Intervista

D’Alvia, DG 4.Manager: «L’innovazione è uno degli aspetti centrali della transizione sostenibile delle imprese»

Per sviluppare un’economia circolare sostenibile, le aziende devono anche adottare strategie innovative incentrate sul capitale umano. In altre parole, serve rigenerare nuovi modelli sociali e dar vita a un sistema culturale del lavoro capace di creare patti tra persone e una leadership inclusiva. Il punto di Fulvio D’Alvia, Direttore Generale di 4.Manager, l’Organizzazione di Confindustria e Federmanager

Pubblicato il 11 Mar 2022

4.Manager

Guidare la transizione verso un’economia circolare sostenibile implica la revisione e la creazione di nuovi patti e modelli sociali in ogni prospettiva, imprenditoriale, professionale e manageriale. Prosegue il nostro percorso attraverso la sostenibilità, con l’appuntamento mensile della rubrica “Empower Sustainability”. Dopo aver focalizzato l’attenzione sugli obiettivi dell’Agenda 2030 e aver dato voce a ASviS, alla Scuola Etica Leonardo, a Start4.0, il viaggio continua con 4.Manager, l’Organizzazione di Confindustria e Federmanager che ha individuato tre leve – cultura d’impresa, sviluppo della managerialità e politiche attive del lavoro – su cui collaborare per la crescita competitiva e sostenibile del Paese.

A parlare è il suo Direttore Generale, Fulvio D’Alvia.

Le aziende italiane hanno una missione e un ruolo sociale

L’impresa torna sempre di più al centro della comunità e dei territori, si riappropria con maggiore consapevolezza della sua missione e del ruolo sociale. Anche le PMI possono trovare riscatto con una gestione virtuosa degli investimenti a sostegno della ripartenza. Tutti gli stakeholder delle governance organizzative, nessuno escluso, possono generare impatto sostenibile sui risultati con riverberi positivi su salute, equità di genere e generazionale, famiglie e comunità estesa.

Occorre sicuramente una nuova alleanza e nuove soluzioni per rinnovare il patto tra manager e impresa, stiamo affrontando le sfide di un nuovo rinascimento italiano che deve aspirare ad un sistema economico più competitivo ma socialmente più equo e ambientalmente più sostenibile. La messa a terra degli investimenti del PNRR richiede obiettivi coerenti, piani di azione, formazione e trasformazione in tutta la filiera.

L’impegno di 4.Manager per la costruzione di un’economia più sostenibile permea tutte le scelte e iniziative, sostiene per missione una serie di progetti strategici a livello nazionale e sui territori volti a promuovere le migliori pratiche innovative aziendali. Al centro della loro missione torna in auge la parola “cultura” per rigenerare nuovi modelli sociali e dar vita a un sistema culturale del lavoro in forme innovative capace di creare nuovi patti tra persone e di guidare la transizione a un’economia circolare sostenibile.

Il valore della Sostenibilità Competitiva

Utilizzare al meglio le risorse del Next Generation EU per sostenere la transizione digitale ed ecologica del Paese. Quali sono le evidenze dell’ultimo report? 

Next Generation EU è stato concepito per sostenere e conciliare due grandi spinte trasformative delle imprese europee: sostenibilità e innovazione. L’idea è quella di trasformare non solo le imprese, ma anche la società europea in modo che possa diventare più coesa, sana, verde, forte ed equa. D’altra parte, come dimostrano anche tutti gli studi dell’Osservatorio 4.Manager, per affrontare le sfide attuali e future è necessario acquisire la consapevolezza che sostenibilità e innovazione sono inscindibilmente legate. L’innovazione, infatti, è uno degli aspetti centrali della transizione sostenibile delle imprese, sia che si pensi alla sostenibilità ambientale e all’eco-innovazione, sia che si pensi alla sostenibilità sociale, in quanto l’innovazione è alla base dei processi tesi a modificare l’organizzazione per renderla più attenta alle esigenze sia di chi vi lavora, sia della società nel suo complesso.

L’idea di sostenibilità/innovazione sta già trasformando il panorama competitivo europeo in quanto costringe le imprese che adottano questo paradigma a cambiare il modo in cui pensano alle materie prime, ai prodotti, ai processi e ai modelli di business; fattori, questi, fortemente sollecitati anche dai gravi mutamenti geopolitici innescati dalla sempre più accesa competizione tra occidente e Cina, dalle tensioni sui mercati energetici e delle materie prime e, da ultimo, dal conflitto tra Russia e Ucraina. Questo implica anche che le imprese che oggi affronteranno la transizione sostenibile come un concreto obiettivo di business, svilupperanno competenze e innovazioni tali che i competitors più “lenti” avranno non poche difficoltà a eguagliare.

Il Progetto Innovazione 4.0 per l’Economia della Sostenibilità

Sei mesi di roadshow attraverso l’Italia: narrazioni e testimonianze dirette di imprenditori su innovazioni tecnologiche di diversi settori, modelli di business, collaborazioni e sinergie di rete in ottica di sostenibilità. Ci racconti qualche best practice da emulare?

