nuove frontiere

3D in chirurgia senza occhialini, l’Ospedale San Bortolo di Vicenza fa da apripista

La tecnologia in sperimentazione nella struttura ospedaliera sta dando ottimi riscontri. Offre, infatti, una visione naturale senza la messa a fuoco della pupilla, permettendo così di determinare con facilità la profondità dei tessuti senza affaticare la vista e consentendo al chirurgo che ha cominciato l’intervento di portarlo a termine

Pubblicato il 24 Ago 2015

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L’Ospedale San Bortolo di Vicenza è stato il primo a introdurre, in ambito clinico chirurgico, la tecnologia 3D senza occhiali.

Grazie al nuovo sistema utilizzato dalla struttura sanitaria, basato su tecnologia Kiwie3D RealVsion, è stato possibile ridurre drasticamente i problemi di affaticamento visivo neurologico per i chirurghi e gli assistenti che durante le operazioni chirurgiche mini invasive utilizzano il 3D con gli occhiali: comparando le stesse équipe, gli stessi tempi di utilizzo e la stessa strumentazione l’alterazione visiva è pressocchè annullata. Rispetto al sistema 3D ‘passivo’, infatti, a livello corticale l’esperienza visiva è dissociata per i due occhi, così da essere tollerata perfettamente grazie alla distanza percepita reale e non variabile da soggetto a soggetto.

«Questa tecnologia offre una visione naturale senza la messa a fuoco della pupilla, permettendo così di determinare con facilità la profondità dei tessuti» ha commentato il Professor Andrea Tasca, Direttore dell’U.O di Urologia ULSS 6. In questo modo si diminuisce l’affaticamento e l’operazione chirurgica può essere portata a termine da un solo chirurgo, lo stesso che ha iniziato l’intervento.

L’applicabilità in ambito clinico è stata testata presso il reparto di Urologia dell’Ospedale San Bartolo per valutare l’affaticamento visivo in corso di chirurgia laparoscopica con l’utilizzo dei sistemi 2D e 3D. Successivamente è partita una fase sperimentale, tuttora in corso, che ha posto a confronto il sistema 3D tradizionale con quello di recente concezione. I risultati preliminari dello studio, condotto in collaborazione con i Reparti di Oculistica e Neurologia, indicano che il nuovo sistema garantisce risultati migliori rispetto alle soluzioni precedentemente adottate, pur garantendone i benefici di base come l’ingrandiimento delle immagini e l’utilizzo di telecamere e monitor ad alta definizione.

«I risultati della sperimentazione hanno avuto effetti molto soddisfacenti tanto da convincere l’Ospedale a dotarsi di questa tecnologia, che verrà inizialmente utilizzata nel reparto di Urologia, per poi essere in un secondo momento estesa agli altri reparti che già utilizzano soluzioni 3D» conclude il Professor Tasca. Un altro punto a favore di Kiwie RealVision è la possibilità di collegare più dispositivi contemporaneamente in modo tale da poter assistere ad un intervento chirurgico in qualsiasi parte del mondo sia effettuato tramite uno streaming Wi-Fi.

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