Data capacity planning

Data capacity planning: fare previsioni con il cloud è inutile. Parola di Google

Secondo il direttore delle piattaforme Cloud di Google le imprese dovrebbero abbandonare la data capacity planning di fronte alla Internet of Things: cercare di prevedere in che modo cambieranno le esigenze di capacità dei data center nei prossimi cinque anni è tempo perso?

Pubblicato il 03 Mag 2016

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Durante il suo intervento in occasione della conferenza Cloud Expo di Londra, Barak Regev, direttore delle piattafome Cloud di Google per l’Europa, ha detto che le organizzazioni avranno difficoltà a prevedere con precisione come i requisiti di CDD (Cloud Data Capacity) si evolveranno nei prossimi anni e che l’adozione del Cloud deve essere vista come un modo per andare oltre la semplice sostituzione dell’infrastruttura fisica con servizi Cloud e di virtualizzazione.

Secondo l’esperto, il Cloud non va considerato solo in quanto hosting, ma come elemento importante per l’evoluzione del software, sia che si tratti di tecnologie web che mobili.

Cosa cambia nell’era della IoT

Regev ha citato l’impennata di dispositivi connessi (e quindi generatori di dati) che si prevede emergeranno nel prossimo quinquennio, così come i cambiamenti sempre più veloci che investiranno il settore della tecnologia. Nei prossimi cinque anni, infatti, secondo gli esperti il settore IT vedrà più cambiamenti di quanto avvenuto negli ultimi dieci, venti o persino trent’anni. “Poniamo il caso di essere una start-up o un’impresa in procinto di lanciare un nuovo carico di lavoro – ha riferito Regev parlando di capacità IT – . Probabilmente, ad un certo punto, avremo necessità di valutare fino a che punto proseguire, fino a che punto sarà necessario scalare e di quanta capacità avrà bisogno. Una cosa che abbiamo imparato a Google è di non provare neanche a fare queste previsioni, perché qualsiasi stima si possa fare non sarà mai realmente accurata. Il fenomeno dell’Internet of Things è sempre più dirompente, tutti questi dispositivi intelligenti inviano costantemente dati in un mondo sempre più connesso e causeranno una vera e propria esplosione di dati”.

Gli utenti sono sempre più in cerca di interazioni digitali e si aspettano di avere un dialogo costante con le loro applicazioni. La velocità del traffico dati mobile raggiungerà presumibilmente i trecento exabyte, ben dieci volte più di oggi. Ecco perché, secondo Regev, oggi non ha senso pensare di pianificare la capacità IT aziendale.

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