È stato un viaggio itinerante, organizzato dal Sole 24 Ore e Confindustria che abbiamo convintamente sostenuto, nell’Italia che voleva ripartire dopo la pandemia. Il progetto, strutturato in dieci tappe, è stato l’occasione di raccontare tutta l’industria che cambia, accelera, si innova e reagisce alla complessità, ridisegnando i modelli di business, i modelli organizzativi o approcciando a nuove competenze e tecnologie. La transizione 4.0, che è già iniziata e si dirige verso orizzonti 5.0, interessa tutti i settori produttivi: dall’energia alle costruzioni, dai trasporti al turismo, dalla moda all’arredamento, all’agroalimentare alla chimica e scienze della vita, all’economia del mare.

Tra le numerose esperienze, che si sono rivelate tutte interessanti e molto positive perché testimoniano lo spirito e la volontà di crescita del nostro sistema produttivo, solo a titolo esemplificativo, mi piace ricordarne alcune: Eurogroup, che ha modificato le strategie attraverso l’interconnessione dei processi per migliorare la competitività; Itema, che ha puntato sulla digitalizzazione della fabbrica; Gruppo Duca di Salaparuta, che ha compreso che la sostenibilità necessita di un cambio culturale; Acciai Speciali, che ha puntato su un approccio all’innovazione e alle nuove tecnologie; Campus Biomedico, che ha coniugato l’attività universitaria con quella di impresa; Molini Pivetti, che ha creato una filiera sostenibile per la farina. Si tratta di alcuni dei numerosi casi analizzati e proposti nell’ambito dell’iniziativa come best-practice, accomunate dalla voglia di migliorare e di crescere sui mercati in modo sostenibile. Dopo il successo della prima edizione, abbiamo condiviso la volontà comune di sostenere e realizzare un nuovo progetto, in programma da aprile a dicembre con un focus sui cambiamenti dettati dalle istanze della sostenibilità e dei modelli circolari.

L’inclusività tra i piani dell’Agenda 2030 e del PNRR

Per poter attingere a tutte le risorse e far fiorire il potenziale organizzativo, è necessario superare il gender gap, sviluppare parità di genere ed empowerment delle donne garantendo equità sociale. Da dove partire e cosa fare?

Per colmare il divario di genere in ambito manageriale le soluzioni più efficaci indicate dall’Osservatorio 4.Manager implicano una visione poliedrica e complessa del fenomeno e richiedono di far leva sugli stili di leadership, i paradigmi organizzativi, un nuovo modello di people management e di welfare aziendale. In termini di competenze la leadership moderna, che è chiamata a gestire le due grandi transizioni in atto (sostenibile e digitale), ha l’enorme problema di confrontarsi con la scarsità di profili manageriali formati per affrontare la trasformazione e deve necessariamente attingere a un bacino finora ampiamente sottoutilizzato: quello delle donne manager. Di conseguenza, emerge come una leadership inclusiva, in cui si incontrano e lavorano insieme sensibilità diverse, non solo valorizzi l’impresa, ma consenta di affrontare con più facilità questo momento storico di transizioni e trasformazioni epocali. Dalla parità di genere si passa, dunque, alla diversità di genere come valore aggiunto e come valorizzazione delle differenze. In una parola, all’integrazione. Si tratta di una grande opportunità che deve essere colta ma che necessita anche di un salto culturale e di mentalità nella governance delle imprese, un terreno questo dove 4.Manager intende essere a fianco delle aziende con iniziative, proposte e progetti operativi.

Benessere sostenibile nel 2022

Una delle 5 aree di intervento degli SDG’s sono le persone e la promozione della salute e del benessere per garantire le condizioni per lo sviluppo del capitale umano. Quali sono le iniziative di 4.Manager?

4.Manager è nata per volontà delle parti sociali, Confindustria e Federmanager, ed è impegnata a favorire, sostenere e promuovere azioni di politica attiva del lavoro volte all’occupazione dei dirigenti in uscita o inoccupati. Abbiamo lanciato di recente un progetto definito “Rinascita manageriale” che, grazie allo stanziamento di 4 milioni di euro, punta a favorire il reinserimento lavorativo dei Manager inoccupati a beneficio delle aziende che per crescere possono aver bisogno delle loro competenze. Tra i diversi ambiti di attività nel quale deve essere ingaggiato il manager, abbiamo previsto anche quello della sostenibilità che costituirà in futuro uno dei “driver” fondamentali per le imprese che vogliono crescere e prosperare in un mercato sempre più esigente e attento a queste questioni.

Il progetto “Rinascita manageriale” affianca e completa altre due iniziative di politica attiva: la prima in sostegno ai dirigenti in uscita dalle aziende in ristrutturazione e la seconda in supporto ai dirigenti che hanno perso il lavoro a causa del fallimento dell’azienda dopo il Covid. In particolare, sosteniamo la realizzazione di percorsi di outplacement costruiti per garantire un rapido riposizionamento nel mercato per i manager. Queste iniziative sono importanti: per le imprese (che possono accompagnare i dirigenti verso nuove opportunità anche nei momenti più difficili e favorire un clima aziendale positivo), per i dirigenti (che non si sentono abbandonati in una fase delicata della loro vita ed hanno ottime possibilità di riposizionamento) e anche per il territorio che non si vede depauperato delle competenze necessarie a crescere (faticosamente costruite negli anni).

Questi progetti testimoniano come 4.Manager crede nella necessità di avere un sistema produttivo che metta al centro nella sua azione e dei suoi obiettivi le persone e le competenze, beni essenziali in un Paese come l’Italia che vive di ingegno, creatività, pianificazione e capacità organizzative, insomma di capitale umano.

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