Sicurezza e connettività

Internet of Things e banda larga: 12,2 MLD di dispositivi connessi nel 2020. Ce la faremo?

Se il traffico internet a livello globale nei prossimi anni aumenterà quasi del triplo rispetto a oggi, con oltre un miliardo di nuovi utenti Internet e 10 miliardi di nuovi dispositivi e connessioni, la domanda è: ma le infrastrutture sono pronte a reggere il picco? Il Visual Index Networking di Cisco fotografa i trend

Pubblicato il 17 Ott 2016

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Cresce il traffico IP a un ritmo del 22% l’anno. Non sono solo video e contenuti a far aumentare i volumi, ma una Internet of Things che avanza a un ritmo impressionante.

Secondo il Visual Index Networking di Cisco, entro la fine del decennio ci saranno 3,4 dispositivi/connessioni per ogni essere umano sul pianeta (rispetto ai 2,2 del 2015), grazie all’aumento degli accessi da dispositivi personali e a un maggiore impiego della tecnologia M2M e della Internet of Things.

“La trasformazione digitale – ha detto Doug Webster vice president of service provider marketing presso Cisco – sta coinvolgendo oggi miliardi di consumatori e aziende in tutto il mondo. Per fornire servizi ed esperienze d’uso scalabili, sicuri e di alta qualità su tutti i tipi di infrastrutture di rete a banda larga, Cisco e i suoi clienti service provider ritengono che l’innovazione sia un aspetto indispensabile”.

Trasformazione digitale e innovazione

Le connessioni IoT passeranno dai 4,9 miliardi di dispositivi connessi del 2015 ai a 12,2 miliardi del 2020 e rappresenteranno il 46% di tutti i dispositivi collegati. Il settore in più rapida crescita sarà quello della sanità, con un aumento che andrà dagli attuali 144 milioni di dispositivi connessi ai 729 milioni della fine del decennio.

Nel 2020 i video rappresenteranno il 79% del traffico Internet globale (rispetto al 63% attuale): ogni mese andranno online circa tre miliardi di minuti di video, la resa high definition e ultra-high definition costituirà l’82% del traffico video (nel 2015 la stessa percentuale si è attestata al 53%).

La sfida della banda larga superveloce: il caso UK

I ricercatori hanno individuato una serie di tendenze che influenzano il traffico Internet nel Regno Unito e che rispecchiano anche il quadro globale. Secondo gli analisti, infatti, anche il traffico IP nel Regno Unito, triplicherà tra il 2015 e il 2020, con l’equivalente in gigabyte di ogni film realizzato attraversando la rete IP del Regno Unito ogni 46 minuti. Solo nel 2015 il traffico Internet è cresciuto del 29% e ha raggiunto l’equivalente di 29 volte il volume totale del traffico IP nel 2005. I ricercatori, inoltre, prevedono che il numero totale di dispositivi di rete presenti nel Regno Unito raddoppierà entro la fine del decennio, passando dai 368 milioni del 2015 ai 660milioni del 2020 (il 53% dei quali sarà rappresentato da device connessi alla Internet of Things). L’utente Internet britannico medio oggi utilizza circa 40 Gb al mese, mentre nel 2020 arriverà ad utilizzarne 93.9Gb.

Nonostante questi numeri, Cisco prevede che nel Regno Unito l’adozione della banda larga, in ultima analisi, potrebbe non riuscire a soddisfare le ambizioni di governo: secondo i ricercatori, infatti, probabilmente solo l’84% delle connessioni a banda larga sarà più veloce di 10 Mbps entro il 2020, nonostante gli obiettivi del governo per la banda larga superveloce abbiano previsto una velocità di 24Mbps per il 95% delle connessioni già entro la fine del prossimo anno.

Aumentano le minacce DDoS

Insieme all’aumento dei volumi di traffico e alla crescente dipendenza dalle reti a banda larga fisse e mobili, secondo Cisco nei prossimi quattro anni dovrà essere presa in maggiore considerazione la questione della sicurezza Internet. Per la prima volta dalla prima edizione del Visual Index Networking, con la collaborazione di Arbor Networks, quest’anno Cisco ha tentato di quantificare le attuali e future minacce Distributed Denial of Service (DDoS) in tutto il mondo.

Gli attacchi DDoS – capaci di paralizzare letteralmente le reti di imprese e governi – oggi sono uno dei principali rischi sul fronte Internet: secondo i ricercatori, infatti, queste minacce possono rappresentare fino al 10% del traffico Internet totale di un singolo Paese. Non solo: per il volume totale degli attacchi è previsto un aumento da 6,6 a 17 milioni nei prossimi quattro anni.

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