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Budget ICT: quali sono le priorità di investimento delle aziende italiane?

In Italia, il budget ICT oggi pesa solo l’1,37% del fatturato, con alcune differenze in base all’area di riferimento. Questi e altri dati sono stati raccolti da ICTBenchmark, un’indagine continuativa che esplora modelli di gestione, indicatori e priorità di investimento delle Funzioni ICT nelle imprese italiane, condotta da Network DIGITAL4 e P4I – PARTNERS4Innovation

Pubblicato il 28 Apr 2016

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Quali sono i modelli di gestione, le priorità di investimento e gli indicatori del’innovazione rispetto ai budget ICT delle aziende italiane? Per delineare un profilo dell’intero ecosistema informatico del nostro Paese, rilevare questo tipo di informazioni è strategico non soltanto per fotografare le scelte ma, soprattutto, per capire qual è la direzione dell’innovazione che caratterizza quel mondo imprenditoriale che sta costruendo il presente e il futuro del business.

In Italia, il budget ICT oggi pesa in media solo l’1,37% del fatturato, con alcune differenze in base all’area di riferimento, passando dall’1,55% del Sud all’1,28% del Nord-Ovest. Ragionando oltre alle statistiche, è importante comprendere la qualità della spesa che, attraverso un nuovo atteggiamento nei confronti della tecnologia, porta le imprese a passare da un approccio di tipo conservativo (gestire l’esistente cercando ottimizzazioni di costo) a uno incentrato sullo sviluppo di progetti innovativi basati sul digitale.

A rivelarlo è lo studio ICTBenchmark – il Rapporto n. 1: si tratta, infatti, della prima pubblicazione che sintetizza i risultati di un’indagine continuativa condotta da NetworkDIGITAL4 e P4I – PARTNERS4Innovation. L’indagine ha coinvolto attraverso interviste telefoniche dirette oltre 1.000 CIO, Responsabili Sistemi Informativi e IT manager di altrettante imprese attive nel nostro Paese. La base di conoscenza ampia raccolta nel corso dell’indagine, pur non avendo significatività statistica, rappresenta oggi un importante insieme di informazioni in grado di delineare un profilo dell’intero ecosistema ICT in Italia.

Come sono ripartiti i budget ICT nei vari settori

Guardando alla classifica delle prime dieci priorità di investimento, la ricerca mostra come le aziende italiane collochino al primo posto la sicurezza, fondamentale per il 18,03% delle imprese analizzate.

Segue al secondo posto (15,95%) il data center, con investimenti declinati sulla gestione, lo sviluppo o la manutenzione di hardware, storage virtuali, in cloud o fisici, sistemi di backup, server virtuali e non, desktop virtuali e non. Al terzo posto troviamo il rinnovo del parco macchine a supporto della produttività individuale, ovvero pc, notebook, smartphone e tablet, priorità di investimento per il 14,49% delle imprese. Interessante notare come al quarto posto, con il 10,02%, ci sia la conservazione digitale, segno evidente di una rinnovata maturità del Paese verso la dematerializzazione. Chiude la top-ten il CRM, priorità per il 5,62% delle imprese.

Paolo A. Catti, Associate Partner, P4I – Partners4Innovation

“Il più alto valore del rapporto tra budget ICT e fatturato spetta al settore Finanza e Assicurazioni – ha spiegato Paolo Catti, Associate Partner di P4I, responsabile della ricerca e coautore del rapporto , dove si assesta sull’1,73%, mentre fanalino di coda è l’Agricoltura, poco sotto l’1%. Anche in questo caso ha senso inquadrare gli andamenti in un approccio diverso delle aziende rispetto al passato. A fronte di segmenti digital intensive come il Banking & Finance, moltissimi settori, sia pur con tassi di investimento ICT differenti, stanno preparandosi a modalità disruptive rispetto ai tradizionali criteri competitivi che hanno contraddistinto finora il settore di appartenenza. Quindi magari ancora tassi bassi di investimento ma un orientamento alla spesa più indirizzato al business rispetto al passato.

