DIGITAL+PEOPLE EVOLUTION

Le prospettive del Networking organizzativo? Transazioni digitali e analogiche

Lavorare a rete, creando valore reciproco e condividendo informazioni sia in analogico che in digitale, non è né vezzo né moda, ma una necessità per rimanere competitivi, una meta-competenza per governare proattivamente la propria employability, sfida centrale per tutti noi. L’intervista a Marco Vigini, Direttore Permanent Placement Orienta e Presidente AIDP Lombardia

Pubblicato il 23 Ott 2019

Laura Torretta*

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Lavorare in rete e puntare su un networking organizzativo oggi può essere un’importante leva di trasformazione su cui diverse realtà dovrebbero puntare. È questo il tema portante di questa settima tappa del nostro percorso che forse ha favorito la formazione di nuove reti neuronali dopo sette mesi di sollecitazioni per abbattere i silos, per unire hard e soft, per includere tech e human, per accompagnare le persone attraverso la digitalizzazione, per essere sempre al servizio di organizzazioni sostenibili per tutti. Oggi attraversiamo una meta-competenza con un esperto DOC: Marco Vigini, Direttore Permanent Placement Orienta e Presidente AIDP Lombardia.

Networking organizzativo: tutti lo vogliono ma regna una grande confusione. Una competenza 4.0 per l’employ-ability?

Nell’attuale mercato sono radicalmente cambiati costrutti e paradigmi in un contesto caratterizzato da un continuo ribollire digitale dove le interconnessioni sono continue.

Lo scambio di valore oggi risiede nella transazione tra due o più individui, spesso all’interno di una piattaforma, inseriti in un ecosistema sempre più social in cui la spinta non viene più dall’azienda che produce un bene/servizio, ma dal fruitore.

Lavorare a rete, creando valore reciproco e condividendo informazioni sia in analogico che in digitale, non è né vezzo né moda, ma una necessità per rimanere competitivi, una meta-competenza per governare proattivamente la propria employability, sfida centrale per tutti noi.

È solo grazie alla nostra rete di relazioni e uscendo da pericolose zone di comfort che possiamo comprendere e intercettare cosa sta accadendo intorno a noi e allo stesso modo crescere, imparare e confrontarci come professionisti uscendo da autoreferenzialità dannose e pericolose.

Giver, matcher, taker: come cambiano le transazioni del networking con la digitalizzazione?

Il networking è la nostra rete di relazioni, sia analogica che digitale. Oggi grazie al digitale abbiamo aggiunto “infinite” possibilità alla nostra rete e, per la prima volta nella storia dell’umanità, con un semplice click possiamo collegarci (prima) e rimanere collegati (poi) con chiunque al mondo.

Prima dei social network la maggior parte dei legami deboli – per Granovetter di breve durata, contestuali a una o più occasioni sociali – si spezzava facilmente e usciva dalla vita delle persone mentre oggi il contatto continua ad esistere e ri-diventa “rilevante” attraverso il digitale. Un’occasione di scambio non giustifica automaticamente la creazione di un rapporto di lungo periodo né possiamo gestire oltre 150 relazioni stabili continuative (vedi numero di Dunbar).

Se davanti alla parola networking mettiamo la parola valore tutte le possibili differenze scompaiono, perché si è ri-messo al centro l’essenza del networking che è creare valore per la nostra community, possibilmente con gentilezza e il sorriso senza pensare ad un ritorno immediato

Consigli per uno smart-networking evolutivo? Fuori e dentro l’organizzazione?

Nella mia storia il networking è una vera e propria “scoperta” per la maggior parte delle persone.

Lo diamo per scontato, non coltivandolo per gran parte della nostra vita, perché non ne comprendiamo le potenzialità – se non nei nostri hobby – e questo avviene fino al momento del bisogno, quando è troppo tardi.

Le relazioni sono la benzina del nostro benessere, ma vanno coltivate e alimentate sia dentro che fuori dall’azienda in un travaso continuo, tra analogico e digitale “pensando e progettando valore per l’altro e per sé” all’interno ed esterno delle nostre organizzazioni.

Rendersi utili, disponibili, lasciarsi sempre con buoni rapporti alle spalle è una premessa per fare in modo sereno e gioioso Networking, anche per ripensare profondamente al nostro ecosistema di benessere.

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