Analisi

Ogni 2,5 giorni si paga un’imposta

La stima della Cgia di Mestre, ipotizzando di spalmare le scadenze fiscali su tutto l’arco dell’anno. E per i bandi si spendono fino a 30mila euro fra fotocopie di bilanci e altri documenti. Ma ci sono novità a partire da gennaio 2013.

Pubblicato il 19 Nov 2012

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Oltre a un livello di tassazione particolarmente alto, le piccole e medie imprese per pagare le tasse devono sborsare altri tre miliardi di euro l’anno.

Lo sostiene la Cgia di Mestre che ha calcolato gli oneri amministrativi che fanno da corollario al pagamento delle imposte.

Questo anche perché le principali scadenze fiscali sono in costante aumento. Se nel 2002 erano pari a 100, nel 2006 sono salite a 127 e nel 2012 toccheranno quota 134. Negli ultimi 10 anni – nota la Cgia – l’incremento è stato del 34%”.

Il periodo più impegnativo è l’inizio d’anno. A gennaio di quest’anno si sono addensate 14 scadenze di pagamento e a febbraio il record con 15. Quasi tutti i pagamenti sono concentrati verso la metà e verso la fine di ogni mese.

”Tuttavia se ipotizziamo di spalmare queste scadenze su tutto l’arco dell’anno, è come se i piccoli e medi imprenditori – scrive la Cgia – versassero ogni due giorni e mezzo un’imposta o un contributo previdenziale/assicurativo allo Stato”.


I costi per i bandi
Se poi un’azienda è impegnata nella partecipazione ai bandi al conto bisogna aggiungere fino a 30 mila euro l’anno che se ne vanno fra fotocopie di bilanci e altri documenti.

Il calcolo è presto fatto: si spendono più di mille euro per ogni singola gara di appalto, secondo la stima del ministero per la Pubblica amministrazione, che vanno moltiplicati per 27, le occasioni di gara cui una azienda partecipa in media ogni anno.

E così il conto totale si attesta a 30.294 euro. In totale la spesa annua delle aziende per partecipare alle gare è calcolata in 214 milioni di euro che riguardano solo la carta da produrre.

Carta che in qualche caso potrebbe anche essere risparmiata. Quando ci si presenta a un bando oltre all’offerta bisogna anche presentare una dichiarazione in cui si di “accettare espressamente ogni condizione contrattuale”. Una dichiarazione che potrebbe essere data per scontata visto è implicita nel momento in cui si accetta di partecipare alla gara.


Le mosse del Governo
Il Governo sembra però che voglia porre rimedio alla situazione.
L’istituzione della Banca dati nazionale dei contratti pubblici è stata prevista dal primo Dl semplificazione Partirà dal primo gennaio e sarà gestita sempre dall’Autorità dei contratti.

L’obiettivo, a regime, è di ribaltare l’onere della documentazione: l’ente appaltante dovrà chiedere tutti i certificati in possesso della PA alla banca dati (si chiamerà Avcpass). Per le imprese il risparmio a regime sarà di 300 milioni l’anno.

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