L'opinione

Quanto valgono i tuoi dati nell’era dell’Information Generation?

Sono sempre più numerosi ed evidenti i casi in cui è possibile quantificare il valore economico delle informazioni gestite dalle aziende in ogni settore, e al contempo immaginare nuovi business che li utilizzano come asset. È tempo di valutare con attenzione le nuove opportunità.

Pubblicato il 04 Ott 2015

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Marco Fanizzi, CEO di EMC Italia

Entro il 2024, saremo immersi completamente in una Information Economy era, e i dati saranno sempre più fondamentali per le aziende che vogliono cogliere tutte le opportunità e i vantaggi competitivi che derivano dalla loro corretta analisi, gestione e utilizzo.

Ci saranno dei veri e propri marketplace di dati che faciliteranno, rendendolo più fluido, il loro trasferimento da e verso silos e le persone cominceranno a negoziare i propri dati. Ci sono già alcuni segnali che confermano questo trend. Siamo solo all’inizio.

In questo quadro, dicevamo, i dati di una azienda sono importanti. D’accordo. Ma quanto? Come si può misurare il loro valore? Si dice che i dati oggi siano la nuova “moneta”, e che il loro valore dipenda da quanto ciascuno di noi è disposto a pagarli. Sembrerebbe una semplice transazione, insomma, ma non è proprio così.

Se da una parte le organizzazioni, in generale, sono impegnate a cercare il modo di tradurre in opportunità il proliferare di dati, dall’altra, chi si occupa più direttamente di business capisce che è necessario attrezzarsi per introdurre processi e modelli di valutazione e misurazione di questi dati, con l’obiettivo di massimizzarli ancora di più!

Solo per fare degli esempi:

Il dato diventa il nuovo prodotto di una azienda: un recente studio di Capgemini sui Big Data, realizzato in partnership con EMC (Big & Fast Data: The Rise of Business Insight-Driven) ha evidenziato come il 63% degli intervistati ritiene che la monetizzazione dei dati potrebbe diventare strategica per le proprie aziende, esattamente come lo sono i loro prodotti e servizi. E questo la dice lunga sulla potenzialità dei Big Data. Un produttore francese di racchette da tennis – Babolat – ha fatto il primo passo verso la monetizzazione dei propri dati: attraverso Play Babolat, una racchetta ‘smart’, ha cominciato a raccogliere i dati sulle performance dei tennisti in campo (qui un articolo sulla Sport Technology).

Cosa fare di questi dati? Possono diventare una nuova fonte di reddito per l’azienda, se venduti, ad esempio, a sviluppatori di app o di nuovi prodotti, o a società di ricerche in ambito sportive; una racchetta da tennis può essere venduta solo una volta, ma i dati che produce hanno infinite potenzialità di monetizzazione.

Il valore dei dati in casi di crisi: gli attacchi informatici stanno diventando sempre più frequenti, causando gravi perdite economiche per le società e rendendo necessarie polizze assicurative specifiche per la salvaguardia delle proprie informazioni. Le compagnie di assicurazione sono chiamate a valutare il valore non solo del dato fine a se stesso, ma di tutti gli elementi che possono intervenire in caso di violazione delle informazioni, come il costo della struttura da mettere in campo per le comunicazioni al mercato, ai clienti, alla stampa.

I dati nei “fallimenti digitali”: Caesars Entertainment Operating Co., la società che controlla Caesars Palace, Caesars Atlantic City, Reno Harrah, oltre a più di una dozzina di altre proprietà, ha recentemente presentato istanza di fallimento. È davvero curioso notare che il bene sul quale i creditori hanno maggiore interesse sono i dati degli oltre 45 milioni di clienti del Programma Fedeltà, raccolti in 17 anni.

Questi dati vengono valutati dai creditori 1 miliardo di dollari. Non poco, anzi, più del valore di un qualsiasi immobile e si dice che rappresentino il 17% del valore totale di tutti i beni strumentali di Cesars Entertainment Operating Co. Una vicenda questa che verrà dibattuta nei tribunali e che sarà davvero interessante seguire.

I dati nelle operazioni di M&A: i dati sono il principale asset di una azienda dopo una operazione di Merger&Acquisition, spesso più dei dipendenti o dell’immobile. Nella recente acquisizione di Lynda.com da parte di LinkedIn, i dati devono aver avuto un peso determinante nella definizione del prezzo di acquisto (che è stato di 1,5 miliardi di dollari), se il CEO di LinkedIn, Jeff Weiner, ha indicato la vasta library di video premium di Lynda.com come valido motivo per l’acquisizione.

L’Information Economy per un mondo migliore: The Cancer Genome Atlas (TCGA) è un programma che vuole utilizzare l’analisi e il confronto dei dati per il bene della collettività: aiutare la lotta contro il cancro, rendendo più facile la condivisione di dati genetici.

Per avere successo nell’era dell’Information Economy, le organizzazioni devono mettere al centro del loro business i dati. Il tema della valutazione di questi deve diventare una priorità strategica per le aziende, che devono puntare a sviluppare modelli per la loro valutazione e monetizzazione; in sintesi, rimanere focalizzati sul proprio business e puntare sui dati per raggiungere nuove opportunità.

Alcune start-up, ma anche imprese più tradizionali, stanno già facendo progressi in questo campo. Per gli altri non è troppo tardi. Ma, anche se è vero che la Information Economy prenderà una forma più definita nei prossimi anni, non bisogna perdere tempo. La corsa è iniziata; vietato rimanere indietro.

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