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I distretti industriali reagiscono meglio alla crisi

Il 2012 sarà un anno non brillante ma almeno non disastroso. E’ l’opinione di Gregorio De Felice, capo economista di Intesa Sanpaolo che,…

Pubblicato il 22 Feb 2012

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Il 2012 sarà un anno non brillante ma almeno non disastroso.
E’ l’opinione di Gregorio De Felice, capo economista
di Intesa Sanpaolo che, presentando il quarto rapporto annuale
"Economia e finanza dei distretti industriali" ha
dichiarato che quest’anno le aziende potranno
“contare sul volano della domanda internazionale che nel
2009 fu addirittura negativa”.

Secondo l’indagine nel 2011 il fatturato dei distretti
industriali italiani ha registrato un aumento dell'8,5% a
prezzi correnti, mezzo punto percentuale in più rispetto alle
aree non distrettuali. Nel 2010 l’incremento era stato
dell’8,3%. I margini operativi invece hanno recuperato tre
decimi di punto.

Le previsioni 2012-2013
Il biennio 2012-13, continua il rapporto, "si e' aperto
all'insegna di previsioni di crescita del fatturato più
contenute.

Nell'ipotesi che i distretti industriali riescano a far
leva sulle loro strutturali caratteristiche di dinamicità,
si prevede una crescita del fatturato distrettuale
inferiore al punto percentuale nel 2012 e attorno al 3% nel
2013".

I distretti hanno ottenuto performance migliori rispetto alle
aree non distrettuali in gran parte dei settori di loro
specializzazione. Il differenziale è stato solo negli
elettrodomestici, dove è in corso un processo di forte
ristrutturazione che ha portato alla chiusura di importanti
operatori e alla riorganizzazione del processo produttivo su
scala internazionale.

Nei mobili il fatturato è rimasto fermo sui bassi livelli
toccati nel 2009 sia nei distretti sia nelle aree non
distrettuali.

In termini di variazione del fatturato il differenziale tra
imprese migliori e imprese peggiori si è addirittura ampliato,
soprattutto nei distretti, dove già nel 2009 si collocava su
livelli più elevati.

Nel 2010, infatti, la mediana della crescita del fatturato delle
imprese distrettuali migliori è stata pari al 46,7% (andamento
veramente eccezionale), mentre la mediana della variazione del
fatturato delle imprese peggiori è stata pari al -22,3%, con uno
scarto di 69 punti percentuali (rispetto ai 55,7 punti del 2009 e
ai 63,6 punti delle imprese non distrettuali nel 2010).


Una maggiore capacità di innovare
Secondo il rapporto emerge con forza la maggiore propensione a
innovare delle imprese distrettuali rispetto a quelle non
distrettuali, anche a parità di condizioni esterne dal punto di
vista delle opportunità tecnologiche e del livello di protezione
offerto dai brevetti (simili all’interno di uno stesso
settore).

Il differenziale di capacità innovativa tra imprese dentro e
fuori i distretti si è lievemente ampliato nel periodo
esaminato, grazie al forte incremento nella propensione a
brevettare delle imprese distrettuali.

I processi innovativi all’interno dei distretti sono poi
caratterizzati da una maggiore concentrazione. Al tempo stesso le
imprese che operano nei distretti appaiono meno propense a
utilizzare i risultati della ricerca scientifica e più attive
nel creare nuova conoscenza sulla base della ricombinazione di
conoscenze precedenti.

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