Inforum 2016

Infor, piace ai clienti l'approccio verticale alle business application. Naturalmente in cloud

Un altro anno positivo per lo specialista di software per le imprese. Parlando a New York a clienti e partner, il CEO Phillips ha confermato i positivi risultati della strategia che punta su soluzioni specifiche per ciascuna industry, con l’obiettivo di ridurre al minimo le personalizzazioni. E per il cloud, che ormai rappresenta il 50% dei ricavi software, si conferma vincente l’alleanza con Amazon Web Service

Pubblicato il 12 Lug 2016

Charles Phillips, CEO di InforA ciascuno la sua applicazione software, pronta all’uso, senza bisogno di costose personalizzazioni. E per l’infrastruttura cloud, nessun investimento dedicato, ma tutta la forza su scala globale di Amazon Web Service. Dal palco di Inforum 2016, l’evento annuale dedicato a clienti e partner che si svolge a New York (sede della società) in questi giorni, il CEO di Infor Charles Phillips ha spiegato così in cosa si differenzia la strategia di Infor da quella degli altri big del mercato delle business application, come Sap e Oracle. Le linee strategiche della società, che nell’ultima trimestrale ha annunciato una crescita notevole di fatturato (circa il 9%, su un totale di 2.8 miliardi di dollari nel fiscal year 2015, ma a doppia cifra sul cloud- saranno rilasciati a breve i nuovi risultati), dipendenti (sono 15mila, di cui 4700 si sono aggiunti negli ultimi 24 mesi), e clienti (90mila), si snodano lungo tre direttrici.

Innanzitutto, la focalizzazione sulle singole industry, con funzionalità per le business app definite “ultimo miglio” specifiche per ogni mercato di riferimento, dal manufacturing (è molto forte la presenza anche sul mercato italiano in questo ambito) al retail, dalla sanità ai trasporti (si veda l’immagine). A queste applicazioni si aggiungono poi i software più orizzontali, ovvero ERP, HCM eCRM.

In secondo luogo, un approccio allo sviluppo basato sul design thinking, che mette al centro il cliente. E su questo è stata anche rafforzata, per il momento solo negli Stati Uniti, l’attività della divisione H&L Digital, che fornisce consulenza strategica e servizi di coaching nella trasformazione digitale, con l’obiettivo trarre vantaggi concreti ed individuare gli elementi differenzianti di ciascun business attraverso un uso creativo della tecnologia.

Il terzo pilastro della strategia è quello dei predictive analytics e del machine learning, la frontiera cioè dell’analisi dei dati per anticipare i comportamenti futuri, con La suite cloud di Inforfunzionalità avanzate che saranno adottate sempre più negli anni a venire e integrate negli ERP e nelle business applications. E qui si inserisce anche il tema dell’Internet of Things, più volte nominato dagli speaker che si sono susseguiti sul palco, e protagonista di un annuncio di prodotto specifico: con questo nuovo tool, i dati aziendali e quelli IoT, provenienti dai sensori sono accorpati e utilizzati per rendere più intelligenti le applicazioni. Un esempio? Le soluzioni per il Supply Chain Management potranno ricevere informazioni sul meteo e modificare il percorso della merce tempestivamente in caso di eventi avversi, in modo da mantenere puntuali le consegne.

Infine, come accennato, al cuore della strategia c’è Cloud: al momento il business di Infor proviene dal Software as a Service per il 50%. Come ha specificato Phillips, che ha guidato in questi ultimi anni la transizione di Infor, il Cloud pesava per il 10% solo tre anni fa, e si tratta di applicazioni business critical. Secondo il manager, la scelta di non investire sulle infrastrutture, appoggiandosi a AWS, e di focalizzare tutte le risorse sulla suite di applicazioni si sta rivelando vincente, perché i prezzi sono in calo e Infor può ora trarre vantaggio dalla crescente maturità dell’offerta dei provider.

Alla conferenza si è parlato molto anche di servizi, dalla consulenza all’implementazione fino alla formazione: il passaggio al cloud e la digital transformation sono soprattutto una sfida sul fronte del change management, e Infor ne è consapevole. Molte le testimonianze sul palco, fra cui colossi come Bank of America, Travis Perkins e Dow Chemical.

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