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Il City Index ICT classifica le città in base ai benefici per i cittadini delle tecnologie digitali – Ericsson e Arthur D. Little presentano le 25 città al mondo più virtuose in tema ICT

Seoul, Singapore e Stoccolma sono le città più proattive nel coinvolgere la società in iniziative ICT. A seguire si posizionano Londra, New York, Parigi,…

Pubblicato il 28 Nov 2011

Seoul, Singapore e Stoccolma sono le città più proattive nel
coinvolgere la società in iniziative ICT. A seguire si
posizionano Londra, New York, Parigi, Los Angeles, Tokio, Shangai
e Pechino.


La seconda edizione dell’Ericsson Networked Society City
Index (www.ericsson.com),
redatto insieme ad Arthur D. Little – società di consulenza
direzionale – classifica 25 tra le maggiori città del mondo in
base alla loro capacità di sfruttare l’ICT per generare
benefici sociali, economici e ambientali. Nell'elenco non
figura nessuna città italiana.
Ad esempio la prima classificata, Seoul, sta utilizzando
le potenzialità dell’ICT per trarre notevoli benefici
ambientali attraverso la realizzazione di progetti high
tech
, e la seconda, Singapore, sta trainando in modo
deciso l’innovazione nel settore dell’e-health ed è
all’avanguardia nella gestione del traffico.
Patrik Regardh dell’Ericsson Networked
Society Lab ha sottolineato che «Le città che si
sono posizionate nella parte alta della classifica sono quelle
che più delle altre sono in grado di attrarre idee nuove,
capitali ed eccellenze
. Questo comporta un progresso
costante in termini economici, sociali e ambientali».


Il tema dell’impatto ambientale – dovuto per esempio
all’incremento di emissioni di CO2 – e del supporto
che le tecnologie riescono a dare in tal senso è poi
particolarmente delicato vista la stretta relazione con
l’aumento dei consumi e di conseguenza con la crescita del
PIL pro capite. Il Networked Society City Index ha mostrato come
l’ICT possa essere utilizzato per annullare la
corrispondenza diretta tra la crescita del PIL e le emissioni di
CO2
: infatti, una città con un PIL elevato può
sfruttare l’ICT per ridurre i consumi, ad esempio
introducendo forme di pendolarismo smart, mentre un Paese o una
città in via di sviluppo può scegliere modalità di crescita
più sostenibili, privilegiando per lo stesso tipo di servizi la
dimensione virtuale anziché fisica.


Il nuovo studio mette in luce inoltre i benefici che
l’ICT ha generato in
altri ambiti come la
sanità, l’istruzione, l’economia e
l’efficienza in generale, così come le interazioni dei
cittadini con l’ICT stessa
.
«Nel momento in cui i bisogni fondamentali dell’uomo
vengono soddisfatti, l’attenzione si sposta per esempio
verso uno stile di vita più equilibrato, una scena culturale
ricca, la qualità dei trasporti, agevolazioni nelle transazioni,
salute e appagamento in termini di livello di istruzione e
pulizia dell’ambiente urbano,» ha dichiarato
Erik Almqvist, Director Arthur D. Little
«L’ICT ha il potenziale di migliorare la
qualità della vita in molti di questi settori e la connettività
stessa, disponibile sempre e ovunque, è considerata sempre più
spesso un diritto fondamentale per il cittadino
».


La ricerca ha quindi mostrato come numerose città
dell’area BRIC (Brasile, Russia, India, Cina), come ad
esempio San Paolo e Delhi, abbiano avviato iniziative in
ambito ICT per superare rapidamente il proprio divario
socio-economico
. San Paolo, in particolare, ha ricevuto
numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali per il suo
programma che prevede la massimizzazione dell’inclusione
sociale attraverso il digitale. Iniziative di questo tipo
dimostrano la crescente consapevolezza della necessità di
promuovere l’alfabetizzazione digitale e il suo ruolo
strategico nello sviluppo di un Paese.
A Delhi sono in corso diversi progetti che fanno leva
sull’ICT per migliorare la qualità della vita dei
cittadini. Come ad esempio Eko, iniziativa che consente di
effettuare transazioni finanziarie di importi limitati attraverso
dispositivi mobili o in punti vendita selezionati. Eko serve
oltre 1,3 milioni di clienti e ha processato transazioni per un
totale di 500 milioni di dollari tra pagamenti e micro depositi.
In una città come Delhi, i cittadini possono così beneficiare
dell’accesso a servizi finanziari di base e utilizzarli
nell’ambito di proprie attività imprenditoriali e per
ricevere il pagamento del lavoro svolto.

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