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Smart Working: quali sono le tecnologie usate dalle aziende a supporto di una comunicazione sempre più multicanale

Un’evoluzione del mondo del lavoro all’insegna delle tecnologie fisse e mobili sta portando le aziende a sviluppare nuove modalità di relazione e di scambio. La digitalizzazione cambia la fruizione del tempo e dello spazio e favorisce modelli di lavoro più efficaci ed efficienti. Le soluzioni di riferimento delle aziende italiane, le esigenze e le priorità di investimento sono descritte in un’indagine condotta da Digital4

Pubblicato il 26 Feb 2016

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L’evoluzione tecnologica, incentrata sull’efficienza dei processi e, in generale, di tutta la gestione organizzativa, sta cambiando le imprese. In tutto questo, le workstation si confermano ancora un perno centrale del lavoro in qualsiasi settore, dall’industria ai servizi avanzati, dalla Pubblica Amministrazione alla distribuzione, dall’agricoltura alla Logistica & Trasporti.

Quello che è indubbio è come lo smartphone abbia radicalmente cambiato le regole della comunicazione aziendale, portando la mobilità intelligente a essere un asset fondamentale della produttività individuale e collettiva. Nelle aziende italiane, ad esempio, lo smartphone viene utilizzato più del telefono fisso: si parla di un 78% contro un 67%. Questo conferma come l’onda lunga della consumerizzazione dell’IT abbia definitivamente sdoganato il BYOD (Bring Your Own Device) in tutte le organizzazioni, pubbliche e private.

È questo quanto emerge da una survey condotta da Digital4, con la partecipazione di Avanade e Intel. Gli analisti hanno scandagliato il livello di utilizzo dei dispositivi nelle aziende italiane, gli approcci ma anche le propensioni di investimento rispetto alle priorità aziendali nell’ambito della gestione e di una collaborazione più evoluta.

Smart working all’insegna delle tecnologie fisse e mobili

Il panel di aziende intervistato ha coinvolto 500 organizzazioni italiane di cui il 57,40% sopra i 500 dipendenti e il 40,20% oltre i 1000 dipendenti, operative su tutti i settori. A rispondere alle domande i responsabili dei sistemi informativi che si confermano i capitani della trasformazione digitale del Paese. Sono loro a raccontare come le tecnologie introdotte in azienda stiano portando maggiore integrazione e una nuova trasparenza dei dati, permettendo di capire meglio lo stato dei servizi e l’atteggiamento degli utenti. I manager evidenziano un notevole cambiamento culturale sia dei dipendenti che dei partner e dei collaboratori, sempre più aperti a uno uso trasversale delle soluzioni fisse e mobile, proprietarie ed aziendali.

Questo consente di definire nuove politiche incentrate su un concetto di smart working che cambia gli spazi ma anche le tecnologie di riferimento utilizzate dentro e fuori alle organizzazioni. A supporto della produttività individuale, ad esempio, tra pc tradizionali, smartphone, telefono fisso, tablet e notebook a vedere la classifica la workstation rimane la soluzione più utilizzata dalle aziende (74,40% del panel), seguita dallo smartphone (78%), dal telefono fisso (66,80%) e, a ruota, dal tablet (44%) e, infine, dal notebook (34,40%).

Il tablet è più usato del notebook in tutti i comparti

Andando più in dettaglio rispetto a ogni singolo comparto, l’analisi rende evidente come lo smart working stia effettivamente entrando delle aziende italiane, diversificando le modalità di lavoro e di relazione tra i dipendenti, i fornitori, i clienti. Un dato significativo è il posizionamento del tablet rispetto al notebook: il primo, infatti, risulta il dispositivo più utilizzato: nel Manufacturing (tablet 45,29% versus notebook 35,88%), nei Servizi Avanzati (tablet 35,62% versus notebook 34,93%), nella PA (tablet 45,45% versus notebook 27,27%), nel Retail (tablet 49,46% versus notebook 35,48%), Logistica & Trasporti (tablet 41,38% versus notebook 34,48%).

Le statistiche offrono un quadro abbastanza preciso di come gli utenti abbiamo diversificato gli strumenti a supporto della loro produttività individuale scegliendo la workstation per gestire il lavoro di ruotine e il tablet per tutte le soluzioni di interazione a portata di mano: condivisione di listini, documenti, presentazioni, accesso ai gestionali aziendali. Nella PA, ad esempio, la sanità utilizza grandemente il tablet rispetto al notebook ma anche la distribuzione e la logistica scelgono i tablet rispetto ai notebook. Il livello di integrazione e la qualità della programmazione, infatti, favoriscono l’uso del tablet nelle situazioni mobile.

Guardando invece le priorità di investimento, il fatto che le soluzioni di Enterprise Mobility Management si attestino all’ultimo posto della lista (9%) ha una spiegazione molto semplice: la questione risulta prevalentemente risolta mentre rimane ancora molto alta la tematica della security (29%). In questo momento a essere considerato un investimento prioritario sono soprattutto le workstation (41%) e tutto l’equipaggiamento applicativo di riferimento (32%) che hanno ancora una grossa incidenza sui budget e sulle operation a livello di supporto e manutenzione.

Unified Communication and Collaboration 2.0

L’aspetto sempre più collaborativo dell’ecosistema professionale sta portando anche nelle aziende italiane un’ondata di innovazione che si riflette nei sistemi di comunicazione interaziendali e intraziendali. Come? Attraverso una declinazione di sistemi di Unified Communication and Collaboration, più o meno strutturati, ma anche di un ricco ventaglio di soluzioni che utilizzano i canali social e le varie piattaforme di File Sharing And Syncronization Management. Il quadro generale delle aziende italiane presenta un’omogeneità significativa nelle risposte: il cardine tecnologico nello scambio delle informazioni e dei file rimane la mail nel 92,60% dei casi, seguita con il 71% da soluzioni in cloud tipo DropBox, Google Drive, OneDrive, WeTransfer. Quasi un terzo delle imprese, invece (il 30,80%) utilizza una piattaforma di file sharing aziendale. Anche nell’ambito delle riunioni e dei meeting, il 31% delle imprese intervistate utilizza una piattaforma aziendale mentre il 27% utilizza soluzioni UCC 2.0 legate all’uso di social collaboration, come ad esempio Skype.

Un altro punto di attenzione importante rilevato dalle indagini riguarda l’interesse dimostrato dalle aziende nei confronti di soluzioni di ultima generazione per lo scambio dei dati: oltre la metà, infatti, sarebbe interessata a soluzioni di bumping e quasi la metà a soluzioni biometriche per potenziare la sicurezza di dispositivi e applicazioni, semplificando i processi di accesso ed elevando i livelli di protezione delle informazioni.

In generale la ricerca fotografa un cambiamento significativo negli usi degli strumenti a supporto del lavoro, segnalando come tra produttività individuale e produttività aziendale ormai non ci sia più un confine così netto, anche grazie a una nuova intelligenza applicativa multicanale e multipiattaforma che consente nuove modalità di relazione e di scambio delle informazioni.

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