Un cloud su misura per i clienti MWM CED



La strategia di Macro Web Media CED, racconta il Ceo Enrico Ariotti, è di realizzare progetti private cloud per le applicazioni business critical. Senza escludere puntate nella versione public

Gianluigi Torchiani

Pubblicato il 26 Mag 2016


Enrico Ariotti, Ceo di Macro Web Media Ced

Il cloud in questi ultimi tempi sta conoscendo una notevole avanzata anche nel nostro Paese, con un numero crescente di imprese e operatori di canale che hanno deciso di scommettere su questa tecnologia. C’è però chi faceva cloud anche prima che questa parola diventasse di uso comune, addirittura dieci anni fa: è il caso di Macro Web Media CED, società nata da uno spin off di Macro Web Media. Come racconta il Ceo di Macro Web Media CED, Enrico Ariotti, «La storia di Macro Web Media nasce circa 17 anni fa: siamo stati una delle prime web agency sul territorio italiano. Già agli inizi degli anni 2000 abbiamo sviluppato degli applicativi e dei software che venivano erogati direttamente tramite il browser, raggiungendo anche clienti molto importanti. Nel 2005 abbiamo deciso di investire anche nell’infrastruttura, con tre player allora importantissimi: Colt, IBM e VMware (che allora non era neppure presente in Italia), realizzando una prima infrastruttura che possiamo chiamare “virtualizzata”, visto che al momento il termine cloud non era neppure utilizzato».

Visto il successo, nel 2010 Macroweb Media CED si è costituita come società autonoma, con una missione ben precisa: trasferire sul cloud (privato) applicazioni e attività business critical delle aziende di qualsiasi dimensione, dalle più piccole sino alle grandi multinazionali.Più nel dettaglio, MWM CED PRIVATE CLOUD è un servizio IaaS (Infrastructure as a Service), che permette di creare virtual datacenter contenenti server virtuali e reti, con possibilità di espansione o riduzione, a seconda delle diverse esigenze del cliente. Un cloud privato concepito per assicurare al cliente finale un’infrastruttura IT sicura, un controllo intelligente delle operazioni IT, un rapido approvvigionamento delle applicazioni e una governance continua. Una nuvola che, ad esempio, permette a una multinazionale come Continental, di far funzionare al meglio un delicato software che autorizza tutti i cambi gomme di tutta Italia.

Aggiunge ancora Ariotti: «Lavoriamo soltanto a livello nazionale, con progetti che vengono sviluppati completamente all’interno della nostra organizzazione. Viene dapprima effettuata un’analisi di quelle che sono le esigenze interne, successivamente è realizzata l’infrastruttura tecnologica sulla base delle esigenze private. All’inizio il nostro fornitore infrastrutturale era IBM poi siamo passati a Dell. Abbiamo invece confermato Colt per quanto riguarda tutta la parte di data center. La nostra strategia si è sempre basata su quattro punti, che sono per noi fondamentali. Innanzitutto realizziamo un cloud dedicato al cliente, un vero private cloud costruito intorno alle sue esigenze e ai suoi benchmark reali di cui necessita per far girare gli applicativi. Garantiamo inoltre una situazione compliance al 100%: un elemento molto importante se si pensa che, sino a molto tempo fa, molte aziende non potevano passare al cloud proprio per ragioni di conformità. Inoltre, offriamo degli Sla (Service Level agreement) estremamente elevati e un servizio di assistenza e consulenza completamente diverso da quello che siamo abituati a vedere nel cloud. Normalmente, quando si realizza un’infrastruttura private cloud con il cliente, tutto il processo di sviluppo delle app è curato dai nostri consulenti interni: che hanno delle conoscenze soluzionistiche ma sono capaci anche a livello di sviluppo di programmazione software e web (acquisite grazie all’esperienza di Macro Web Media). Dunque sanno parlare quasi da colleghi ai responsabili dei reparti IT aziendali. Un valore aggiunto non indifferente».

Da notare che l’infrastruttura cloud viene resa disponibile come servizio, in un modello “a consumo” in cui gli strumenti hardware e software vengono utilizzati in base al reale fabbisogno. Tanto che, secondo l’azienda, i risparmi economici sono spesso superiori anche a quelli del cloud pubblico. Verso il quale, peraltro, non esiste nessuna preclusione da parte di Macro WEB Media CED: «L’interpretazione che diamo noi al cloud è che non esiste un modello che vada bene per tutte le occasioni. Le aziende non possono pensare di spostare tutto quello che hanno in casa verso un solo operatore di public cloud. Allo stesso tempo non è detto che un nostro cliente debba scegliere una nostra soluzione private cloud e poi fermarsi lì, è capitato che certe applicazioni o carichi fossero su Azure. Insomma non per forza operiamo in private cloud, noi analizziamo sempre la soluzione migliore. Il private cloud va benissimo per le applicazioni critiche e che necessitano di un livello di servizio elevato, ma per altre cose no, il nostro approccio è dunque multicloud. D’altronde abbiamo una società del gruppo Macro Web Media, Bringtech, che è specializzata su Office365» conclude Ariotti. Una strategia, insomma, a 360 gradi sulla nuvola, che ha consentito al gruppo di conquistare la fiducia di oltre 300 clienti a livello nazionale.

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