L'INTERVISTA

Asset management, Amco si affida alle virtual data room per sprigionare il valore dei dati

I prodotti e i servizi nati dalla collaborazione con Multipartner rappresentano una risposta efficace non solo per indirizzare meglio la crescita esponenziale delle informazioni, indispensabili per gestire il core business, ma anche per rendere sempre più efficienti i workflow interni. Parla Stefano Micheli, Chief Operating Officer della società specializzata nella gestione e nel recupero di crediti deteriorati

Pubblicato il 10 Giu 2021

Amco: concept di virtual data room

Come migliorare la gestione dei flussi di dati, man mano che aumentano le informazioni da incamerare ed elaborare? Come renderli sempre più sicuri e performanti potenziando al tempo stesso la user experience degli attori coinvolti nella catena del valore?

Anche Amco, società di asset management specializzata nel settore della gestione e del recupero di crediti deteriorati (Unlikely to pay, Utp, e Non performing loans, Npl), si è posta queste domande nel momento in cui ha intrapreso il percorso di digital transformation. L’asset management è da sempre un’attività la cui filiera è basata sulla corretta gestione dei documenti che permettono di valorizzare in modo accurato i titoli: il digitale non fa altro che accelerare l’esecuzione e la precisione di alcuni task, a patto di contare su standard molto elevati di data quality.

Amco ha trovato nelle soluzioni di Virtual data room (Vdr) una risposta efficace non solo per indirizzare la crescita esponenziale dei dati con cui orchestra il core business, ma anche per rendere sempre più efficienti i workflow interni. Amco si è rivolta a Multipartner, specialista nella progettazione di Vdr, che tramite un accordo pluriennale fornisce al gruppo un bouquet di piattaforme modulari e un servizio completo, a cavallo di consulenza e assistenza tecnica. Un prodotto flessibile, che garantisce la possibilità di personalizzare ciascuna componente per adattarne le funzionalità sia rispetto alle attività di gestione, valutazione e vendita degli Npl e degli Utp, sia rispetto ai flussi che sottendono all’operatività dei dipendenti.

È anche merito dell’adozione di soluzioni digitali di questo tipo se oggi Amco riesce a sfruttare al meglio il proprio patrimonio informativo, conducendo con sempre maggiore consapevolezza il business. I risultati sul piano finanziario parlano chiaro: a fine 2020 AMCO registra un portafoglio di Asset under management del valore di 34 miliardi di euro (58% Npl e 42% Utp) in crescita del 46% rispetto all’anno precedente, ricavi in aumento del 126% a 214 milioni e un utile netto di 76 milioni (+80%). Abbiamo chiesto al Chief Operating Officer Stefano Micheli quali saranno gli sviluppi futuri e che ruolo giocherà il digitale.

La rapida espansione di Amco negli ultimi anni rivela un corretto approccio manageriale a un settore in fermento: come si sta evolvendo in Italia l’ambito dell’asset management, con particolare riferimento alla gestione di Npl e Utp?

Negli ultimi anni la gestione degli Npe (Non Performing Exposures, ndr) ha registrato un importante processo di crescita, sia in termini di maggiore attenzione da parte degli originator dei crediti (banche e istituzioni finanziarie), sia da parte dei servicer, che hanno adottato un approccio sempre più strutturato e professionale nella gestione di questi crediti. Le ondate di cessioni di portafogli Npe, in costante aumento nell’ultimo quinquennio, hanno permesso alle banche di migliorare significativamente i propri ratio patrimoniali. All’interno dei servicer si sono create competenze di alto profilo per la gestione non solo di Npl, ma anche di Utp. Nello specifico, Amco è uno dei principali operatori nel mercato Npl e il primo operatore per masse gestite nel mercato Utp, con capacità di gestione che si basano su competenze non soltanto creditizie ma anche industriali, di turnaround e ristrutturazione, legali e immobiliari.

Quali criticità e quali opportunità stanno emergendo in un comparto finanziario sempre più connotato dalla forte presenza delle tecnologie digitali e dall’esigenza di sviluppare strumenti tanto performanti quanto affidabili e in linea con la compliance?

La qualità dei dati e delle informazioni è un valore reale in primis per gli originator dei crediti e conseguentemente anche per gli operatori di mercato, investitori e servicer. La catena del valore è basata sulla corretta e completa gestione di dati, informazioni e documenti che permettono di valorizzare accuratamente gli asset e di produrre risultati positivi sia per le cedenti che per i cessionari. Le scelte e gli investimenti in tecnologia digitale, cresciuti negli ultimi anni, sono importanti facilitatori nelle operazioni di cessione a monte, e acceleratori nella valorizzazione dei processi di recupero a valle.

In questo contesto, cosa contraddistingue l’azione di Amco e quali linee guida indirizzano il miglioramento dei risultati sul piano del business e delle operazioni?

