fattura in formato elettronico strutturato (XML Tracciato FatturaPA), firmarla digitalmente, inviarla al Sistema di Interscambio (il nodo centrale che riceve e smista le fatture dirette a ogni PA) e provvedere alla conservazione esclusivamente in modalità digitale.

Adottare questa procedura, in modo consapevole, per i fornitori significherà anche ottenere non pochi benefici. In primo luogo, i fornitori riceveranno le notifiche sull’esito dell’emissione, da cui deriva la certezza che la PA abbia ricevuto o meno la fattura (oggi questa certezza non c’è). Nel caso la fattura consegnata non presenti errori nei suoi contenuti, i fornitori hanno piena certezza sulla data a partire dalla quale si possono calcolare i tempi di pagamento della PA (oggi, questa data è per lo meno aleatoria).

Una volta scaduti i termini di pagamento, inoltre, se la fattura risulta approvata, sarà possibile richiedere la certificazione del credito e successivamente smobilizzarlo attraverso servizi bancari, per via dell’integrazione tra il Sistema di Interscambio e la Piattaforma per la Certificazione dei Crediti (finora, scaduti i tempi di pagamento, si comincia a contare i giorni che passano, sperando che siano pochi).

L’aver inviato la Fattura Elettronica alla PA, potrebbe anche stimolare una ragionevolissima “epifania digitale”: molte imprese potrebbero scoprirsi in grado di inviare fatture in formato elettronico strutturato e potrebbero quindi valutare l’opportunità di farlo per tutte le loro fatture attive, non solo quelle dirette alla PA.

Risultato? Che in ingresso, lato passivo, molte imprese si troverebbero a ricevere, con frequenza potenzialmente crescente e volumi sempre più ampi, fatture in formato elettronico strutturato. Beneficio? Lo stesso – potenziale – che hanno tutte le PA: dotarsi di quanto occorre per integrare le fatture nei rispettivi Sistemi, evitando così le lungaggini della digitazione a sistema o, peggio ancora, della gestione cartacea delle approvazioni al pagamento o dell’archiviazione del cartaceo. Questo fenomeno potrebbe contribuire ad aumentare la gestione elettronica del ciclo passivo, consentendo alle imprese più “smart” e pronte di risparmiare non pochi tempi e costi del processo.

Qualche esempio di imprese che attorno al tracciato FatturaPA stanno già rivedendo i processi lato attivo ma anche passivo, in previsione di quanto accadrà il 31 marzo, già ci sono: citiamo A2a, Enel, Ferservizi e Telecom Italia. La speranza è che questa opportunità possa essere compresa e quindi colta da un numero crescente di imprese.

E proprio sul fronte della Fatturazione B2b, sempre quest’anno, il quadro normativo potrebbe anche presentare ulteriori sviluppi. Nella Delega Fiscale, il documento con cui “il Parlamento rimanda al Governo il compito di intervenire sul sistema fiscale per renderlo equo, trasparente e orientato alla crescita”, l’articolo 9 spinge verso la semplificazione fiscale attraverso lo stimolo all’estensione della Fatturazione Elettronica nei rapporti tra imprese (appunto, la “Fattura B2b”). L’opportunità per le imprese, in questo caso, sarebbe legata anche all’incentivo per stimolare la diffusione delle Fatture B2b: la riduzione degli adempimenti amministrativi e contabili a carico dei contribuenti.

* Paolo Catti è Responsabile della Ricerca dell’Osservatorio  Fatturazione Elettronica del Politecnico di Milano

Cinque fasi per un ciclo dell’ordine digitale

Con la seconda scadenza dell’obbligo per la Fatturazione Elettronica si aprono interessanti prospettive, soprattutto dal punto di vista dell’evoluzione digitale in Italia. Evoluzione che, secondo l’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione del Politecnico di Milano, può seguire un percorso logico in cinque “passi” che coinvolgono la PA, le imprese e – più in generale – l’intero Sistema Paese:

  1. dal semplice “fare” Fatturazione Elettronica al “fare bene” Fatturazione Elettronica, sia dal punto di vista delle PA sia da quello dei loro fornitori, per massimizzare il beneficio raggiungibile;
  2. dal “fare bene” Fatturazione Elettronica all’integrare la fase di Fatturazione con quella di Pagamento, per ridurre i tempi e/o abilitare modelli efficaci per l’accesso al credito;
  3. dall’integrazione Fatturazione-Pagamento alla copertura più ampia di tutto il ciclo dell’ordine, per estendere le opportunità della Digitalizzazione all’intero processo di relazione clientefornitore;
  4. dalla copertura dell’intero ciclo dell’ordine all’utilizzo della Fatturazione Elettronica come strumento di semplificazione per abbattere i costi della burocrazia che gravano sulle imprese (per esempio, legati a comunicazioni e adempimenti);
  5. dalla semplificazione burocratica all’apertura culturale verso nuovi modelli organizzativi e nuovi modi di lavorare abilitati dall’adozione delle tecnologie digitali, per rendere sempre più concreti e infrastrutturali i propositi dell’Agenda Digitale Italiana.

Tutto questo ovviamente avrà delle ripercussioni da un lato sui processi delle imprese – che devono adottare un nuovo modello per emettere e archiviare le fatture – dall’altro sulle PA, che devono gestirne la ricezione, la verifica e la conservazione.

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