Tendenze

La seconda fase del Public Cloud triplicherà il mercato in 7 anni

Forrester Research: dopo l’esplorazione dell’offerta, ora le aziende stanno inserendo e razionalizzando soluzioni SaaS, PaaS e IaaS nella gamma di servizi proposti dall’IT interno alle funzioni di business. «Sarà sempre più difficile giustificare economicamente il fatto di rinunciare ai servizi Cloud, ma l’ostacolo più difficile è culturale e psicologico»

Pubblicato il 26 Mag 2014

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Dopo una prima fase di “esplorazione” dell’offerta Public Cloud come potenziale opzione da parte delle imprese, è iniziata la seconda fase, che prevede l’inserimento a pieno titolo e la razionalizzazione dei servizi Cloud all’interno dell’IT aziendale, e promette per gli operatori coinvolti entrate molto più alte della prima. Questa la tesi di un recente post sul blog di James Staten, Vice President e Principal Analyst Infrastructure & Operations Professionals di Forrester Research: una tesi, precisa Staten, basata sulle stime di mercato di Forrester e sui suoi sondaggi presso i CIO delle imprese clienti. Secondo la società di ricerca infatti il mercato dei servizi di Public Cloud nel 2013 ha totalizzato entrate per 58 miliardi di dollari, che saliranno a 191 miliardi nel 2020.

«La gran parte del fatturato del mercato Cloud proviene da soluzioni Software as a Service (SaaS), che hanno generato 36 miliardi di dollari nel 2013: è un segmento nettamente più maturo e ormai consolidato in molte categorie applicative, mentre le piattaforme cloud pubbliche (IaaS), trainate da Amazon Web Services, hanno messo insieme 4,7 miliardi di dollari l’anno scorso, ma stanno maturando rapidamente grazie a soluzioni di nuova generazione dei partner IBM, HP e Microsoft».

Staten poi scende più in dettaglio sui principali segmenti del mercato cloud, cominciando proprio dal SaaS: proprio per l’acquisita maturità, queste soluzioni stanno passando dall’originario ruolo di estensioni in aree specialistiche dei sistemi transazionali “core”, tipo l’ERP, a quello di sostitute del classico software in licenza in aree più strategiche, come Sales Force Automation, CRM, HRM, eProcurement ed ePurchasing. «Questo trend si allargherà ad altre aree applicative chiave aprendo un nuovo fronte di crescita per il SaaS tra il 2014 e il 2018».

Quanto alle piattaforme cloud pubbliche che offrono servizi di IaaS (Infrastructure as a Service), la crescita nel loro uso, maturità e solidità finanziaria le porterà entro il 2020 a essere del tutto concorrenziali con le tradizionali infrastrutture IT interne per molti aspetti, sostiene Staten. «Di certo non si può sostituire interamente un’infrastruttura IT, interna o in hosting, con una piattaforma cloud pubblica, ma una di queste può essere la soluzione ideale in situazioni in cui ci sono da gestire carichi di lavoro con volumi variabili e imprevedibili: situazioni che con l’avvento delle applicazioni di nuova generazione saranno sempre più frequenti, aprendo alle piattaforme di public cloud un mercato potenziale sempre più grande.

Anche in ambito PaaS (Platform-as-a-Service), i servizi Cloud saranno concorrenti sempre più temibili del middleware tradizionale. Le applicazioni e servizi sviluppati con metodi “agile” sulle architetture più moderne potranno essere integrate con servizi cloud di database, storage, integrazione, e di altre tipologie di middleware evitando l’onere della gestione e manutenzione di questi componenti, e i classici vincoli di rigidità delle licenze, che mal si prestano alle necessità di pay-per-use di questi servizi.

Sarà sempre più difficile, avverte Staten, giustificare economicamente il fatto di rinunciare ai servizi cloud. Il modello economico del Cloud Computing comporta grandi efficienze attraverso l’utilizzo condiviso, il pagamento pay-per-use e le economie di scala basate su grandi volumi. «Man mano che le grandi piattaforme cloud continueranno a investire in efficienze che possono essere ottenute solo con i loro volumi massivi, il gap tra i risparmi ottenibili dal cloud e ciò che è possibile ottenere con installazioni on premise o con l’hosting o l’outsourcing si amplierà fortemente. Ma l’attrattività del Cloud salirà anche perché metterà a disposizione sempre più servizi, componenti e applicazioni che possono agevolare la creazione di nuovi servizi e soluzioni di business per le aziende.

Nonostante queste prospettive, conclude Staten, rimane una certa inerzia nel mondo enterprise a causa dei timori sulla sicurezza e sulle performance in alcune parti del mondo, ma gli sviluppi negli ultimi tre anni mostrano che questi problemi saranno superati. «La battaglia più difficile per il CIO sarà superare le barriere psicologiche, culturali e di contabilità finanziaria che si sono consolidate nei decenni dell’epoca pre-Cloud, e che richiederanno decenni per scomparire completamente: occorre iniziare a combattere fin da oggi».

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