Telemedicina

Smart Health: il digitale abilita modelli virtuosi ed economicamente più sostenibili

Smart Health in accelerazione. Per superare i limiti della pandemia, la sanità investe nella telemedicina, nelle consultazioni virtuali e nel monitoraggio remoto dei pazienti. L’esperienza favorisce un profondo cambiamento culturale del personale medico e infermieristico. Favorevoli alla telemedicina oltre 9 medici di medicina generale su 10 e 7 medici di medicina specialistica su 10

Pubblicato il 08 Apr 2021

Smart-Health

Smart Health è una sanità potenziata dall’uso delle tecnologie di ultima generazione che ci aiutano a gestire in modo sempre più tempestivo ed efficiente le informazioni relative ai processi di cura, assistenza e prevenzione. L’emergenza Covid, con l’imposizione dei lockdown e del distanziamento sociale, ha minato il modello tradizionale di assistenza sanitaria faccia a faccia nella maggior parte delle situazioni non di emergenza. Le organizzazioni di tutto il mondo hanno accelerato l’adozione della telemedicina in ogni sua forma, potenziando la relazione con partner tecnologici capaci di garantire la qualità di infrastrutture e applicazioni. A dichiararlo quasi 7 medici italiani su 10 (66%) che spiegano come la propria organizzazione ha incrementato l’impiego di tecnologie digitali per supportare il lavoro del personale medico e infermieristico (Fonte: “Digital Transformation Shaping the Future of European Healthcare” – Deloitte, settembre 2020).

Smart Health in Italia: la big picture degli analisti

Secondo i dati degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, l’emergenza sanitaria sembra aver segnato una transizione importante nell’opinione dei medici rispetto agli strumenti di telemonitoraggio, televisita, teleconsulto e telecooperazione sanitaria. Analizzando l’evoluzione nel tempo, gli analisti hanno profilato tre categorie di medici:

  • I convinti, che utilizzavano gli strumenti di telemedicina già in passato e lo faranno in futuro
  • I convertiti, che non hanno mai utilizzato in passato questi strumenti, ma lo faranno in futuro
  • I contrari: non hanno mai utilizzato questi strumenti e non lo faranno in futuro

«Per quanto riguarda i medici di Medicina Generale – spiega Deborah De Cesare, Research Analyst and Advisor degli ‎Osservatori Digital Innovation -, rispetto al campione la quota di convinti (33%) e convertiti (62%) è nettamente superiore rispetto alla percentuale di contrari che è sostanzialmente marginale (5%). Anche per quanto riguarda i Medici Specialisti  la percentuale dei convertiti è superiore alle altre due (36%), ma la quota di contrari non è trascurabile (30%). In ottica post-emergenziale, è interessante chiedersi quante delle visite condotte da un paziente in un certo periodo definito (es. un anno) sarà possibile, in media, svolgere da remoto. La percentuale di visite che si potrebbe svolgere tramite strumenti digitali secondo i MMG sarebbe pari al 30% del totale, con una differenza tra pazienti cronici e altre tipologie di pazienti non significativa (trattandosi, per definizione, di un accesso ripetuto). Secondo i medici specialisti, la percentuale di visite che potrebbero essere svolte attraverso strumenti digitali sarebbe pari al 24% per le visite con i pazienti cronici, mentre solo il 18% per quanto riguarda le altre tipologie di pazienti».

Smarth-Health

Deborah De Cesare, insieme a un parterre di professionisti e operatori della sanità, parlerà in maniera più estesa del ruolo delle tecnologie digitali a sostegno della Smart Health in occasione di un webinar, organizzato Venerdì 16 aprile, dalle 10.30 alle 11.30 (cliccare qui per registrarsi).

Crescono le declinazioni della telesanità italiana

Oltre a una nuova cultura nel personale medico la Smart Health registra un cambio di mentalità anche nelle persone. Gli analisti di Deloitte fotografano anche in Italia un crescente utilizzo delle tecnologie digitali per far accedere più rapidamente i cittadini ai servizi di assistenza sanitaria, incluso l’utilizzo di Internet per la ricerca delle informazioni sanitarie, la prenotazione degli appuntamenti e le teleconsultazioni.

Più in dettaglio:

  • 69% cartella sanitaria elettronica (rispetto all’81% della media europea)
  • 67% prescrizioni digitali (contro il 62% della media europea)
  • 53% prenotazione appuntamenti online (contro il 54% della media europea)
  • 53% app per medici (rispetto al 51% della media europea)
  • 38% telemedicina (rispetto al 43% della media europea)
  • 21% monitoraggio da remoto dei parametri vitali (rispetto al 22% della media europea)
  • 18% dispositivi indossabili/app paziente (rispetto al 22% della media europea)
  • 10% point of care per la diagnostica (rispetto al 26% della media europea)

Cresce la domanda di servizi self-service

Durante la pandemia la popolazione ha imparato a usare sempre meglio le tecnologie e si aspettano che la sanità faccia altrettanto, predisponendo servizi più funzionali e tempestivi erogati in remoto. In generale, il 96% delle persone che afferma che l’assistenza sanitaria dovrà essere sempre più guidata dai dati. Cresce il numero di persone che stanno abbracciando la tecnologia per monitorare e mantenere la loro salute e sono disposti a condividere i dati sanitari anche con operatori terzi (dietologi, SPA, palestre, servizi di riabilitazione e via dicendo) in cambio di servizi a valore aggiunto. In tutto questo gli analisti sottolineano la maggiore consapevolezza della popolazione rispetto al tema della Privacy e della gestione dei dati personali. Le persone intervistate confermano di voler mantenere il possesso dei propri dati sanitari e decidere con chi condividerli e per quali scopi.

Verso una sanità più sostenibile

Ampliare il focus dalla gestione dei processi di cura a un più ampio e serrato monitoraggio della salute in generale permette di abbassare i costi associati all’insorgenza delle patologie più gravi. La Smart Health abilità nuovi modelli di assistenza che abbassano la spesa sanitaria elevando la qualità dei servizi di diagnostica e di cura offerti ai cittadini in modalità tempestiva, predittiva e proattiva. L’uso delle tecnologie digitali mette a sistema in tempo reale una quantità crescente di dati che, analizzati dagli algoritmi associati all’Intelligenza Artificiale monitora e interpreta i parametri vitali così come le attività di ogni giorno elaborate dalle app e dai sensori, integrandoli a quelli che derivano dalla digitalizzazione dei documenti medici, dei Fascicoli Sanitari, delle Cartelle Cliniche, referti, imaging radiologico e via dicendo. È così che questi dati diventano azionabili, generando insight più utili per ottimizzare le strutture, i percorsi di prevenzione e cura, nonché la creazione di un sistema più inclusivo, migliore e avanzato.

Come e perché la Smart Health è un modello partecipativo

L’impegno e il coinvolgimento del paziente saranno una componente fondamentale del processo di trasformazione del sistema sanitario. Il modello partecipativo è incentrato sul coinvolgimento attivo dei cittadini ma anche sull’uso di un’automazione intelligente, basata sull’uso di piattaforme integrate e standardizzate, corredate da sistemi di Unified Communication & Collaboration di nuova generazione in cui avranno un ruolo chiave le applicazioni mobile oriented intuitive e funzionali, atte a facilitare l’accesso a servizi di prenotazione e di refertazione. Perché tutto funzioni, i governi devono mantenere la promessa di migliorare l’alfabetizzazione sanitaria digitale dei cittadini e di stanziare gli investimenti destinati a fornire ai pazienti gli strumenti digitali opportuni.

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