Brevetti

Huawei porta in tribunale Samsung: è la prima volta per la Cina



La produttrice del P9 cita in giudizio l’azienda del Galaxy S7 per la violazione di 12 brevetti relativi alla costruzione degli smartphone e alle reti cellulari

Paolo Longo

Pubblicato il 26 Mag 2016


Huawei contro Samsung, per la prima volta la Cina tecnologica sfida il resto del mondo, una chiara conferma di chi può fare la voce grossa nel prossimo futuro della telefonia mobile. La multinazionale cinese, che ha lanciato nella prima parte del 2016 i suoi ottimi P9 e P9 Plus, ha riscontrato la violazione di ben 12 brevetti da parte di Samsung e per questo ha pensato bene di portarla in tribunale per capire come risolvere la questione. Nello specifico, si tratterebbe di 8 infrazioni relative alla costruzione degli smartphone e 4 circa le reti cellulari. Stando a quanto portato avanti da Huawei, Samsung avrebbe cominciato a fregarsene delle proprietà intellettuali del gruppo di Shenzen fin dalla realizzazione del Galaxy S2, nel 2011, quando il novello smartphone integrava il supporto alla tecnologia 4G LTE, sfruttando un brevetto depositato appunto da Huawei e quindi di suo esclusivo utilizzo. Visti i mercati di riferimento, la compagnia ha citato Samsung depositando la denuncia presso un tribunale negli Stati Uniti e in Cina, due dei paesi in cui i device Galaxy godono di un’adozione di assoluto rilievo.

Le pecche di Samsung

“Speriamo che Samsung la smetta di violare i nostri brevetti e cominci a chiederci le licenze necessarie quando ne hanno bisogno – ha spiegato senza mezzi termini Ding Jianxing, a capo della divisione Intellectual Property Rights di Huawei – non precludiamo una collaborazione, anzi possiamo guidare assieme l’innovazione”. Secondo quanto si legge su Recode, gran parte delle infrazioni riguarderebbe le tecnologie di costruzione dei cellulari, compreso lo sviluppo del sistema operativo e di sezioni del software interno, ma non solo. I documenti integrali diffusi contengono parti di testo nettamente oscurate e indisponibili, come se dietro ci fossero altri motivi che hanno spinto Huawei ad avviare una causa legale contro Samsung. Oltre alla volontà di scalare la classifica dei primi produttori mobili al mondo ovviamente, che adesso la vede al terzo posto.

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