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Lunghezza d’onda, computer graphics alla tedesca e gusto del design italiano per personalizzare i prodotti online

È di Pordenone una delle prime PMI innovative italiane definite dal Decreto Investment Compact. Propone un configuratore web che permette di vedere le opzioni e scegliere la variante di prodotto preferita. L’idea è venuta ai due fondatori frequentando alcuni workshop per l’innovazione di Volkswagen: «Era come essere in una macchina del tempo»

Pubblicato il 19 Nov 2015

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Antonio De Cicco, Ceo e Presidente di Lunghezza d'onda

Ad Antonio De Cicco, 35 anni, e Andrea Zofrea, 36, co-fondatori di Lunghezza d’onda, PMI innovativa di Pordenone – una delle prime a iscriversi nell’apposita sezione del Registro delle Imprese – l’idea di mettere in piedi un’azienda è venuta durante alcuni workshop per l’innovazione organizzati da Volkswagen.

«Era come trovarsi in una macchina del tempo: vedevamo innovazioni che sarebbero arrivate al pubblico 3-4 anni dopo”, ha raccontato De Cicco, CEO e Presidente di Lunghezza d’onda, a EconomyUp.

«Con il know how che avevamo acquisito lavorando in azienda abbiamo deciso di prendere spunto dalle cose viste in quei seminari per creare qualcosa di nuovo in Italia. C’erano innovazioni che occorreva trasferire dall’automotive ai vari settori industriali del manifatturiero italiano, che non potevano permettersi gli investimenti di una multinazionale e avevano esigenze diverse».

Così, nel 2010, De Cicco e Zofrea fondano Lunghezza d’onda, azienda digitale che realizza configuratori web, sistemi interattivi che permettono all’utente di visualizzare un’immagine realistica del prodotto personalizzandola in base alle proprie esigenze (colore, dimensione, modello, forma…). Per esempio, se il configuratore viene utilizzato per una sedia, l’utente può prendere un modello base proposto dall’azienda, sceglierne le caratteristiche in base ai propri gusti e piazzarla virtualmente in una stanza della propria casa per vedere come si combina con il resto dell’arredamento.

Il sistema creato da Lunghezza d’onda si chiama Showefy.com, funziona su tutti i browser e i dispositivi, desktop e Mobile, ed è stato adottato da aziende in vari settori, soprattutto design (tra cui Kristalia, Moroso, Maxalto, Calligaris, Diesel). «Oltre che online, questi configuratori sono pensati per essere utilizzati nei negozi, tramite totem interattivi, per coinvolgere i clienti e per aiutare i retailer a vendere di più», spiega il Ceo di Lunghezza d’onda. “Siamo partiti dall’arredamento perché nella nostra regione, il Friuli, è uno di quelli predominanti: la tradizione della nostra zona e la nostra stessa formazione sono legate alla manifattura di qualità».

Pur essendo specializzata in configuratori, la società fornisce anche altri servizi digitali, tra cui virtual training e sviluppo web. “Un’azienda che fa web development normalmente non sa cosa siano i configuratori, quindi spesso siamo noi stessi a realizzare il sito internet per chi ci richiede un sistema di configurazione web».

«Facciamo concorrenza a società tedesche che fatturano più di 40 milioni di euro. Abbiamo appreso dalla Germania in termini di competenze – anche perché lì ci sono corsi di computer graphics all’università che qui mancano – ma noi abbiamo la qualità visiva del design italiano».

Lunghezza d’onda è cresciuta di anno in anno: il fatturato del primo anno, quando a lavorare erano solo i due fondatori, è stato intorno ai 75 mila euro, mentre nel 2015 l’azienda, che ora conta nove persone, prevede di chiudere con circa un milione di euro di ricavi. Ora l’obiettivo è l’estero, soprattutto il mercato anglosassone. «Negli USA e nel Regno Unito ci sono consumatori più avvezzi al digitale, quindi abbiamo la possibilità di metterci alla prova anche su nuovi campi, tra cui costruzioni e medicale, in cui ci sono opportunità per la domanda di configuratori di protesi», aggiunge De Cicco.

Secondo i fondatori di Lunghezza d’onda, una spinta per crescere può arrivare anche dall’ingresso nell’elenco delle PMI innovative nella apposita sezione speciale del Registro delle Imprese. «Abbiamo partecipato a un incontro sul tema al polo tecnologico di Pordenone a inizio 2015 prima ancora che questa categoria di imprese venisse introdotta: non c’era ancora la modulistica», ricorda Di Cicco. “Ci abbiamo creduto fin da subito: siamo stati i primi in Italia a presentare la richiesta e tra i primi ad avere la qualifica di PMI innovativa. Una volta tanto che alle piccole imprese danno strumenti, usiamoli».

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