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Dalla PA alle aziende, la fattura elettronica è una questione privata aperta a tutti

Sulla spinta dell’obbligo introdotto un anno e mezzo fa circa, SB Italia spiega come la dematerializzazione del processo stia diventando una pratica diffusa, supportata da normative e soluzioni dedicate. «I benefici sono evidenti e particolarmente elevati. Ora che siamo anche in grado di quantificarli, credo sarà più facile vincere la resistenza al cambiamento», ha sottolineato il Delivery Manager Paolo Pellegrini

Pubblicato il 30 Ott 2015

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La fatturazione elettronica obbligatoria nei rapporti con la PA presenta tutte le carte in regola per un effetto traino verso l’innovazione dei processi aziendali e di dematerializzazione. Un’opportunità dalla quale può scaturire un importante fase di aggiornamento degli interi processi amministrativi e organizzativi, con ricadute significative in termini economici e di efficienza.

«È un passaggio a mio giudizio irreversibile – afferma Pablo Pellegrini, il Delivery Manager di SB Italia -. Arriverà inevitabilmente il momento in cui le aziende si scambieranno fatture solo in modalità elettronica, in totale naturalezza, esattamente come avviene adesso con la carta».

I diretti interessati e i fornitori delle sono così chiamati a identificare le tempistiche e le modalità per cogliere questa opportunità. «Il cambiamento andrà comunque affrontato – prosegue Pellegrini -. I benefici sono evidenti e particolarmente elevati. Ora che siamo anche in grado di quantificarli, credo sarà più facile vincere la resistenza al cambiamento».

Anche davanti alle prospettive più vantaggiose, ribaltare abitudini radicate da anni, modificare processi messi a punto in un arco di tempo spesso lungo e, soprattutto, mettere in discussione investimenti in sistemi gestionali spesso fortemente personalizzati, sono ostacoli ancora tutti da superare. «Se osserviamo i processi attuali, pensare alla digitalizzazione completa è più naturale di quanto possa sembrare – sottolinea Pellegrini -. I dati nascono ormai già digitali negli ERP. Vengono trasformati in pdf o stampati soprattutto per abitudine, salvo poi tornare in elettronico per essere inseriti nel gestionale del destinatario».

L’obiettivo, è eliminare il passaggio intermedio, per collegare direttamente le contabilità dei due partner commerciali. Una situazione molto simile a quanto introdotto con la fatturazione elettronica alla Pa dove, superati gli ostacoli iniziali, i fornitori hanno iniziato ad apprezzarne i vantaggi. Da qui la prospettiva di stimolare una svolta più estesa. «Pensiamo a un concetto nuovo, ispirato in modo naturale alle tecnologie correnti. Il pdf di fatto non è altro della traduzione elettronica del documento cartaceo. Vorremmo invece spostare l’attenzione al contenuto, adattandolo al dispositivo di visualizzazione».

Primo vantaggio: saltare i passaggi per trasformare il documento in dati e viceversa. La stampa resta comunque indispensabile, ma si trova relegata al ruolo di opzione. Partendo dallo stesso standard xml, dettato dalla Pa, SB Italia si dice certa della possibilità di adeguare i processi aziendali senza rivoluzioni. L’attenzione e la partecipazione durante come il recente workshop proposto a Milano sembrano confermare questa linea. «Secondo una stima del Politecnico di Milano, con la fatturazione elettronica è realistico arrivare a un risparmio medio di sei euro per fattura. Anche per questo, la tendenza partirà dalle aziende con grandi volumi di transazioni. Subito dopo, le altre saranno chiamate ad adeguarsi, in modo non molto diverso da quanto sta succedendo con il settore Pubblico».

I primi segnali, sono già visibili, così come le rispettive potenzialità e prospettive. La scelta di alcune grandi aziende di indurre i fornitori a utilizzare un proprio portale per la fatturazione va esattamente in questa direzione. Con l’ulteriore vantaggio di introdurre principi di collaborazione e semplificando più in generale anche la messa a punto dei contratti. Grazie ai software e ai servizi proposti sul mercato, la riduzione dei costi nella gestione dei processi è già una prospettiva reale. «Abbiamo individuato tre aree di intervento – riprende Pellegrini -: i processi di archiviazione, i processi interni e quelli esterni, dove entra in gioco la fatturazione elettronica. Una volta capito dove migliorare l’efficienza e il servizio ai clienti, possiamo mettere a punto i relativi progetti».

La strada sembra ormai tracciata, con una spinta ulteriore dettata dalle normative. «Dal 2017 lo standard per trasmettere le fatture alla PA sarà valido a tutti gli effetti anche tra i privati – interviene l’avvocato Giorgio Confente, esperto di fatturazione elettronica e processi di dematerializzazione, e componente direttivo Anorc -. Arriverà presto anche il decreto attuativo, e in quel momento si arriverà a parlare in modo più esteso di trasmissione dei dati, non solo fatture. Già dal mese di settembre la fatturazione elettronica può appoggiarsi a un provider esterno, senza più dover comunicare il luogo fisico di conservazione».

Di fronte ai tanti timori ancora presenti, la combinazione di regole dettate dai partner commerciali più importanti per dimensione e la prospettiva di ottenere importanti risparmi presenta tutte le carte in regola per segnare in modo definitivo il passaggio diffuso alla fatturazione elettronica. «Il mercato va in questa direzione e non si può restarne fuori – conclude Pellegrini -. La Rete sta diventando il principale veicolo di business e la presenza online è un fattore determinante nella selezione. Noi lavoriamo per consentire ai nostri clienti di emettere fattura senza doversi preoccupare di altro».

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