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Startupper, Smart Worker e nomadi digitali: il “nuovo” mondo del lavoro dei Millennials Italiani

Il 35% dei giovani predilige le startup alle blasonate aziende multinazionali: ad attirarli grandi opportunità di crescita, ricoprire ruoli differenti e accedere alle stock option. Di fronte al lavoro agile sono disposti a rinunciare fino a 3mila euro all’anno e ritengono fondamentale l’uso delle tecnologie più recenti. La ricerca di ForceManager

Pubblicato il 28 Gen 2019

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I Millennials italiani vogliono lavorare per le startup, sono decisi a sfruttare lo Smart Working e desiderosi di vivere come nomadi digitali, lasciandosi alle spalle i concetti di posto sicuro e carriera.

È così che la generazione dei nati fra i primi Anni Ottanta e la fine degli Anni Novanta vive oggi il mondo del lavoro, secondo una recente indagine di ForceManager – la società che opera nel settore del CRM mobile attiva da qualche mese anche in Italia -, condotta su campione di 300 giovani italiani con un fascia d’età che va dai 22 ai 37. L’idea è nata dalla volontà di capire quali aspirazioni lavorative hanno i giovani che si affacciano al mondo del lavoro e che si trovano ad affrontare le prime esperienze lavorative per questo.

Quello che è emerso è che i Millennials italiani hanno idee molto chiare su come interpretare il lavoro in questa epoca di trasformazione digitale.

Il 35% del campione ha dichiarato che, se potesse, preferirebbe lavorare in una startup anziché in una multinazionale (tuttavia preferita al 47%), a testimonianza del fatto che questi contesti sono vissuti come stimolanti e sfidanti: i Millennials intravedono, infatti, grandi opportunità di crescita, anche personale (40%), la possibilità di misurarsi con ruoli differenti (30%) e di accedere alle stock option (17%) condividendo sin dalle battute iniziali il rischio d’impresa.

Uno degli elementi che più caratterizza i Millennials italiani – mettendoli in netta contrapposizione con le generazioni precedenti – è il peso maggiore che danno a benefit e lavoro agile rispetto all’ultima cifra indicata nella busta paga (52%): sono disposti, ad esempio, a rinunciare fino a 3mila euro all’anno (250 euro al mese) pur di essere inclusi in programmi di Smart Working. Prevale quindi il desiderio di gestire in autonomia il bilanciamento tra vita privata e lavorativa. E non solo, si sentono molto attratti anche da progetti che prevedono il cosidetto “nomadismo digitale”, cioè la possibilità di lavorare viaggiando, spostandosi da una città all’altra, sfruttando le potenzialità del digitale.

Ad attirare i giovani verso realtà meno imbrigliate e più giovani è spesso la possibilità di avere pacchetti retributivi variabili, che, oltre a una parte fissa, prevedono anche bonus e stock option collegati direttamente al rendimento dell’azienda: di fronte a questo tipo di remunerazione il 42% dei Millennials italiani si dichiara disposto a rinunciare a uno stipendio “competitivo”. I giovani vogliono sentirsi parte integrante dell’azienda per cui lavorano e con il loro contributo mirano a portare valore: non stupisce quindi che per il 75% del campione è fondamentale sentirsi coinvolto nei progetti aziendali, che uno su due preferirebbe lavorare per una realtà aziendale strutturata su una gerarchia piatta, priva del classico assetto piramidale (che sta bene a non più del 38%), e che il 40%, ritiene di avere uno spirito imprenditoriale.

Le nuove abitudini (ed esigenze) dei Millennials Italiani

Per lavorare bene il 45% dei giovani ritiene necessario utilizzare tecnologie all’avanguardia, il 42% considera importante un ambiente di lavoro moderno e gradevole, il 53% preferirebbe un orario di lavoro tarato sui ritmi nord-europei – con ingresso in ufficio presto e pausa pranzo breve per tornare a casa entro le 17.30 -.

A proposito della tecnologia il 78% dei Millennials controlla continuamente le email, e nel 62% dei casi lo fa attraverso il suo smartphone personale. Il 35% è fiducioso che nel 2019 l’Intelligenza artificiale e gli assistenti vocali renderanno più semplice la convivenza con il lavoro, semplificando la gestione della comunicazione lontano dall’ufficio.

Soffermandosi sul discorso del benessere, oggi per il 65% dei giovani è importante che l’azienda metta a disposizione programmi di wellness (come corsi di yoga o mindfulness), iniziative attive di beneficenza (come la partecipazione collettiva a gare di running), o momenti di socializzazione (come un corso di cucina). Al momento, a vivere esperienze di questo tipo nel posto in cui lavora è il 18% dei rispondenti.

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