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L’eCommerce B2b in Italia: la necessità di un cambio di passo lungo un percorso ben ragionato

A fronte di un mercato eCommerce B2b che ha intercettato nel 2015 circa 260 miliardi di euro il 10% del totale degli scambi B2b tra le organizzazioni, complessivamente avviene tramite portali online, marketplace e soluzioni di integrazione come reti EDI e Extranet. Il fenomeno è ancora limitato e nel nostro Paese fatica a decollare. Un ruolo importante è svolto dalle grandi imprese che generano oltre il 65% del transato

Pubblicato il 23 Giu 2016

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L’eCommerce B2b ha intercettato nel 2015 circa 260 miliardi di euro (vedi nota 1) in Italia: il 10% del totale degli scambi B2b tra le organizzazioni, complessivamente pari a 2700 miliardi l’anno, avviene oggi tramite portali online, marketplace e soluzioni di integrazione (reti EDI e Extranet). Un fenomeno ancora limitato e che nel nostro Paese fatica a decollare, di cui le protagoniste sono principalmente le grandi imprese (gestendo oltre il 65% del transato).

Proviamo ad approfondire il livello di digitalizzazione dei processi guardando puntualmente alla penetrazione dei singoli strumenti di eCommerce B2b: per la trasmissione, ma anche la gestione e la conservazione dei documenti del Ciclo dell’Ordine. Entriamo nel merito di ciascuno strumento, per analizzarne il livello di adozione da parte delle imprese italiane e i relativi trend rispetto agli anni passati.

Sono circa 11.000 le imprese che, tramite reti EDI, hanno scambiato con i propri clienti e/o fornitori oltre 110 milioni di documenti. Negli ultimi 7 anni abbiamo assistito a un incremento del 53% del numero di imprese connesse e nel 2015 oltre il 40% delle Grandi imprese e circa il 4% delle PMI in Italia hanno utilizzato questi strumenti. L’EDI è diffuso soprattutto all’interno di contesti di filiera (vedi nota 2), caratterizzati dall’utilizzo di standard che negli anni si sono perfezionati e consolidati e la cui diffusione ha portato a una crescita continua delle imprese interconnesse e dei documenti scambiati. La Fattura rimane il documento più scambiato – oltre 35 milioni nel 2015 – ma è in diminuzione negli ultimi anni il peso sul totale dei documenti scambiati, che crescono in modo significativo anche in relazione ad altri documenti (propri non solo del Ciclo dell’Ordine).

Extranet e portali

Extranet e Portali B2b, il secondo strumento per lo scambio di informazioni tra partner di business, sono oltre 400 in Italia (3): circa il 57% a supporto degli acquisti e il 43% come strumento di ausilio alle vendite, connettono oltre 100.000 imprese per lo scambio di documenti e informazioni di carattere transazionale. Corrispondono a circa il 43% delle grandi imprese in Italia, il 24% delle PMI e circa lo 0,6% delle micro imprese.
Se guardiamo alla diffusione, nel 2015, delle soluzioni di Conservazione Digitale dei documenti, sono circa 650.000 le imprese in Italia che portano – o sono chiamate a portare – in Conservazione Digitale le proprie Fatture (perlomeno quelle emesse verso la PA). Finalmente anche le micro imprese e le imprese unipersonali hanno iniziato a utilizzare strumenti di Conservazione Digitale, che prima erano “riservati” prevalentemente alle realtà più grandi e alle piccole e – soprattutto – medie imprese. L’introduzione dell’obbligo della Fatturazione Elettronica verso la Pubblica Amministrazione ha rappresentato, in questo senso, uno stimolo importante all’adozione di strumenti digitali a sostegno dei processi aziendali: non solo di “iniziazione al Digitale” di tante – piccole – realtà, ma anche di estensione della Conservazione Digitale alle Fatture B2b (attive e/o passive) e, in alcuni casi, ad altri documenti (quali Documenti di Trasporto, Libri e Registri contabili ecc.).

Il ruolo della cultura digitale delle imprese

In estrema sintesi, durante il 2015 il 43% delle Grandi imprese, il 24% delle PMI e lo 0,6% delle realtà micro e individuali (che, complessivamente, sono pari a oltre il 95% delle imprese attive in Italia) hanno scambiato, con i propri clienti e fornitori, documenti in formato elettronico strutturato attraverso i principali strumenti di eCommerce B2b. Si aggiungono circa 650.000 imprese – oltre 750.000 considerando il dato dei fornitori che hanno inviato Fatture Elettroniche tramite il SdI, aggiornato a fine maggio 2016 (secondo l’Agenzia delle Entrate) – appartenenti a tutte le categorie dimensionali viste in precedenza, che – proprio grazie alla Fatturazione Elettronica verso la PA – hanno iniziato a familiarizzare con strumenti di generazione, emissione e conservazione di documenti – la Fattura – in formato elettronico strutturato.

Il grado di utilizzo dei singoli strumenti di Digitalizzazione da parte delle imprese – soprattutto delle grandi imprese – è evidentemente in costante crescita. Una rappresentazione che parrebbe, quindi, mostrare un Paese non così lontano dall’avere una “cultura digitale”. Tuttavia, la maggioranza delle imprese del nostro Paese continua ad avvicinarsi al tema della Digitalizzazione delle relazioni B2b in modo “epidermico”: senza una visione sistemica, senza un percorso di innovazione organico e ragionato.

Gli strumenti a disposizione sono molteplici e le imprese, in questi anni, hanno imparato a conoscerli: è finito il tempo della Conservazione Digitale attuata solo per una piccola parte di documenti, della Fatturazione Elettronica fine a se stessa, dell’EDI con poche relazioni. È ora di pensare a tutti questi elementi come parte integrante di un unico ecosistema, cui tendere nella definizione del proprio percorso personalizzato di trasformazione digitale. Un percorso che può essere affrontato anche in più tappe, ma non può prescindere da una chiara visione di insieme.

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Note

(1) Per un approfondimento si rimanda al Rapporto “Trasformazione Digitale: B2b… or not to be”, 2016, Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione, School of Management del Politecnico di Milano

(2) Due settori sono stati oggetto di studio di una specifica indagine nel corso della Ricerca 2015-2016 dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione del Politecnico di Milano: quello del Tessile-Abbigliamento e Calzaturiero e quello del Farmaceutico. Per un approfondimento si vedano i relativi rapporti: “La Digitalizzazione dei processi nella filiera del Tessile-Abbigliamento e Calzaturiero”, 2016, Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione, School of Management del Politecnico di Milano e “La Digitalizzazione dei processi nella filiera del Farmaceutico”, 2016, Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione, School of Management del Politecnico di Milano,

(3) Per una vista di sintesi sulla diffusione dei progetti di Digitalizzazione in Italia si rimanda al Report “La diffusione dei progetti di Digitalizzazione in Italia”, 2016, Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione, School of Management del Politecnico di Milano,

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