Analisi video

Dalla sicurezza al marketing, così evolve la videoanalisi di Mobotix

Non solo videosorveglianza. Grazie al connubio tra Megapixel e sensori termici e sfruttando il software embedded, le telecamere di Mobotix – appena assorbito da Konica Minolta – possono diventare strumenti per comprendere i comportamenti dei clienti, in ambito Retail e non solo. Sidis, Bennet, Tamoil tra i brand che già ne fanno uso. Parla Alberto Vasta, Business Development Manager Italia e Malta

Pubblicato il 27 Feb 2017

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Un sistema di videoanalisi talmente preciso e duttile che fa fatica a rimanere rinchiuso nell’ambito per il quale era stato originariamente creato, quello della sorveglianza via IP. Mobotix quindi ha colto la palla al balzo e ha cominciato a declinare il software che equipaggia ciascuna delle sue videocamere in modo che svolgesse funzioni sempre più mirate, andando incontro a ciò che richiede oggi il mercato Retail: conoscenza del consumatore, descrizione dei comportamenti d’acquisto e, di conseguenza, risultati di vendita.

Una scelta fino a pochissimo tempo fa controcorrente, quella di Mobotix, che invece di centralizzare la capacità di elaborazione dati in un server o addirittura nel Cloud, ha puntato tutto sulla filosofia embedded. Ora che con l’Internet of Things si sta affacciando il concetto di intelligenza distribuita per alleviare il colossale lavoro a cui saranno chiamati i network, l’approccio plug & play della società tedesca – da poco acquisita da Konica Minolta – risulta in perfetto orario con lo Spirito del Tempo. Anche in Italia, dove la GDO – ma non solo – comincia a sperimentare le telecamere stand alone allargando il perimetro della security. «Dopotutto non abbiamo fatto altro che sviluppare un concetto analogo a quello di smartphone o tablet», dice Alberto Vasta, Business Development Manager Italia e Malta, spiegando che il device aggiorna il proprio software automaticamente, proprio come fa un telefono, e che su ciascuna telecamera possono essere installate applicazioni ad hoc che ne aumentano la specializzazione.

Questo ha fatto accendere la lampadina a più di un responsabile marketing del Retail…

Esatto. In realtà il nostro prodotto si contraddistingue per due caratteristiche principali: la prima per l’appunto è che non avendo necessità di essere gestito attraverso un software centrale, consente di risparmiare notevolmente sull’infrastruttura hardware. In secondo luogo, la gestione delle immagini avviene attraverso la combinazione di due sensori: a Megapixel e termico. Se a queste premesse aggiungiamo i giusti applicativi, otteniamo un sistema di videoanalisi estremamente efficace, capace non solo di scartare falsi allarmi o input generati dagli agenti atmosferici ma anche, grazie a un nuovo sofisticato algoritmo, di calcolare il volume reale di un oggetto in movimento, risolvendo il gioco ottico della profondità di campo. In questo modo il device può individuare e contare le persone. Questo salto ci ha permesso di uscire dai contesti della videosorveglianza perimetrale e della documentaristica, da cui Mobotix ha mosso i primi passi, aprendoci opportunità in nuovi mercati. In Italia abbiamo cominciato con i punti vendita Sidis a Roma e Bennet nel Nord, passando poi ai minimarket nelle stazioni di servizio Tamoil e ai grandi centri commerciali per approdare nel mondo bancario. Inizialmente occupandoci sempre di sicurezza, quindi sperimentando nuove funzionalità. Negli showroom di 7 Camicie, per esempio, le nostre telecamere monitorano il passaggio dei clienti elaborando statistiche sulle zone con maggior traffico e permanenza.

Evidenziando anche le caratteristiche demografiche dei clienti, come sesso ed età?

Attualmente non disponiamo della rilevazione demografica: per questo tipo di riconoscimento i device hanno bisogno di un processore con capacità di calcolo elevatissime. Ci stiamo lavorando. Posso dirle che le nostre telecamere sono state scelte per garantire la sicurezza del sito archeologico di Pompei nell’ambito, per l’appunto, del “Grande Progetto Pompei”. Oggi ci sono 380 dispositivi, ognuno dotato di due occhi, che sorvegliano l’area prevenendo in maniera proattiva atti vandalici. Nel momento in cui il sistema rileva un’anomalia, che può anche essere un rumore sospetto, invia una notifica alla centrale operativa o direttamente agli smartphone dei guardiani in zona. L’installazione è recente – è cominciata a luglio 2015 e si è conclusa la scorsa estate – ma i primi dati forniti dall’Unesco e dalla Regione Campania parlano già di diversi arresti, con gli episodi di vandalismo più che dimezzati.

I dati raccolti ed elaborati dai dispositivi Mobotix possono essere importati dalle piattaforme analitiche già in uso in azienda?

Certo. Anche se di per sé il dispositivo fornisce in maniera automatica una rappresentazione grafica degli andamenti statistici, le informazioni possono essere prese in input da qualsiasi piattaforma e incrociate con altre fonti di dati.

Perché un’impresa dovrebbe scegliere i vostri dispositivi, visto che per le loro caratteristiche costano molto di più delle telecamere normali?

Mobotix ha in effetti la triste nomea di prodotto caro, ma secondo me questo succede perché viene visto in maniera errata. La nostra non è una telecamera, è una vera e propria piattaforma: oltre a essere dotata di custodie integrate, raffreddatori e staffe, non ha bisogno di licenze software che invece necessitano gli altri marchi, né di alcun software di gestione, o tanto meno di un PC su cui farlo funzionare. C’è poi il tema dell’occupazione di banda. Una normale telecamera a sei megapixel occupa dai 12 ai 15 megabit, Mobotix con la stessa risoluzione ne richiede 3, grazie a un codec proprietario. Elemento che la rende l’ideale per network costruiti su ponti radio. Il prodotto infine offre massima duttilità per l’installazione, visto che non gli occorre una rete wireless dedicata, e permette di abbattere anche i costi di manutenzione, avendo la scheda di memoria interna protetta dagli agenti esterni e un sistema automatico di upgrade del software. Le basti sapere che in Antartide c’è un nostro dispositivo, installato da Enea per monitorare i ghiacciai e le popolazioni di pinguini: la telecamera, per la qualità delle immagini di cui è capace, è stata utilizzata anche da National Geographic per realizzare dei documentari e nonostante le condizioni proibitive dell’ambiente è attiva da 14 anni.

Oltre al marketing nel mondo Retail, quali saranno i prossimi ambiti applicativi?

La tecnologia termica ci ha aperto decine di nuovi contesti: allevamento, utilities, pharma solo per citarne alcuni. Le sinergie con Konica Minolta e con nuovi system integrator ci permetteranno di allargare ulteriormente il bacino di utenza, diminuendo la distanza tra la tecnologia e gli utenti finali di qualsiasi settore verticale.

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