Il progetto

Per sviluppare il turismo in Italia è necessario “fare rete”

Bruno Francesconi di Poste Italiane parla del “Kit del Turista”, la proposta della società che mette al centro il visitatore e le sue diverse esigenze di svago e cultura, garantendo accesso a musei, siti culturali, trasporti, negozi, alberghi, ristoranti e altro. L’obiettivo è valorizzare i beni culturali, favorire lo sviluppo locale e avviare nuove imprese attraverso l’integrazione fra pubblico e privato. Un progetto pilota è già attivo a Matera

Pubblicato il 24 Mar 2014

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Un sistema integrato dove il turista possa vivere il suo soggiorno, per esempio in una città d’arte, come se fosse in un “villaggio turistico” in cui siamo abituati a muoverci in massima libertà, usufruendo dei vari servizi presenti: mangiare, dormire, vedere spettacoli, muoversi, comprare, ecc. È questa l’immagine con cui Bruno Francesconi, Responsabile PAC BancoPosta e Pm Kit del Turista di Poste Italiane, vede la prospettiva di sviluppo del turismo in Italia.

Ingegner Francesconi, cosa potrebbe funzionare meglio oggi all’interno del “negozio Italia”?

Non sono un esperto di Turismo, ma ho sviluppato questa considerazione: in uno stesso luogo, prendiamo ad esempio una città d’arte, abbiamo diversi imprenditori attivi nel settore del turismo che offrono diversi servizi a uno stesso cliente (il turista), ma che fra loro non si parlano e non si coordinano. Il cliente vede il suo processo di acquisto e fruizione di servizi in modo unico e integrato (“passo una giornata per musei e negozi”), ma ognuno lo tratta con strumenti e modalità operative spesso molto differenti. Come se in un grande supermercato, ogni bancone fosse un mondo a sé, con una propria modalità di descrivere i prodotti e di indicarne i prezzi, e ogni banconiere chiedesse ogni volta gli stessi dati per procedere all’acquisto utilizzando strumenti di pagamento diversi l’uno dall’altro.

È necessario quindi passare dalla piccola bottega al grande centro commerciale, capace di raccogliere in un unico luogo ogni tipo di offerta culturale, di acquisto e svago?

Spostiamoci dall’esempio del supermercato ad un altro, più vicino al mondo del turismo: quello del villaggio vacanze. Quello che serve, infatti, è un approccio più integrato, una modalità “all inclusive”. L’idea, quindi, è quella di realizzare un unico circuito – il Kit del Turista – convenzionato che raccolga musei, siti culturali, trasporti, servizi di ricettività, negozi, alberghi, ristoranti, ecc., accessibile con una card e coupon prepagati, all’interno di un processo integrato che va dall’ideazione del viaggio, al soggiorno, alla prosecuzione dell’esperienza al suo rientro nel Paese di origine, su un sito che leghi in un “racconto” continuo l’emozione provata nei luoghi con quella dell’acquisto online.

Un’operazione che ha bisogno necessariamente del contributo dei privati…

L’integrazione fra servizi di ricettività privati e accessibilità a siti culturali ed ambientali pubblici, consentirebbe una vera partnership pubblico-privato, in cui il manufatto culturale/ambientale verrebbe valorizzato nel suo valore economico e quindi manutenuto e reso accessibile proprio perché strumentale allo sviluppo del settore turistico e al suo indotto, quindi seguito con maggior attenzione rispetto a quella riservata al bene visto semplicemente solo come qualcosa da conservare e tutelare.

Quali azioni sono quindi necessarie per favorire la creazione e il fatturato di questo “negozio Italia”?

Per promuovere il “negozio Italia” bisogna partire da clienti con esigenze specifiche e capacità di spesa, su cui sviluppare un’offerta di servizi e prodotti adeguati. In primis, dobbiamo chiederci: per cosa sono disposti a spendere i turisti stranieri? Sicuramente per venire in vacanza in Italia, aspettandosi però un’adeguata accoglienza in termini di servizi turistici e alla persona (“Welfare”). Un’accoglienza che si sviluppa prima dell’arrivo nel nostro Paese, prosegue durante la permanenza del turista e continua anche dopo il viaggio. Per dare vita a questo nuovo tipo di ospitalità, in grado di ripercuotersi positivamente anche in termini di indotto di nuova occupazione, soprattutto tra i giovani e le donne, saranno necessari una semplificazione amministrativa, una formazione in grado di garantire e monitorare il livello di qualità delle prestazioni erogate, servizi a supporto dell’avvio di nuova impresa anche declinata al femminile, facilità di accesso ai Fondi Comunitari, nuove soluzioni per la raccolta diffusa di capitale per le start up (tipo “Crowdfounding”).

