Internet of Things, una nuova economia: nel 2020 varrà 1900 miliardi di dollari

30 miliardi di oggetti connessi e sensori cambieranno processi e modelli di business in tutti i settori, con benefici prima di tutto nel manufacturing, nella sanità e nelle assicurazioni. Le previsioni di Gartner

Pubblicato il 17 Dic 2013

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Il mercato IT tradizionale nei prossimi anni non andrà oltre una crescita del 2,2%, ma il più ampio mercato delle tecnologie digitali mostrerà segni di notevole dinamica grazie soprattutto al comparto Internet of Things (IoT), che creerà letteralmente una nuova economia. Questo il parere di Gartner, espresso al recente evento Symposium/ITexpo della società a Barcellona per bocca di Peter Sondergaard, senior vice president e global head of Research.

«Il mercato IT non tornerà presto a forti tassi di crescita, i quali saranno però assicurati dalle tecnologi non tradizionali: nel 2015, il mercato combinato di informatica e telecomunicazioni toccherà circa 4000 miliardi di dollari, mentre le entrate incrementali generate dai fornitori di Internet of Things supereranno i 300 miliardi l’anno entro il 2020. Metà di questa cifra proverrà da start-up, e l’80% sarà generata da servizi, e solo il 20% da prodotti. L’IoT è un mercato strategicamente importante, accelererà rapidamente e creerà sia fatturato che efficienze di costo».

Gartner Internet of Things

Gartner per la precisione definisce fornitori Internet of Things le aziende che producono l’hardware IoT (le “things” appunto), e forniscono il software integrato che serve a farle funzionare e abilita la loro connessione a internet, e i servizi di connettività, comunicazione e informazione connessi, compresi i servizi di analisi delle modalità d’utilizzo degli oggetti, e dei dati dei sensori. Nel 2009 secondo Gartner nel mondo esistevano 2,5 miliardi di dispositivi connessi a internet (connected device), per lo più telefoni, pc e tablet, ma nel 2020 ce ne saranno oltre 30 miliardi, di varietà molto più ampia.

«L’IoT creerà un grande valore economico per le singole organizzazioni, e per l’economia nel suo complesso – spiega Sondergaard -: il valore aggiunto sarà di 1900 miliardi di dollari nel 2020, di cui il 15% nel manufacturing, un altro 15% nella sanità, e l’11% nelle assicurazioni». Più in dettaglio i settori manifatturieri, al di là del beneficio di produrre fisicamente gli oggetti connessi, potranno per esempio tracciare con estrema precisione il flusso dei materiali nella supply chain, ottenendo efficienze di costo. Nella sanità vari dispositivi indossabili (wearable) per le persone anziane rileveranno cadute e anomalie dei valori corporei inviando all’occorrenza alert via e-mail o sms a strutture di pronto soccorso, mentre in ambito assicurativo per esempio i sensori nelle auto del prossimo futuro potranno rilevare il profilo di rischio di chi si siede alla guida “confezionandogli” all’istante una polizza su misura.

Non tutte le decisioni saranno umane

«In generale l’IoT permette soluzioni, e quindi anche prezzi, molto più personalizzati – commenta Sondergaard -: sta rendendo la digitalizzazione pervasiva in tutte le organizzazioni, ristrutturando i settori economici a tre livelli: business process, business model, and business moment, che è la velocità e prontezza di reazione ai cambiamenti del mercato».

Miliardi di oggetti connessi e sensori dell’IoT genereranno enormi volumi di dati da analizzare in tempo reale. «I dati sono denaro – sottolinea Nick Jones, research vice president e distinguished analyst di Gartner -. Le aziende avranno bisogno di tecnologie di Big Data e di storage per raccogliere, analizzare e conservare questi volumi di dati, e trasformarli in informazioni utili alle decisioni dei manager. Ma le decisioni saranno così tante, e i tempi così ristretti, che i manager avranno bisogno dell’ausilio di altre tecnologie in grado di analizzare i dati, e proporre autonomamente soluzioni in linguaggio naturale».

Rispetto a un paio d’anni fa, molte organizzazioni hanno fatto grossi passi avanti nella digitalizzazione dei processi, ma oltre la metà dei CIO dichiarano di non essere ancora pronti per affrontare nel modo migliore la sfida digitale. Man mano che il digitale sarà integrato in tutti gli oggetti che usiamo quotidianamente, sottolinea Gartner, ogni azienda dovrà definire la propria “personale” strategia digitale, che dovrà essere promossa a livello trasversale e generale nell’organizzazione da un “digital leader”: «I CIO devono esplorare e abbracciare la nuova “realtà” digitale, e proporsi senza paura come “digital leader”».

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