Lavoro agile

Barilla, Smart Working per tutto il personale entro il 2020

Circa 1.200 dipendenti hanno aderito al progetto partito tre anni fa, che punta a coinvolgere tutti lavoratori, al netto delle linee produttive. Fino ad ora ad apprezzare la possibilità di lavorare in modo agile sono in particolare le donne tra i 30 e i 55 anni e chi effettua un tragitto tra casa e ufficio maggiore di 25 chilometri

Pubblicato il 04 Mar 2016

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Barilla ha recentemente reso noti i primi risultati dell’iniziativa di Smart Working avviata nel 2013, che Digital4Executive aveva raccontato un anno fa attraverso un’intervista esclusiva ad Alessandra Stasi, Responsabile Organization & People Development.

L’obiettivo del progetto è dare ai dipendenti la possibilità di lavorare in modo flessibile, ovunque e in qualunque momento, grazie a nuovi strumenti digitali di comunicazione e nuove metodologie. Per questo l’azienda emiliana – che impiega nel mondo circa 8mila persone, con un fatturato superiore a 3 miliardi di euro e 29 siti produttivi – ha esteso il progetto di Smart Working a tutte le proprie sedi, nazionali e internazionali. La risposta dei dipendenti è stata eccellente: a usufruire dell’opportunità sono stati, infatti, circa 1.200 dipendenti dei 1.600 coinvolti nel progetto, con una redemption di oltre il 74%.

Sebbene lo Smart Working in Barilla sia aperto a tutta la popolazione – da un punto di vista contrattuale, i dipendenti possono lavorare in sedi diverse dall’ufficio per 4 giorni al mese, accordandosi con il proprio manager -, ad apprezzarlo particolarmente sono le donne tra i 30 e i 55 anni e chi effettua un tragitto tra casa e ufficio maggiore di 25 chilometri, con un significativo risparmio di tempo e costi, ma anche una riduzione di emissioni di CO2. Stupisce invece il fatto che a sfruttare meno la possibilità di lavorare in modo più flessibile sia la fascia più giovane della popolazione aziendale.

In generale, quindi, il bilancio dell’iniziativa è estremamente positivo: un maggiore equilibrio tra vita privata e lavoro ha reso più soddisfatti i dipendenti, grazie alla maggiore autonomia e responsabilità su quando, dove e come lavorare. E Barilla è un chiaro esempio di come i progetti di Smart Working si stiano diffondendo tra le grandi aziende: secondo l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, infatti, in Italia il nuovo approccio all’organizzazione del lavoro è stato introdotto da quasi un’impresa di grandi dimensioni su due in modo strutturato o informale.

Secondo il Responsabile Scientifico dell’Osservatorio, Mariano Corso: «Per fare bene Smart Working le organizzazioni devono evitare

l’errore di introdurre un cambiamento solo superficiale, senza cogliere l’opportunità di ripensare profondamente cultura e modelli organizzativi per liberare nuove energie dalle persone. Bisogna allontanare le false partenze». E quella di Barilla di sicuro non è una falsa partenza perchè, oltre alla risposta positiva dei dipendenti, da un’inchiesta globale effettuata, proprio con il supporto dell’Osservatorio Smart Working, su un campione di 600 persone coinvolte nel progetto è emerso che per i manager non c’è stato assolutamente un peggioramento nei livelli di produttività ed efficacia/efficienza delle prestazioni.

Adesso l’obiettivo di Barilla è dare entro il 2020 a tutti i dipendenti del gruppo l’opportunità di lavorare da casa, per questo le prossime sfide saranno sensibilizzare maggiormente l’intera popolazione e riuscire a offrire lo Smart Working per il 100% del tempo.

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