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Riuso delle tecnologie, la PA fa un passo avanti

Partono i primi progetti dell’iniziativa Agire Por, che punta non solo al riutilizzo di software fra gli enti italiani, ma anche a una diffusione di conoscenze e buone pratiche. Federico Lasco, responsabile presso il ministero dello Sviluppo Economico: «L’obiettivo è rafforzare la governance dei fondi strutturali europei affiancando PA più efficienti, tipicamente del Nord, con altre che hanno risorse da utilizzare ma difficoltà operative»

Pubblicato il 07 Gen 2015

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Nel 2015 diventeranno realtà i primi progetti per l’innovazione della PA con la logica del riuso di strumenti tecnologici. Si svilupperà così l’iniziativa Agire Por, coordinata dal ministero dello Sviluppo Economico. Finora ha approvato 17 progetti, con circa 4 milioni di euro di risorse europee 2007-2013. E si prepara al passo successivo, grazie alle nuove risorse 2014-2020: «realizzeremo con il Politecnico di Milano una piattaforma che conterrà i software più utilizzati dalla Pa, disponibili per il riuso», anticipa al nostro sito Federico Lasco, responsabile di Agire Por presso il ministero.

Significa che si passerà da una formula basata su gemellaggi, tra Pa del Nord e del Sud, a una logica più sistemica, che mira a costruire reti tra filiere. Lo spirito di Agire Por resta lo stesso: «l’obiettivo è rafforzare la governance dei fondi strutturali europei, usati da 27 mila stazioni appaltanti, rafforzando la loro capacità di fare progettazione e spesa». «Il mezzo è affiancare Pa più efficienti, tipicamente del Nord, con altre- del Sud- che hanno risorse europee da utilizzare ma difficoltà operative. Facciamo insomma trasferimento di competenze e strumenti dal Nord al Sud, dove le Pa soffrono del peso della burocrazia, di strutture arcaiche e poco tecnologiche».

I 17 progetti finora approvati sono gemellaggi, quindi. Ne sono stati realizzati tre, ma nessuno dei quali utilizza strumenti informatici: per esempio la Provincia di Trento ha aiutato la Regione Puglia per una gestione coordinata dei servizi alla famiglia; il Comune di Reggio Emilia ha condiviso con quello di Palermo progetti socio-educativi per “ragazzi difficili”.

Ecco perché solo nel 2015 vedremo i primi progetti di riuso basati su tecnologie (comunque finanziati con la vecchia programmazione di fondi europei): sono 14, con una spesa media di 300 mila euro l’uno. Per esempio, la Provincia di Andria-Barletta-Trani userà una piattaforma web, già adottata dalla Provincia di Brescia, per coordinare servizi come anagrafe, pagamento di multe e tributi. Il Comune di Mazara del Vallo adotterà la suite P@DOC, realizzata dal Comune di Padova, per gestire i documenti e l’albo pretorio online. Il Consorzio Zai di Verona aiuterà il Consorzio Asi di Salerno (sono due enti pubblici) con buone pratiche organizzative e tecnologiche per gestire il patrimonio immobiliare del territorio. Un analogo gemellaggio è tra il Consorzio Zaia e il Porto di Gioia Tauro.

Alcuni progetti si basano su un software open source realizzato dal progetto Git (Gestione Integrata del Territorio) della Regione Umbria e già adottato da 280 Comuni (per iniziativa autonomia, non nell’ambito dell’Agire Por). È il caso del Comune di Milano, che lo utilizza per valorizzare il proprio patrimonio immobiliare, ottenendo vantaggi di 12 milioni di euro (tra risparmi e aumento dei ricavi). Il software aiuta a pianificare le tariffe degli affitti, la riqualificazione, la selezione del personale per il presidio degli immobili. In Agire Por, sarà utilizzato anche dal Comune di Catania, per il proprio patrimonio, grazie a un gemellaggio con Milano.

Ovviamente non si tratta di una semplice condivisione di strumenti. Il gemellaggio significa che ingegneri e amministratori delle Pa coinvolte lavorano fianco a fianco, sul territorio, per integrare la soluzione tecnologica e organizzativa in un diverso contesto. E per sviluppare competenze interne a quell’amministrazione.

Questa filosofia si esprimerà meglio con la piattaforma a cui lavora il Politecnico di Milano e che il ministero avvierà nel 2016, con la collaborazione di Agid e Anci, grazie ai fondi 2014-2020. «Significa che non faremo più semplici gemellaggi ma interconnessioni di reti tra enti e filiere di aziende private. La piattaforma favorirà non solo il riuso dei software più utilizzati dalle Pa ma anche la socializzazione della conoscenza. Servirà non solo alle amministrazioni ma anche alle aziende, che così potranno lavorare su territori diversi dal proprio, trovando nuove vie per crescere».

Grazie all’evoluzione di Agire Por, si esprimerà insomma il valore ultimo della filosofia del riuso. Non solo risparmi, ma anche sviluppo economico e delle competenze, nel settore pubblico e privato.

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