Amco ha sfruttato l’esperienza e il track record maturato nei venti anni di vita di S.G.A. (la società che, acquisita dal Ministero delle Finanze, è stata riconvertita in AMCO, ndr), introducendo processi e piattaforme “state-of-the-art”, puntando sull’innovazione tecnologica e di processo e sull’aggregazione di competenze ed esperienze diversificate, tutte di alto livello. La combinazione di queste scelte strategiche ha permesso un’importante crescita in termini di masse gestite, dai circa due miliardi di euro di crediti in portafoglio a fine 2017 ai 34 miliardi a fine 2020, grazie al lavoro del team, che è cresciuto dalle 71 persone di fine 2017 alle oltre 300 attuali.

Amco ha un ruolo centrale nel mercato degli Npe in Italia. La gestione dei crediti è caratterizzata da un approccio paziente, rispettoso delle condizioni socio-economiche dei debitori, a supporto dell’imprenditoria produttiva meritevole.

Qual è il ruolo del digitale nella trasformazione dei processi e nella creazione di esperienze d’uso efficaci, efficienti e sicure all’interno della vostra organizzazione e dell’ecosistema a cui appartiene?

L’infrastruttura tecnologica e applicativa adottata da Amco negli ultimi anni è basata su poche ma fondamentali linee guida: digitalizzazione dei processi, piattaforme operative “as a service” e orientamento ai servizi cloud oltre che a una tecnologia evoluta. Queste scelte ci hanno permesso di gestire l’emergenza pandemica senza soluzione di continuità, permettendo a tutti gli utenti interni ed esterni di operare in piena sicurezza in modalità agile e remota, senza impatti sull’esecuzione dei processi e delle attività ordinarie e straordinarie. I nostri processi di onboarding si basano sulla messa a disposizione dei gestori dei dati e delle informazioni utili per attivare la gestione dei crediti nel più breve tempo possibile. I dati a disposizione devono essere completi: la documentazione a supporto è digitalizzata alla fonte e accessibile tramite la piattaforma gestionale unica da parte sia degli utenti interni, sia dei collaboratori esterni.

Come si è sviluppata la collaborazione con Multipartner in questo senso, e quali flussi di lavoro ha coinvolto?

In applicazione delle scelte strategiche, Amco si è dotata di una piattaforma sicura per la gestione dei documenti per gli organi societari, scegliendo la soluzione Multipartner come quella maggiormente rispondente ai requisiti aziendali. La piattaforma viene inoltre utilizzata per la gestione di virtual data room, con buoni risultati in termini di usabilità ed efficienza, ottimi livelli di sicurezza e affidabilità.

Cosa ha comportato l’adozione di virtual data room realizzate su misura e quali vantaggi ha garantito sia nell’ordinaria amministrazione di Amco, sia durante la situazione d’emergenza esplosa con la pandemia?

La situazione di emergenza generata dalla pandemia ha accentuato l’importanza di piattaforme informatiche solide e affidabili, accessibili in modalità sicura via internet e in grado di garantire la piena disponibilità dei dati e dei documenti in ogni momento e condizione.

In ogni caso, le soluzioni adottate da Amco, compresa la piattaforma per le virtual data room, sono pensate in origine come strumenti di collaborazione in remoto, sia per la pluralità di sedi geografiche distinte che per l’interazione con un numero elevato di soggetti esterni.

Quali sono i punti di forza della partnership, e che possibili sviluppi futuri ipotizza lungo questa direttrice?

I principali punti di forza sono rappresentati dalla flessibilità e dalla semplicità d’uso della piattaforma, che permette di strutturare processi di gestione e condivisione documentale in modo veloce e personalizzato.

Di cosa avrà bisogno Amco nei prossimi anni sul piano delle soluzioni tecnologiche, su quello delle competenze e su quello della governance?

L’evoluzione tecnologica di Amco sarà basata sull’automazione dei processi e sull’integrazione tra le varie piattaforme applicative, secondo logiche di processo end-to-end e una sostanziale convergenza tra l’obiettivo funzionale e le piattaforme operative sottostanti. In quest’ottica la società sta investendo nell’industrializzazione dei processi di interazione con il sistema bancario (le “cedenti”), così come nel consolidamento delle piattaforme di automazione e digitalizzazione dei processi.

Altro ambito di sviluppo è relativo alla valorizzazione del patrimonio informativo, sulla base dell’infrastruttura di gestione e analisi dei dati che sono alla base delle capacità di analisi e gestione che caratterizzano Amco. Negli ultimi anni, in parallelo al processo di crescita, la società ha strutturato un data warehouse che integra e comprende l’intero patrimonio informativo aziendale, permettendo uno sviluppo organico e solido dell’intera struttura aziendale.

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