Analisi

Smartphone in azienda, ecco come diventeranno più sicuri

Le aziende USA si stanno interrogando sul BYOD a causa dei rischi legati alla sicurezza. Per i produttori la sfida è garantire la protezione dei dati e delle app, soprattutto in ambito Android

Pubblicato il 20 Ago 2015

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Avremo presto smartphone più sicuri, più adatti all’uso business. È la conseguenza del nuovo impegno dei vendor, di Google e di Microsoft; ma dietro c’è anche un cambio di approccio che comincia a emergere nelle aziende, a partire da quelle statunitensi.

Sembra infatti che il fenomeno del bring your own device sia in calo. Uno studio pubblicato ad agosto, da CompTIA, dice che ora il 53 per cento delle imprese Usa non permette ai dipendenti di usare il proprio smartphone personale per accedere a servizi o dati aziendali.

Sicurezza e BYOD

Nel 2013, quando si pensava al bring your own device (BYOD) come futuro inevitabile, quella quota era solo il 34 per cento. Anche un recente studio di J.Goodman Associates conferma la tendenza. Il motivo è semplice: la sicurezza.

Le aziende stavano sposando il BYOD un po’ sperando di risparmiare e un po’ per accontentare i dipendenti, che invece dei soliti Blackberry volevano usare un iPhone o un Samsung Galaxy (generalmente).

Tuttavia, molte hanno scoperto poi che un dispositivo insicuro provoca danni ingenti. I sistemi di mobile device management e le policy BYOD sono riusciti solo in parte ad alleviare il problema. Di qui la nuova tendenza di assegnare ai dipendenti smartphone aziendali, già configurati in modo sicuro (iPhone, nel 70 per cento dei casi, negli Usa).

La sicurezza dei dispositivi mobili non potrà che crescere. La spinta al momento viene soprattutto dal mondo Android, che vuole combattere la fama (almeno in parte giustificata) di essere meno sicuro di iOs.

L’ultima conferma è stata, in estate, Strage Fright, la più grande vulnerabilità mai scoperta nel mobile: colpiva tutti gli smartphone Android. Questo sistema ha sempre sofferto per la scelta di Google di avere controlli meno rigidi (rispetto ad Apple) sulle app disponibili.

Di recente, si è visto però che il sistema è meno sicuro anche perché Google consente ai vendor di personalizzarlo e di controllare la pubblicazione delle patch di sicurezza. Di conseguenza, passa un certo tempo prima che una vulnerabilità sia corretta, sul dispositivo dell’utente. E per i prodotti più vecchi, il vendor potrebbe decidere anche di non lavorare sulla soluzione suggerita da Google.

La crescente competizione nel mercato smartphone costringe però vendor e la stessa Google a migliorare la sicurezza dei dispositivi, anche per un uso aziendale. È necessario: sulla fascia alta, vendor come Samsung sono schiacciati dagli iPhone (le cui vendite continuano ad aumentare, mentre i nuovi Galaxy hanno deluso le aspettative). Sotto questa fascia, c’è invece un crescente numero di aziende cinesi in grado di sfornare prodotti anche di qualità a prezzi bassi.

Puntare sulla sicurezza, per il business, è quindi una mossa opportuna per Samsung, sia per differenziarsi dai vendor meno blasonati sia per contrastare Apple.

È quanto abbiamo visto con la piattaforma Samsung Knox, che continua a evolvere; ma anche con i prodotti Galaxy Note, che hanno funzioni molto adatte a un pubblico business. È una considerazione a cui è giunto anche il Ceo di Microsoft Satya Nadella, dopo aver svalutato per 7,6 miliardi di dollari la divisione mobile e quindi ammettendone il flop.

Nadella, a luglio, in una lettera ai dipendenti ha assicurato che non mollerà il settore mobile, ma da una parte si focalizzerà su prodotti più particolari, “per esempio per usi business”; dall’altra, mirerà a diffondere di più, su tutti i modelli e sistemi, “i software per cui Microsoft è apprezzata”, come Office. La piattaforma Windows ha già la fama di essere sicura, su mobile.

Android verso una maggiore sicurezza

Infine, è l’intero ecosistema Android che sta maturando verso una maggiore sicurezza, per usi aziendali.

Lo dicono diverse notizie. Blackberry sta per lanciare il proprio primo prodotto Android (nome in codice “progetto Venice”), dove pre-installerà i propri servizi che l’hanno reso nota nel mondo business. Blackberry ha appena varato, ad agosto, Android Secured Hub, raccoglitore di articoli sulla sicurezza Android. È una mossa minore, di per sé, ma conferma l’interesse a fondere, sotto l’insegna del Blackberry, due concetti che tradizionalmente sono andati poco d’accordo: Android e sicurezza.

Un altro segnale recente è l’ingresso di Silent Circle nell’ecosistema Android for Work (a fine luglio). È l’azienda che produce smartphone molto sicuri, grazie all’uso della crittografia. Il suo sistema- Silent Os- è un Android personalizzato per essere più sicuro (tra l’altro, gli sviluppatori assicurano la puntuale correzione delle vulnerabilità). Adesso anche i prodotti Silent Circle, quindi, saranno disponibili all’interno di Android for Work, piattaforma Google con servizi per migliorare la protezione di dati e app aziendali.

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