Digital Finance

Il CFO diventa “augmented” con Big Data Analytics e intelligenza artificiale: la visione Oracle

Oggi il Chief Financial Officer deve sapere come un qualsiasi evento di business impatta sui numeri aziendali, come lavorano i processi, quali sono le regole e le misure che servono a ciascuna Line of Business per integrarsi nell’insieme dell’organizzazione. Un nuovo ruolo “esteso” che è abilitato dalle soluzioni digitali, spiega Alessandro Evangelisti, Finance e Supply Chain Cloud Evangelist di Oracle

Pubblicato il 29 Mar 2017

CFO Digital Chief Financial Officer

Una nuova era di applicazioni business analytics in Cloud, supportate da tecnologie di frontiera come l’intelligenza artificiale, sta trasformando in azienda soprattutto il ruolo del CFO, il Chief Financial Officer, e precisamente sta ampliando le sue capacità tanto da poterlo definire “augmented CFO”. Questa la visione di Oracle spiegata recentemente alla stampa da Alessandro Evangelisti, Finance e Supply Chain Cloud Evangelist di Oracle South Europe.

«Lo scenario vede prevalere dei business driver tradizionalmente contrapposti, occorre massimizzare l’efficienza ma crescere, e innovare ma con un controllo strettissimo dei rischi. I tempi chiedono alle organizzazioni di essere efficienti ma anche dinamiche, e quando ci sono trade-off del genere da conciliare, la tecnologia a volte è l’unica soluzione, perché aumenta le capacità»

Il modello organizzativo industriale sta cambiando, continua Evangelisti, e il digitale permette di staccarsi da processi e formule di governance basati su passaggio di carta e su comunicazioni difficoltose, ma anche da modelli di business consolidati. Guardiamo cosa sta accadendo nel manifatturiero, dove con Industria 4.0 si affermeranno sempre più modelli di vendita non più di asset fisici ma di servizi, per esempio pacchetti di migliaia di chilometri per i mezzi pubblici, o di ore d’attività per i macchinari.

«E il soggetto che può guidare meglio questo cambiamento e tenere la governance è il CFO, cioè la persona che ha la visione complessiva del valore generato e del ruolo di tutte le LOB, le Line Of Business».

La digitalizzazione infatti in estrema sintesi dà all’organizzazione la capacità di automatizzare tantissime attività che non creano valore, e di reagire immediatamente con decisioni basate su ampie e precise informazioni, derivanti dall’analisi di enormi volumi di dati.

«Questo si riflette su tutte le figure di management, ma soprattutto sul CFO: una figura che nelle aziende che oggi hanno più successo ha profili e insiemi di competenze molto diversi dal classico direttore finanziario. Ogni azienda fa storia a sé e non è corretto generalizzare, ma sempre più spesso il CFO deve sapere come un evento di business impatta sui numeri aziendali, sapere come lavorano i processi, quali sono le regole e le misure che servono a ciascuna LOB per integrarsi nell’insieme dell’organizzazione». Deve avere visibilità a 360 gradi, ed essere messo nelle condizioni di poter analizzare tantissime dimensioni trasversalmente alle LOB, continua Evangelisti: dall’investment mix alla supply chain, fino alla product strategy. «Deve saper pianificare usando un’infinità di dati, a stretto contatto con Data Scientist e CIO, e spingere l’azienda a investire sul Planning dando a ciascuna BU lo strumento per fare la propria pianificazione “federata”, cioè funzionale alla strategia generale e integrata con il corporate planning».

Questo ruolo “aumentato” del CFO come accennato ha l’indispensabile supporto delle soluzioni digitali di ultima generazione, basate su tecnologie come Big Data, intelligenza artificiale, Internet of Things e machine learning, accessibili direttamente in Cloud: «Faccio solo un piccolo esempio, recentemente sono state annunciate nuove funzionalità di intelligenza artificiale per le App di Oracle, tra cui per ERP Cloud c’è “adaptive intelligent discounts”, che in pratica propone prezzi e termini di pagamento nei confronti dei fornitori in funzione di enormi basi dati in Cloud su volumi e tempi di consegna, indici di prestazione dei fornitori, scadenze fiscali e così via».

Ma quante imprese italiane sono già pronte per un’evoluzione del genere? «Riscontriamo sensibilità per questo concetto di “augmented CFO” soprattutto nei settori engineering, manifatturiero, e in qualche comparto avanzato di servizi, per esempio il fintech. Per le PMI è ancora presto, a loro interessa estendere delle capacità, per esempio gestire l’intero processo logistico in digitale, ma non hanno ancora la maturità per implementare “scientificamente” un intero modello organizzativo».

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