INTERVISTA

SMS Engineering e i premi all’innovazione: «Essere piccoli non è un difetto»

Francesco Castagna, CEO dell’impresa vincitrice del “Premio IxI 2016” di Confindustria, e del Premio dei Premi dalla Presidenza della Repubblica. «Chi non ha le dimensioni per catturare grandi commesse internazionali può far parte dell’indotto, sfruttando l’effetto-filiera e puntando su competenze, metodo e agilità d’adattamento»

Pubblicato il 06 Ott 2016

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Francesco Castagna, AD di SMS Engineering, premiato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Il 20 settembre scorso, al Palazzo del Quirinale, SMS Engineering ha ricevuto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il Premio dei Premi, ritirato dall’amministratore delegato Francesco Castagna. SMS Engineering ha vinto il “Premio Imprese per Innovazione IxI 2016” di Confindustria e in particolare si è classificata anche tra le prime nove imprese che hanno ricevuto il Premio dei Premi, organizzato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il Premio Nazionale per l’Innovazione, la cui organizzazione è a cura della Fondazione Cotec, viene assegnato alle migliori esperienze d’innovazione, realizzate, nei settori dell’industria e dei servizi, dell’università, della pubblica amministrazione e del terziario. Con Francesco Castagna abbiamo parlato di come SMS Engineering è arrivata a questo risultato.

Come è nata SMS Engineering e con quale strategia vi siete mossi?

SMS engineering è nata nel 1998, dall’idea mia e di alcuni colleghi studenti della Facoltà di Ingegneria dell’Università Federico II di Napoli, a cui si è poi aggiunta una brillante programmatrice laureata in matematica: volevamo fornire software e consulenza informatica per le imprese su temi chiave come business intelligence, soluzioni gestionali e sicurezza per infrastrutture ICT innovative. Abbiamo subito puntato sul collegamento tra università e industria e sul tessere relazioni con le imprese dell’indotto, riuscendo a entrare anche nella filiera di colossi come Pirelli e Fiat. Nel nostro cammino siamo stati anche favoriti da alcuni macro-eventi: la corsa delle aziende all’aggiornamento informatico ai tempi del Millennium Bug e addirittura la crisi economica iniziata nel 2008, perché diverse multinazionali hanno disinvestito al Centro-Sud lasciando un vuoto nell’offerta di servizi ICT in cui abbiamo potuto inserirci. Ovviamente alla base ci sono per SMS Engineering sia le competenze che il metodo che applichiamo allo sviluppo degli skill e alla crescita del business, dove le nostre risorse umane hanno sempre fatto la differenza. Io stesso, dopo la laurea in ingegneria, ho perfezionato le mie conoscenze con l’Executive MBA ICT del MIP-Politecnico di Milano.

Come descriverebbe questo modello “strutturato” che SMS Engineering segue?

Abbiamo sempre puntato su certificazioni e investimenti a lungo termine. Non è un difetto essere “piccole imprese”: non si hanno le dimensioni e le risorse per catturare grandi commesse su scala internazionale ma si può far parte dell’indotto e, puntando su competenze e metodo, si sfrutta l’effetto-filera mantenendo l’agilità e la flessibilità per muoversi sul mercato e adattarsi al contesto. Siamo così stati capaci nel 2010 di proporre un sistema di asset and connectivity management per la sede NATO a Napoli in collaborazione con una software house britannica: questo ci ha fornito un’ulteriore certificazione e ci ha fatto fare il salto definitivo su scala internazionale. Oggi siamo nell’elenco fornitori NATO e MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) e abbiamo un Basic Ordering Agreement (BOA) diretto con la NATO a Bruxelles. Abbiamo anche partecipato a diversi contest sull’innovazione aggiudicandoci riconoscimenti tra cui lo UK Trade & Investment Market Entrant Award del governo britannico nel 2010 e il premio Microsoft SMB Italian Partner of the Year nel 2014. Siamo stati anche nominati per i Dow Jones Innovation Awards del Wall Street Journal nel 2010 e stati finalisti agli European Business Awards.

E ora è arrivato il Premio dei Premi. Di SMS engineering è stata riconosciuta l’alta capacità innovativa e la resistenza alla crisi…

Nell’ultimo anno fiscale abbiamo erogato più 28.000 ore di consulenza nell’ambito delle soluzioni ICT proposte ai nostri clienti. Abbiamo 35 risorse, sede centrale a Napoli e una sede commerciale a Londra. Nei primi dieci anni di vita abbiamo portato il nostro fatturato a un milione di euro e poi, dal 2008 a oggi, nonostante la crisi, abbiamo quasi triplicato questa cifra. Siamo rimasti resilienti grazie a una configurazione dinamica che ci può far crescere ma senza diventare giganti, così restiamo adattabili su un mercato che evolve in continuazione e in un contesto di crisi economica che non è alle spalle. Abbiamo maturato forti competenze nei settori manifatturiero, aeronautica, difesa e sicurezza, e terziario avanzato, con un focus speciale su logistica e distribuzione, ma siamo costantemente aggiornati su tutto quello che accade nel mondo ICT.

Ora il piano Industria 4.0 del governo che prospettive apre?

Noi vediamo delle opportunità. Anzi, abbiamo già soluzioni per la Internet of Things e stiamo lavorando su questo ecosistema, perché i settori sono tanti, trasversali, e le competenze variegate, complesse. Nessuno può saper fare tutto o raggiungere tutti i segmenti di mercato: occorrono partnership a differenti livelli e fare rete diventa cruciale. Per questo dal piano del governo ci aspettiamo un effetto volano, moltiplicatore. Per le PMI italiane entrare in consorzi, allearsi e scambiare conoscenze è fondamentale.

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