Digital Native

Le PMI innovative a quota 230.000

La stima di Assintel. E’ la cosiddetta “Long Wave,” che annovera imprese preparate, all’avanguardia, native digitali. Perlopiù microaziende in crescita e che assumono. Ma che devono fare i conti con con complessità burocratiche, pressione fiscale e scarsa formazione digitale della PA

Pubblicato il 30 Mag 2013

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Le PMI oggi non possono prescindere dal digitale se vogliono cavalcare l’onda della modernità e non perdere terreno rispetto all’evoluzione globale.

È la cosiddetta onda lunga del Made in Italy digitale che annovera ben 230.000 imprese innovative, native digitali, preparate e all’avanguardia, piccole dal punto di vista del numero di addetti – in media sono 4 – ma evolute da quello societario, infatti ben il 40% sono società di capitali.

Per lo più si tratta di aziende in crescita (+1,6% nel 2012), che continuano ad assumere (+1,3%), che si concentrano prevalentemente in Lombardia (24%) e nel Lazio (11%), e che operano in settori disparati dal Software alla Consulenza informatica e aziendale, dai Servizi Web al Marketing e Comunicazione, dal Database management all’ingegneria, dalla R&S al Design, dalle produzioni multimediali al digital entertainment.

A censirle il progetto di ascolto e azione “Long Wave” che AssintelDigitale dedica al mondo digitale. L’obiettivo è capire come queste aziende lavorano oggi, con quali competenze, quali sono i mercati di riferimento, e quali siano le loro reali necessità per crescere.


I vincoli che rallentano la crescita
Ma un punto di snodo importante è anche identificare i vincoli che rallentano la crescita, per avere ben chiara la fotografia dell’attuale congiuntura. Complessità burocratica, scarsa formazione digitale della pubblica amministrazione, pressione fiscale, minore apertura delle banche al credito, carenza di infrastrutture di banda adeguate sono solo alcuni dei fattori che rischiano di tarpare le ali alle PMI nel nostro Paese.

Questa presa di coscienza consente di identificare degli interventi correttivi. Una posizione decisa dal punto di vista politico potrebbe ad esempio vaicolare dei benefici consistenti nel sostenere l’economia digitale: la calibrazione dei bandi di gara estesi anche alle imprese di dimensioni ridotte, l’istituzione di enti a supporto delle start up digitali, la nascita strutture territoriali capaci di sostenere le imprese nelle gestione dei bandi di gara potrebbero essere alcuni degli interventi da intraprendere.

Per quanto riguarda poi la crescita dei molti settori che ancora si possono definire “analogici”, AssintelDigitale sottolinea l’importanza del networking, che porta a un dialogo domanda-offerta intercategoriale e alla diffusione della cultura digitale. In quest’ottica è nato il blog http://longwave.assintel.it, per raccontare le proprie esperienze imprenditoriali e fare network coi protagonisti del nostro Made in Italy digitale.

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