Gli analisti fanno notare come gli andamenti siano soddisfacenti in tutte le principali voci di spesa, evidenziando come il modello cloud sta effettivamente accelerando progettualità legate all’innovazione digitale nei modelli di business.

Un altro dato significativo è il numero di dipendenti che si occupano di informatica, pari al 2,37% del totale, con una forbice che vede un valore del 2,93% nei servizi e scende all’1,42% nel settore agricolo.

Target-in-sight: un’analisi delle innovazioni digitali

Al di là delle tante numeriche citate nel rapporto, le informazioni raccolte aiutano a comprendere meglio la spesa e le priorità delle imprese nei confronti della tecnologia. Da un approccio di tipo conservativo, incentrato sulla gestione delle soluzioni legacy cercando ottimizzazioni di costo, le imprese italiane sembrano più orientate a cogliere le opportunità legate alla business disruption, dedicando budget comunque ancora esigui allo sviluppo di progetti innovativi a base digitale.

Quali sono le priorità su cui i Cio stanno dedicando maggiori attenzioni oggi? Quali sono quelle innovazioni che si possono definire consolidate e quali quelle che saranno necessarie nel breve periodo? Quali le progettualità sulla frontiera, quindi rimandabili, anche se ancora per poco? A queste domande prova a dare risposta il modello Target-In-Sight ideato da P4I, un framework che, senza sacrificare l’approccio comunicativo, racchiude l’analisi delle innovazioni digitali in essere e di prossima introduzione.

“Il modello – ha proseguito Catti – si basa sull’analisi di tre diverse tipologie d’informazione relative alla singola progettualità: quanto questa è presente in azienda, quanto rappresenta una priorità d’investimento e la frequenza con cui questo accade. In target si trovano le priorità più diffuse per le quali l’esigenza di introduzione in azienda è superiore alla loro presenza. L’area di sinistra è occupata dalle progettualità la cui presenza è praticamente consolidata, quindi superiore al desiderio di introdurla. Sulla destra ci sono le progettualità del prossimo futuro, quelle in cui le imprese che vogliono investire superano le imprese che in quei progetti hanno già investito. Sull’estrema destra si trovano le priorità d’investimento, meno frequenti all’interno del campione, indicate come priorità e ancora poco presenti nelle aziende”.

ICTBenchmark: un tool, un progetto, una community (Club4Digital)

ICTBenchmark non è solo un report. È anche un tool interattivo, ideato da P4I, che consente di confrontare dinamicamente i valori dei principali indicatori delle Funzioni IT con quelli di altre imprese grandi e piccole del nostro Paese. Si tratta di uno strumento importante, che consente di effettuare i confronti sia sull’intero campione analizzato sia su alcune sue parti, personalizzando il risultato sulla base del settore, della dimensione aziendale (per fatturato e per dipendenti) e dell’area geografica.

L’obiettivo del progetto? Costruire un ambiente aperto, in cui mettere a disposizione le informazioni raccolte a chi è chiamato a prendere decisioni in un contesto mutevole, rapido e sfidante.

“Vogliamo essere un solido punto di riferimento per chi si occupa di innovazione digitale nelle imprese del nostro Paese – ha precisato Catti -. Un benchmark con cui confrontarsi sia per misurare prestazioni sia per valutare decisioni, vincoli e aspettative in chiave prospettica”.

Insomma, nell’era della sharing economy, l’iniziativa porta un contributo a valore aggiunto a supporto della community di CIO, Responsabili Sistemi Informativi e IT manager che guidano le strategie informatiche aziendali.

“Il rapporto ICTBenchmark – ha ribadito Stefano Uberti Foppa, direttore di ZeroUno – è destinato a tutti i membri di CLUB4Digital, l’esclusivo Club lanciato dal Network DIGITAL4 di cui ZeroUno fa parte, in collaborazione con P4I, la cui partecipazione è riservata a chi ha contribuito a creare la base di conoscenza oggi disponibile, che hanno affrontato progetti di innovazione e sono disposti a offrire la propria esperienza e i loro consigli a chi ha bisogno di un confronto”.

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