L’industria del turismo, quindi, ha bisogno di fare sistema per diventare davvero una locomotiva in grado di trainare l’intera economia italiana e accelerarne lo sviluppo. Cosa fare operativamente perché questo avvenga?

Dal punto di vista del modello operativo va considerata l’integrazione di tre componenti. La prima, quella più propriamente istituzionale delle Amministrazioni Centrali e Locali per ambiti di competenza e del mondo Accademico universitario, anche per lo sviluppo della ricerca di settore. La seconda, relativa all’offerta dei servizi culturali e turistici in senso lato: di alberghi e ristoranti, ma anche trasporti, servizi alla persona, sport, prodotti enogastronomici, di artigianato e design, della moda, ecc. La terza, quella delle piattaforme e delle infrastrutture, in grado di costituire la griglia su cui inserire i vari circuiti culturali e commerciali, partendo dalle realtà locali già esistenti che valorizzino le esperienze e le peculiarità dei vari Territori, con un processo aggregativo. In tal senso supportando anche le azioni di innovazione e trasferimento tecnologico e di processo specialmente nei confronti delle PMI.

Proprio rispetto a quest’ultima componente, quella infrastrutturale e di servizio, Poste Italiane ha già a disposizione collaudati asset finanziari, logistici, di contatto fisico e digitale. Come pensate di sfruttarli?

Poste Italiane sta sviluppando il “Kit del turista”, un progetto a supporto dello sviluppo dell’offerta italiana di incoming che prevede appunto un modello di servizi integrati fra ricettività, beni culturali, Ict e imprenditorialità, e l’utilizzo della rete e degli asset tecnologici del Gruppo Poste Italiane per fornire servizi a beneficio del turista in tutte le fasi del viaggio. Un circolo virtuoso che, partendo dall’offerta turistica del territorio (non solo ricettiva, ma anche delle eccellenze locali), accompagni il turista, italiano o straniero, in un “racconto” che lo coinvolga sin dalla preparazione del tour, con la pianificazione del viaggio su un portale online, poi durante la permanenza (la tourist card legata ad un circuito finanziari e logistico) e, infine, al rientro, con l’offerta di un sito e-commerce sul quale ritrovare prodotti e oggetti del Made in Italy apprezzati durante la vacanza. Un collegamento emotivo fra esperienza del soggiorno e acquisto online, inoltre, che consente di meglio salvaguardare il marchio di autenticità del Made in Italy dato che si consente al turista di comprare online ciò che ha provato in prima persona durante la sua permanenza. L’iniziativa, così formulata, è inoltre risultata d’interesse anche per gli operatori del settore (tour operator, agenzie, ecc.) poiché può facilitare lo sviluppo di offerte a pacchetto, veicolabili attraverso gli stessi operatori. Ciò potrebbe essere di ausilio anche per contrastare la riduzione delle vacanze degli italiani re-indirizzandoli verso mete nazionali.

Passiamo dalle parole ai fatti. Quando pesante di iniziare operativamente?

Al momento Poste Italiane ha avviato, con l’Azienda di Promozione Turistica della Regione Basilicata, un primo progetto pilota nella città di Matera, in modo che l’iniziativa possa essere conosciuta, vissuta e proposta come modello di riferimento di sviluppo dei Territori. In tal senso, attraverso un accordo di collaborazione con l’Associazione dei Beni Italiani Patrimonio Mondiale Unesco, Poste Italiane svilupperà, nell’ambito della iniziativa del “Kit del Turista”, iniziative di valorizzazione dei siti italiani sotto il patronato dell’Unesco, elaborando progetti congiunti con l’Associazione, diretti ai territori e alle aree di pregio contigue ai siti tutelati, creando così le condizioni di sostenibilità fra tutela del bene culturale e sviluppo economico dei territori. Con tale approccio “bottom up” infatti, via via che i vari circuiti turistici verranno realizzati, di fatto sarà possibile contribuire a realizzare il Sistema Integrato Turistico del Paese.

Che obiettivi pensate di raggiungere? Quali risultati prevedete per il “negozio Italia”?

Calcolando che le presenze di stranieri sono mediamente oltre i 40 milioni ogni anno, con trend in crescita, è facile calcolare quanto aumenterebbe il conto economico del “negozio Italia” se riuscissimo a trasformare ogni turista da consumatore occasionale durante la sua permanenza nel nostro Paese, a consumatore nel tempo. Basterebbe raggiungerlo al suo rientro, informandolo che su un sito potrà continuare ad acquistare i prodotti con cui è venuto in contatto durante il suo soggiorno in Italia, innescando un circolo virtuoso di sviluppo.

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