L’Internet-of-Things rende l’headquarter ecosostenibile: il caso Vodafone Village

Nuovi materiali, fonti d’energia alternative, sensori e sistemi IoT coordinati di climatizzazione, illuminazione, controllo dei consumi idrici e della qualità dell’aria caratterizzano la sede centrale italiana dell’operatore a Milano

Pubblicato il 18 Dic 2013

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Il Vodafone Village a Milano

Il Vodafone Village, il quartier generale eco-tecnologico di Vodafone Italia a Milano, inaugurato da poco più di un anno, rappresenta uno dei più interessanti e avanzati casi in Italia di “Smart Building”. Il centro ospita i circa 3000 dipendenti dell’azienda presenti a Milano, ed è il principale investimento immobiliare realizzato da Vodafone a livello mondiale.

Il progetto è partito dalla volontà di unificare le vecchie sedi aziendali presenti sul territorio in un’unica sede centrale, in via Lorenteggio a Milano. Il complesso si estende su una superficie di circa 67.000 mq, e rappresenta l’investimento più ingente (circa 300 milioni di euro) mai realizzato in Italia da una società di telecomunicazioni.

Come spiega il più recente rapporto dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano, il Vodafone Village può essere considerato come una grande sperimentazione: è stato infatti progettato secondo i principi dell’edilizia sostenibile, utilizzando nuovi materiali, fonti di energia alternative quali fotovoltaico e cogenerazione, e sistemi e sensori di Internet-of-Things, il tutto governato da un sistema BMS (Building Management System) integrato.

La piattaforma è articolata su tre livelli: un sistema centrale di supervisione per la gestione dei dati raccolti dai diversi sottosistemi (climatizzazione, illuminazione, etc.), con raccolta dati, visualizzazione e invio comandi; una serie di sistemi periferici di controllo omogenei per tipologia, basati su unità intelligenti specializzate e distinte per impianto e/o per macchina; e sensori e/o periferiche di campo distribuiti negli ambienti e sugli impianti da controllare, che espletano funzioni di acquisizione e/o elaborazione delle informazioni raccolte sul campo da inviare al livello superiore.

Il risparmio energetico legato a una soluzione del genere non è facilmente stimabile, a causa dell’assenza di casi preesistenti di dimensioni simili. I vantaggi sono comunque tangibili e difficilmente ottenibili diversamente: il sistema combina soluzioni tecnologiche (ad esempio schermi solari regolabili in modo automatico, sensori per la rilevazione della temperatura interna) e costruttive (ad esempio i materiali utilizzati) all’avanguardia.

Nella stagione invernale, grazie a questi due fattori che comportano il massimo sfruttamento dell’irraggiamento solare, la temperatura interna in assenza di riscaldamento risulta pari a 14 °C (a edificio vuoto), tale da richiedere un contributo minimo in termini di riscaldamento degli ambienti.

Sistemi che collaborano: illuminazione e regolazione degli schermi solari

Oltre al risparmio energetico vi è una forte attenzione verso i consumi idrici: è infatti presente un sistema di recupero dell’acqua piovana, e le aree verdi sono composte da specie vegetali a basso consumo idrico. Inoltre la presenza di sensori per misurare l’umidità del terreno consente di ottimizzare l’uso del sistema di irrigazione. Tutto questo ha permesso di ridurre dell’85% i consumi per l’irrigazione rispetto a un classico sistema a spruzzo con programmazione oraria.

Un’altra area di beneficio riguarda le attività di gestione della manutenzione: monitorando in tempo reale i parametri da remoto è possibile intervenire in modo puntuale e solo a seguito di una reale necessità. Un altro sistema del complesso si concentra sul monitoraggio della qualità dell’aria (concentrazione di CO2, umidità) in uffici, sale riunioni e ambienti comuni: in caso di superamento di soglie d’attenzione, il sistema implementa automaticamente azioni correttive come ventilazione o deumidificazione dell’ambiente. Similmente l’edificio è dotato di sistemi di monitoraggio di gas nocivi in locali quali l’autorimessa (rilevazione di vapori benzina) o i locali batterie (rilevazione di alte concentrazioni di idrogeno) in grado di inviare allarmi in caso di superamento delle soglie d’attenzione.

Il Vodafone Village, sottolineano i ricercatori dell’Osservatorio Internet of Things, rappresenta anche un esempio interessante di come la collaborazione di diversi singoli sistemi – facilitata dall’aderenza di ciascuno di essi al paradigma Internet of Things – possa contribuire all’obiettivo dell’ottimizzazione delle condizioni ambientali. Il sistema di illuminazione e il sistema di regolazione degli schermi solari per esempio cooperano per l’ottimizzazione dell’illuminazione sulla base di luminosità ambientale, presenza persone e scenari preimpostati, regolando automaticamente le luci e gli schermi solari (veneziane), in funzione di posizione del sole, dati rilevati dalla stazione meteo, e forma e posizione degli edifici circostanti.

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