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Fatturazione elettronica, al via gli incentivi per il B2B

Scaduto il termine per esercitare l’opzione da parte delle aziende, sono operativi i benefici previsti dal decreto 127/2015, tra cui rimborsi IVA prioritari e riduzione di 2 anni dei termini di accertamento. Intanto l’Italia nel 2016 è stata tra i primi paesi europei nell’invio di e-invoice, nettamente sopra la media UE

Pubblicato il 03 Apr 2017

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Il lungo cammino delle aziende ed enti pubblici italiani verso la fatturazione elettronica ha appena superato un’altra scadenza importante. Il 31 marzo infatti è scaduto il periodo di proroga concesso dall’Agenzia delle Entrate alle aziende di decidere se esercitare l’opzione della fatturazione elettronica tra imprese (B2B).

Chi lo ha fatto, potrà godere dei benefici previsti dalla legge (DL 127/2015), tra cui rimborsi IVA prioritari e riduzione di 2 anni dei termini ordinari di accertamento (ma solo, in questo secondo caso, se viene garantita la tracciabilità dei pagamenti).

Benefici che potrebbero ampliarsi. Il Governo infatti sta valutando se inserire nella prossima manovra correttiva un ulteriore sprint sui rimborsi IVA o l’innalzamento del tetto per la tracciabilità, oggi a 30 euro. Il tutto per favorire la diffusione delle fatture elettroniche anche nei rapporti tra imprese, creando un effetto virtuoso di diffusione nelle filiere e in tutti i rapporti cliente/fornitore.

Secondo il Ministero dell’Economia, se il progetto funziona la stima minima è di 3-4 miliardi di euro di risparmi, perché la fatturazione elettronica consente un risparmio quantificabile per ciascuna fattura gestita, e questo vale non solo per le grandi aziende, ma anche per le realtà più piccole.

L’opzione, ricorda il Corcom, si poteva esercitare esclusivamente online utilizzando l’apposito servizio presente sul sito web “Fatture e corrispettivi” predisposto dall’Agenzia oppure direttamente dagli interessati accedendo ai servizi di “Fatturazione elettronica”.

Ai servizi di “Fatturazione Elettronica” è possibile accedere con le credenziali: Entratel, il servizio dell’Agenzia delle Entrate, riservato ai soggetti obbligati alla trasmissione telematica di dichiarazioni e atti; Fisconline dedicato a tutti i contribuenti, compresi i cittadini italiani residenti all’estero, le società e gli enti; Carta Nazionale dei Servizi (CNS), una smart card che consente ai contribuenti di accedere ai servizi online della PA. Ma la vera novità è l’accesso via SPID, il Sistema Pubblico dell’Identità Digitale, che consente a tutti i contribuenti di utilizzare, con un’identità digitale unica, i servizi online della PA.

Il 31 marzo 2017, è bene sottolinearlo, non era certamente il termine entro cui le imprese potevano scegliere di fare “Fatturazione Elettronica B2B”. Le imprese che non hanno aderito, di fatto, hanno rinunciato alla possibilità per il 2017 di optare per il regime premiale. Il Sistema d’Interscambio (SdI) rimane a disposizione, come lo è dallo scorso 1 gennaio, di tutte le imprese private, come canale alternativo a reti EDI e portali B2B per veicolare le proprie fatture.

Indice DESI: Italia sesto paese UE per invio di e-invoice

La fattura elettronica “made in Italy” è considerata una best practice a livello europeo. Secondo il DESI (Digital Economy and Society Index) nel 2016 il 30% delle imprese italiane hanno inviato e-invoice, percentuale molto superiore alla media UE (18%). Per una volta l’Italia risulta tra i primi paesi europei, e precisamente al sesto posto nell’Unione su questo indicatore, dietro soltanto ai “soliti” scandinavi (Finlandia, Danimarca, Svezia e Norvegia) e alla Slovacchia.

«È uno degli elementi su cui ci riconoscono maggiore leadership: dove c’è un progetto nazionale i risultati si vedono», spiega il DG di Agid, Antonio Samaritani.

Secondo l’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione del Politecnico di Milano, il beneficio del passaggio alla fatturazione elettronica è tra 7,5 e 11,5 euro a fattura, per organizzazioni che producono/ricevono più di 3000 fatture all’anno. Il risparmio deriva dall’eliminazione di attività manuali come stampa e imbustamento delle fatture, interazione con il cliente, conservazione dell’archivio cartaceo, senza dimenticare il costo della burocrazia legata al processo di autorizzazione dei pagamenti.

Lo scopo della fatturazione elettronica tra privati è potenziare l’integrazione tra tutti i protagonisti della filiera del valore: produttori, fornitori, addetti alla logistica e distributori, per arrivare, sempre più spesso, ai clienti finali.

«Proprio per questo – spiega Daniele Tumietto componente della Task Force del Cen/TC434, il comitato tecnico della UE che lavora alla normazione tecnica della fattura elettronica secondo la Direttiva 55/2014 – quello recentemente approvato rappresenta un modello di dati semantico degli elementi essenziali della fattura elettronica, non riconducibile a uno specifico formato. Descrive il contenuto della fattura elettronica in modo da supportare qualsiasi formato, comprese le traduzioni tra formati differenti. Per la prima volta in Europa si avrà un unico modo di fare fatture (elettroniche)».

73mila imprese iscritte al servizio gratuito delle Camere di Commercio

Intanto Unioncamere fa sapere che dal 31 marzo 2015, quando è scattato l’obbligo per tutte le pubbliche amministrazioni di ricevere fatture solo in formato elettronico, ad oggi 73mila imprese, piccole fornitrici della PA, si sono registrate sulla piattaforma online https//fattura-pa.infocamere.it per utilizzare il servizio gratuito messo a disposizione dalle Camere di Commercio. Sono quasi 660mila le fatture emesse tra ottobre 2014 e febbraio 2017 attraverso il portale (nato da un accordo tra Unioncamere e Agid e realizzato da InfoCamere) grazie al quale le PMI possono gestire senza alcun costo l’intero ciclo di vita delle fatture elettroniche (compilazione, spedizione, gestione e conservazione digitale a norma per dieci anni), fino a 24 documenti l’anno.

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