Digital Transformation

Bexb, con la moneta complementare le aziende recuperano liquidità e potere d’acquisto

Oggi oltre 3mila aziende fanno parte del circuito che supporta lo sviluppo commerciale con la tecnologia e un sistema di acquisto basato non solo sullo scambio di denaro ma anche, in ottica di compensazione, di altri prodotti. Con Silvio Bettini, Presidente di Bexb, abbiamo parlato della strategia dell’azienda

Pubblicato il 30 Ott 2017

redazione

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Muovere l’economia e supportare le imprese su due fronti: riconsegnare la liquidità e il potere d’acquisto necessari per investire e incrementare la produttività da un lato, e dall’altro supportare l’aumento delle vendite e lo sviluppo delle stesse. Questa è in estrema sintesi la mission di Bexb, l’azienda bresciana nata nel 2001, che ha creato un circuito in cui le aziende associate (oltre 3mila, ndr.) offrono i prodotti in cambio non solo di denaro ma anche, in ottica di compensazione, di altri prodotti. Abbiamo parlato di che cosa vuol dire usare una “moneta complementare” e della strategia dell’azienda con Silvio Bettini, Presidente di Bexb.

Il vostro è un commercio on line quindi un mix tra Amazon e i bitcoin?

I bitcoin sono una moneta alternativa, peraltro oggi piuttosto pericolosa come investimento. Amazon usa la tecnologia e l’automazione logistica per fare commercio ma usa moneta tradizionale. Noi partiamo da un altro principio: siamo un market place nel quale gli associati trattano tra loro. Noi diamo il supporto della tecnologia e della camera di compensazione. Quando non esisteva la moneta, le persone che avevano bisogno di un prodotto lo scambiavano con una merce a loro disposizione. L’allevatore forniva pelli e carne al coltivatore di frumento ed ortaggi, con le pelli si fabbricavano abbigliamento, borse e otri per il trasporto di vino, olio, acqua che si scambiavano con sale e legname. La moneta è nata per gestire la differenza temporale tra le transazioni. Noi facciamo la stessa cosa ma senza una moneta alternativa. Quello che crediamo è che la moneta, oggi, sia diventata essa stessa un prodotto e abbia perso la funzione per cui è stata creata e cioè di essere unità di misura per le merci. Mi sembra più concreto dire che un chilo di sale vale tre mele o cento mattoni una bicicletta. Ed è per questo che è nata Bexb. Se un’azienda vuole vendere laterizi e le servono computer, può acquistarli rendendo disponibili i laterizi all’interno del circuito, i laterizi saranno acquistati da un muratore che a sua volta ristrutturerà l’officina ad un autosalone, il quale renderà disponibile un’autovettura che verrà acquistata da chi aveva venduto i computer… E così di seguito.

Anche nel vostro business le transazioni continuano ad aumentare geometricamente. La tecnologia della vostra piattaforma regge?

Da quanto mi risulta il sistema Sogei per lo spesometro è stato progettato per 500.000 transazioni in un arco di tempo medio mentre ne sta gestendo oltre due milioni in tempi brevissimi ed era possibile che nascessero problemi. Forse noi siamo ottimisti di natura e la nostra piattaforma è stata pensata per numeri ancora più alti di quelli attuali, anche considerando la rapidità di crescita degli ultimi mesi.

La problematica fiscale sarà molto complessa, naturalmente per voi, ma anche per gli associati?

Per la verità, no. È tutto estremamente semplice. Oltre all’importante investimento effettuato per la creazione della piattaforma informatica, prima di iniziare abbiamo dedicato quasi due anni allo studio e alla risoluzione delle problematiche amministrative, fiscali, finanziarie, di controllo e naturalmente gestionali per questo progetto che non era normato in Italia. Basti pensare che tra i nostri associati, che offre i propri servizi in baratto, abbiamo anche la RSM, la sesta società al mondo di revisione contabile.

Anche colossi come Apple, Google o Amazon incorrono in sanzioni per procedure fiscali, secondo l’Europa, pseudo-elusive…

Noi cerchiamo facilitazioni di questo tipo, usiamo al cento per cento la normativa italiana. Il vantaggio che offriamo ai nostri partner è solo nell’ottimizzazione del valore aggiunto sul proprio prodotto ed il nostro business si basa esclusivamente su modestissimi canoni di adesione e piccole royalties sulle transazioni.

70 milioni di euro di transato nel 2016 e poco meno di 3 milioni di fatturato. È stato difficile raggiungere questi risultati?

All’inizio è stato come scalare una montagna, cammini, cammini, anzi corri e, quando guardi la vetta che devi raggiungere e ti giri a guardare il percorso che hai fatto, ti viene da piangere. Quando sei a metà incominci a respirare. La vetta per un imprenditore non è mai l’ultima, quando hai scalato il Monte Bianco, vuoi arrivare al’Everest, ma per risponderle con più concretezza, in termini di risultati, il nostro piano industriale a cinque anni, prevede 300 milioni di transato con un fatturato di sette milioni e mezzo quindi, grazie alle economie di scala ed ad alcune acquisizioni strategiche in corso, arrivare al 2,5% del transato contro l’attuale 3,7% circa. Certo adesso è tutto più, si fa per dire, facile. Anche le nostre agenzie dirette, create in questi anni sul territorio nazionale, crescono col crescere della soddisfazione e della fidelizzazione delle aziende associate. Grazie alla crescita particolarmente importante negli ultimi anni della nostra piattaforma, insieme alla crisi di altre tipologie di servizi, come ad esempio la pubblicità locale, riceviamo svariate richieste di professionisti che si offrono di aprire agenzie Bexb, ma oggi dobbiamo e possiamo effettuare scelte molto selettive di chi ci deve rappresentare sul territorio.

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