Intervista

BPM, Alla ricerca di nuove competenze per un’architettura ICT sempre più agile

Roberto Fonso, Direttore Information Technology, Banca Popolare di Milano

Pubblicato il 19 Gen 2015

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Roberto Fonso, Direttore Information Technology Banca Popolare di Milano

La Banca Popolare di Milano è una società cooperativa a responsabilità limitata fondata a Milano nel 1865, istituto di credito a capo del gruppo Bipiemme. È l’undicesima banca in Italia per capitalizzazione, quinta tra gli istituti popolari.

BPM ha oltre il 70% delle proprie filiali concentrate in Lombardia e focalizza la sua attività sulla clientela retail, sulle piccole e medie imprese e sui prodotti di risparmio gestito.

Anche nel 2015 la Banca Popolare di Milano continuerà a rivolgere la propria attenzione sulle quattro forze che ormai da qualche anno sono diventate il must per l’innovazione culturale e tecnologica in Italia e all’estero: la Business Intelligence, il Cloud, la Mobility e il Social, all’interno di una visione più generale di multicanalità integrata.

Si tratta di un approccio alla digital innovation che oggi la Direzione ICT della banca articola anche alla luce della fusione con l’IT di WeBank, recentemente passata sotto la gestione di Roberto Fonso, Direttore Information Technology, Banca Popolare di Milano.

«Ovviamente non basta adottare nuove tecnologie per abbracciare l’innovazione digitale, occorre implementarle all’interno di un’architettura agile e al servizio delle esigenze del Business», spiega il Manager, che continua: «purtroppo parlare di architettura agile risulta spesso una contraddizione in termini, soprattutto oggi in cui le richieste del Business sono dettate direttamente dai comportamenti degli utenti.

Questi ultimi cambiano molto più rapidamente dell’architettura ICT, e ciò talvolta comporta che le altre funzioni aziendali acquistino servizi esterni in grado di sopperire alle necessità del momento, ma poi difficilmente integrabili con i sistemi interni».

Oltre al tema della flessibilità dell’ICT al servizio del Business, l’innovazione digitale è anche legata a una necessaria revisione organizzativa. «La fusione con WeBank ci ha sicuramente permesso di integrare diverse figure professionali e di avere a disposizione competenze che prima erano poco sviluppate, come quelle in ambito Mobile e BYOD. Rimane l’esigenza di reperire nuove skill, come quelle relative ai Big Data Analytics, con un percorso formativo dedicato, e questa rappresenta senza dubbio una delle nostre principali priorità nel 2015», conclude Fonso.

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