Ricerche e studi

Lavoro da remoto e PMI: il 52% ha acquistato software per garantire l’operatività durante il lockdown

Con l’emergenza Coronavirus il percorso di digitalizzazione delle PMI ha vissuto un’accelerazione. Il 23% delle realtà italiane ha anticipato i programmi di adozione di nuovi tool e il 30% aumentato la spesa destinata ai software rispetto a quanto preventivato a inizio anno. I dati dello studio Capterra

Pubblicato il 17 Giu 2020

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In uno studio di Capterra, pubblicato in precedenza, era emerso che il 55% delle aziende a livello europeo durante la crisi pandemica ha adottato il remote working, giudicato positivamente dal 71% dei dipendenti, nonostante le sfide riscontrare. Mancava però il punto di vista di chi, all’interno delle aziende, ha permesso ai dipendenti di avere tutti gli strumenti necessari per poter continuare a lavorare.

Ecco perché il team di Capterra ha approfondito con una seconda indagine cosa è successo nelle aziende italiane in termini di acquisto di software, e cosa è cambiato rispetto a quanto preventivato a inizio anno. Il sondaggio, condotto tra il 15 e il 19 Maggio, ha coinvolto 2277 persone che lavorano in piccole e medie imprese di 6 paesi europei (Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Italia ed Olanda).

Da tutte le risposte pervenute sono state estrapolate quelle deiDecision Maker, cioé di coloro che all’interno dell’azienda prendono le decisioni sull’acquisto della tecnologia.

L’adozione di nuovi software è stata essenziale per garantire la continuità del business

Come detto, durante il lockdown il 55% delle aziende europee ha adottato il remote working. In molti casi, tuttavia, le aziende erano impreparate anche dal punto di vista tecnologico, non solo organizzativo: in poco tempo hanno dovuto quindi individuare nuove modalità di comunicazione e interazione tra colleghi e con i clienti, e gli strumenti per gestire e amministrare i dipendenti.

In generale, per i Decision Maker europei l’adozione di nuovi software è stata fondamentale per garantire la continuità operativa, a tutela del business: in Italia, a pensarla così è l’87% dei decisori.

Impatti significativi sull’adozione e sul budget stanziato per l’acquisto di software

Secondo quanto dichiarato dai Decision Maker europei, con il Covid-19 ha influito sui tempi di adozione dei nuovi software e, di consguenza, sui budget stanziati dalle PMI per il loro acquisto.

In Italia, ad acquistare software non a budget per supportare il lavoro da remoto è stato il 52% degli intervistati e il 30% ha dichiarato che la spesa ha subito un aumento compreso fra il 25% e il 50%, con un anticipo nell’acquisto di almeno un semestre (26%). Molte attività non si aspettavano infatti di dover acquisire nuove soluzioni tecnologiche, com’è successo per esempio per i software per le videoconferenze o i webinar.

Il paese che ha dichiarato di aver anticipato di più il periodo d’acquisto dei software è stato la Gran Bretagna (35%), seguita da Germania (27%), Italia e Francia (23%). Tra i paesi che che invece hanno posticipato l’acquisto di soluzioni software spiaccano Spagna (29%) e Olanda (27%), ma nonostante tutto la Spagna ha comunque registrato una buona percentuale d’anticipo nell’acquisto.

Il fatto che in alcuni casi si sia deciso di posticipare l’acquisto dei software si spiega con la necessità di dare la priorità agli investimenti necessari per garantire il lavoro da remoto e l’operatività nell’immediato. Con la crisi sono stati scardinati i meccanismi preesistenti, in favore di un’agilità di gestione difficilmente riscontrabile, soprattutto quando si parla di decisioni economiche e d’acquisto che vedono coinvolti diversi stakeholder.

L’analisi di Capterra ha sottolineato poi come a essere influenzato sia stato anche il budget di spesa che era stato precedentemente allocato.

Nella maggior parte dei paesi oggetto dell’analisi, la spesa per l’acquisto dei software ha registrato un aumento compreso fra il 25% ed il 50%. I paesi che hanno registrato un aumento più consistente sono stati la Spagna (+32%), l’Italia (+30%) e, a pari merito, la Germania (+27%) e la Gran Bretagna (+27%). Solamente Francia (-24%) e Olanda (-20%) hanno dichiarato di aver diminuito la spesa preventivata.

Rispetto alla tipologia di software acquistati per supportare il lavoro da remoto, le PMI hanno concentrato i loro investimenti su soluzioni di:

  • remote desktop (come ad esempio TeamViewer);
  • videoconferenza (come ad esempio Cisco Webex);
  • webinar (come ad esempio GoToWebinar);
  • live-chatting (come ad esempio Zendesk);
  • collaborazione aziendale (come ad esempio Slack).

La tecnologia sempre più presente sul lavoro

Guardando al futuro, il 39% dei Decision Maker italiani ha dichiarato che la loro azienda avrebbe bisogno di acquisire altra tecnologia per ripondere alle problematiche organizzative e collaborative e, allo stesso tempo, per trovare nuove possibilità di business.

Il 31% ha dichiarato di trovarsi già in una fase di consapevolezza e valutazione delle possibilità di acquisto di software per il futuro, tuttavia la maggior parte delle realtà ancora necessita di capire come affrontare il mercato dei software e come sviluppare una visione a lungo termine che possa portare le attività a sopravvivere a cambi repentini ma, soprattutto, a crescere costantemente nel mercato nazionale ed internazionale in modo costante.

I trend di ricerca di software, secondo i dati che sta raccogliendo Capterra, stanno già cambiando e le categorie più ricercate durante il periodo della quarantena stanno lentamente perdendo appealing. In generale si vede un calo delle ricerche legate a tool per formazione a distanza e videoconferenze e una crescita in software legati a marketing automation, gestione dei dipendenti, business intelligence e gestione delle prenotazioni; intenzioni che rispecchiano il mutato panorama generale e che pongono nuove interessanti sfide per le aziende per i prossimi mesi.

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