La Digitalizzazione richiederà nuovo personale nei prossimi due anni e un aggiornamento di competenze. «La competitività e la sopravvivenza stessa delle organizzazioni dipenderanno dalla capacità di trasformare processi, prodotti e modelli di business per rispondere alle sfide della rivoluzione digitale», spiega Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell'Osservatorio HR Innovation Practice. I risultati della ricerca 2017
Il lavoro agile è sinonimo di flessibilità e autonomia, ma in cambio necessita di una maggiore responsabilità sul raggiungimento dei risultati. Un cambiamento di paradigma che, per essere efficace, implica un approccio manageriale diverso e la diffusione di nuove modalità e comportamenti in azienda. Emanuele Madini, Associate Partner di P4i-Partners4Innovation, elenca i passi da compiere
Il gap di preparazione degli studenti si sta riducendo ma rimane, soprattutto sulle esperienze concrete. Oltre 2000 i corsi universitari italiani su tecnologie e imprenditorialità, mentre le imprese sono molto interessate a skill di Big Data Analytics, Digital Marketing, Industria 4.0, comprensione dei clienti e problem solving. Ma non investono abbastanza in formazione. I risultati di una ricerca di University2Business
Social, cloud, analytics, big data stanno cambiando i processi interni delle organizzazioni, che hanno bisogno di figure HR capaci di stimolare la cultura del digitale e dell’innovazione, a tutti i livelli aziendali. «È una grande occasione per diventare strategici e business partner», sostiene Giacomo Manara, docente di Comportamento Organizzativo e Change Management all’Università Cattolica di Milano
Lo Smart Working, o lavoro agile, è l'evoluzione moderna del “posto di lavoro” abilitata dalle nuove tecnologie digitali. Nelle aziende italiane e nella PA si diffonde il fenomeno e oggi esiste anche un quadro normativo di riferimento, che contempla un vero e proprio contratto di lavoro agile (legge 81/2017). Una scelta vincente per le aziende e per i lavoratori. Ma per chi è adatto e quali solo le tecnologie coinvolte? Ecco tutto quello che c’è da sapere
Sviluppare e valorizzare il patrimonio di skill digitali interne è fondamentale per prepararsi al futuro e coinvolgere i dipendenti nel sostenere i percorsi di crescita e trasformazione delle organizzazioni. Ecco una mappa di riferimento, suddivisa in quattro macro-aree: un utile punto di partenza per le direzioni HR
Dallo smart working all’analisi dei dati, dalle app per la valutazione delle performance ai progetti per coinvolgere i millennials, dalle piattaforme a supporto dei processi fino alle professioni del futuro: sono alcuni dei temi su cui si sono confrontati 10 direttori Risorse Umane di importanti aziende italiane in una tavola rotonda all’HR Forum di Milano. Tanti e differenti i cantieri di innovazione aperti, ma il “lato umano” resta sempre l'aspetto più importante
Una strada poco percorsa dalle imprese italiane è quella che favorisce l’innovazione che nasce dall’interno. I benefici sono molti: coinvolgere le proprie persone nel disegnare il futuro significa generare motivazione, superare i silos aziendali, premiare lo spirito imprenditoriale e agire più rapidamente, favorendo la contaminazione fra competenze diverse. Un esempio? L’Hackathon interno di Generali Italia
Una ricerca mostra come la presenza femminile a capo delle grandi aziende italiane sia ancora esigua: neanche una su 5 è direttore generale o direttore di funzione (19%). Tra i principali imputati cultura aziendale, assenza di percorsi di carriera chiari e scarsa proattività delle donne a ricercare la promozione o ruoli più di business
Quali solo le competenze trasversali, che riguardano cioè relazioni e comportamenti delle persone in qualsiasi contesto lavorativo, che consentono di utilizzare efficacemente i nuovi strumenti digitali? Ecco uno schema di riferimento basato sugli studi della Commissione Europea e del Politecnico di Milano